morte delle comunità terapeutiche
2 Marzo 2011 Share

morte delle comunità terapeutiche

 

La situazione delle comunità terapeutiche molisane è drammatica. Anch’es- se, così come tutti i servizi sanitari ormai in via di dismissione, sono coinvolte dalla profonda crisi del debito sanitario regionale. Strutture economicamente sostenibili si trovano a vantare crediti, per rimborsi spese, pari a volumi di attività d'intere annualità. Si riescono a malapena a pagare bollette e qualche acconto ad operatori che con il loro servizio umile e quasi eroico sopravvivono anche senza stipendio.

Ma che cosa è successo? Come mai realtà considerate fiore all’occhiello della nostra regione, e che accolgono soggetti provenienti da diverse parti d’Italia, all’improvviso si sono rese conto di queste drammatiche difficoltà? È l’effetto rana. Siamo stati inseriti in una caldaia ad acqua tiepida e piano piano la temperatura si è alzata senza che ce ne rendessimo conto. Ora forse è troppo tardi per uscirne fuori. Vani sono stati i tentativi di coloro che invece hanno avvertito il calore improvviso e che hanno invitato ad uscire, con un balzo, dalla caldaia.

La crisi sanitaria ha però delle responsabilità. Ed ora le comunità si trovano ad agire legalmente verso il Servizio Sanitario regionale per avere ciò che spetta per diritto. Ma interessa a qualcuno ancora curare i nostri giovani dalle forme di devianza e disagio profondo che sconfinano spesso nella dipendenza da sostanze come alcool e droga? Viviamo nell’indifferenza generale e mediatica, tranne alcune rare eccezioni, e la solidarietà, che è una bella cosa, senza la certezza del diritto rischia di diventare solo l'anticamera del clientelismo. Perfino i progetti finanziabili tramite contributi sono a rischio perché sono richieste le DURC (dichiarazione unitaria di regolarità contributiva) che le comunità non sono in grado di esibire perché non riescono a pagare i contributi previdenziali. Soluzioni sarebbero le possibilità di compensare le pretese previdenziali ed erariali tramite compensazioni con i crediti certificati, ma la normativa avrebbe bisogno di decreti attuativi.

Inoltre le strutture sono per legge sottoposte ad accreditamento e quindi a vincoli precisi: la Regione Molise che pretende impegno è in grado di mantenere i propri? Lanciamo un appello a tutte le persone di buona volontà ed ai responsabili delle Istituzioni affinché ascoltino il nostro grido d'allarme e di dolore e ci diano, per giustizia, ciò che ci spetta per continuare ad offrire un servizio prezioso che cura e salva molti giovani entrati nella dipendenza e che nascondono problematiche familiari complesse e finanche di tipo psichiatrico. Se a questo si aggiunge che le comunità sono tra i pochi spazi d'accoglienza per senza fissa dimora, vittime della tratta, detenuti anche stranieri, migranti anche irregolari e minorenni, e che spesso gli stessi operatori insieme ai volontari si occupano di portare lo spirito comunitario nelle carceri e nelle scuole attraverso gruppi d'autoaiuto e progetti di prevenzione, allora il quadro è completo. La comunità è un esempio d'umanizzazione e rappresenta il valore autentico di quest'Italia che non accetta politiche che restringono gli spazi d'accoglienza e puniscono i poveri.

Quando l'acqua, picchiando, penetra la terra, questa si gonfia, si alza, si scrolla. La terra imbevuta d'acqua si scioglie e precipita via: è smottamento, è frana, è voragine. Salvo che la terra non sia ricca di alberi e questi abbiano radici lunghe, fitte, resistenti. Allora la terra resta abbracciata a se stessa e l'acqua che scorre è solo nutrimento.  Noi vogliamo essere le radici, che in periodi di esondazioni e nubifragi aiutano la terra a tenere. Siamo radici di memoria, di valori, di forza e di progetto. Siamo radici perché stiamo dentro e non altrove. Siamo radici perché siamo comunità solidale. Gli alberi che rigeneriamo si chiamano: partecipazione, accoglienza, rieducazione, umanità, sentimenti di misericordia, di coraggio, di amore, spirito critico, trascendenza, lavoro, diritti, doveri, responsabilità, famiglie, convivenze, comunità, vita, beni comuni. Essi rappresentano l’ossatura stessa di uno stato democratico che trova il punto di riferimento nella Costituzione della Repubblica Italiana e nel vangelo, radicalmente vissuto, per chi vi si ispira, e nel rispetto profondo di tutte le religioni e di tutti i diversamente credenti, l'essenza stessa dell'essere prossimi. ☺

adelellis@virgilio.it

 

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