a piedi nudi
2 Luglio 2012 Share

a piedi nudi

 

Di solito si cammina per raggiungere una meta e quando si corre, a meno che non si voglia dimagrire, è per raggiungerla più velocemente. Lei invece non corre per questo. Il silenzio che domina oggi all’alba si accorda perfettamente con quel vento leggero che delicatamente le accarezza la pelle e le fa svolazzare i capelli. In alcuni tratti si ferma e inizia a ballare: sono anni che pratica danza classica. Ognuno è alla costante ricerca della libertà, e lei l’aveva trovata in questa passione che sembra avere da sempre, tanto che la madre le diceva che se tra il camminare a gattoni e la danza c’era stato un passaggio intermedio, lei non l’aveva notato. Poi però lei morì e Aurora, quando ne sente la mancanza, si concede quel calore che solo le lacrime riescono a regalare attraverso l’unico ricordo che la madre le ha lasciato, una lettera le cui ultime righe dicono: “Dall’alto le cose si vedono meglio, bambina mia. E io non smetterò mai di vederti ballare. Ti abbraccio forte, mamma”. Stamattina non è andata in palestra ma in spiaggia e si è tolta le scarpe. “Il ballo è libertà”, le diceva sempre la madre. Libertà, la sua libertà. Ecco perché Aurora danza a piedi nudi, in quel modo in cui desidera entrare nell’anima del padre per capire cos’è cambiato, per capire perché si rifiuta di vederla ballare. Forse perché le ricorda la moglie, di quando lo faceva con lei.

Come si possono mettere da parte i bei momenti e guardare avanti? Come si può dire addio ai bei momenti e lasciarsi trasportare dal dolore della perdita di essi? Chi, come diceva un filosofo, è più infelice di essere re se non un re spodestato? Quando l’uomo conosce la felicità, difficilmente riesce a privarsene. La felicità passata, l’amore passato, le persone, le cose che danno qualcosa, quando ci mancano ci provocano astinenza. E l’uomo non riesce ad ignorarla. L’uomo ha bisogno del bene, ha bisogno di soddisfare i desideri, ha persino bisogno di sentire bisogno di qualcosa. E sembra che la cosa che riesca a fare meglio è farsi del male. Non che sia deficiente, è che dentro di lui non fanno che lottare istinto e ragione e non è facile decidere a chi dare retta. Forse il padre di Aurora doveva fare quello che aveva escluso in primis: pensare. Forse lei avrebbe dovuto incidergli sul cuore “i momenti tristi vanno via ricordando quelli felici”. O forse così stava soltanto più male. Ma dove si trova il senso agli eventi che caratterizzano la vita dell’uomo? Ed esiste un senso a tutto?

Il sorriso, i capelli, il profumo, la voce della madre riaffiorano nella sua mente. A proposito… che senso ha la morte? Mentre cerca risposta a una domanda che forse non ne ha, Aurora continua a danzare. In compagnia dal vento, a piedi nudi.☺

maramancini94@tiscali.it

 

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