al piede di partenza
22 Marzo 2010 Share

al piede di partenza

 

Senza clamore, con misurata soddisfazione, come succede all’atleta che si ritrova alla linea di partenza in una gara tanto ambita e attesa da lungo tempo, possiamo dire: ebbene ci siamo arrivati! Senza eccedere nell’illusione di aver assicurata già fin d’ora la resistenza per l’intera durata del percorso ma Fondazione di Comunità è al piede di partenza.

Si è tenuto il primo incontro per l’avvio del processo di composizione del Comitato Promotore  che costituisce la prima pietra da installare nel complesso edificio da comporre. Ci siamo ritrovati in pochi: Enrico Colavita, Antonio Varrone, Mariacarmela Santoianni e Leo Leone. Espressione, i primi due, dell’impresa molisana e gli altri come agenti promotori che operano all’interno  del terzo settore in Molise. L’incontro è derivato da contatti avviati da qualche mese e che andranno ulteriormente alimentati per acquisire un patrimonio di informazioni e di competenze volto al raggiungimento dell’obiettivo primo: acquisire una comune condivisione in rapporto alle finalità ultime, agli obiettivi più ravvicinati e alle azioni da avviare da subito.

Sul primo punto è stata condivisa l’idea di scambiare tra i presenti all’interno del Comitato Promotore una serie di contributi che favoriscano un più ampio ed articolato volume di conoscenze sulle Fondazioni di Comunità. Strettamente legato a questo lavoro di rete culturale è stata posta al tavolo l’urgenza di reclutare altre presenze all’interno del Comitato Promotore, facendo particolare riferimento alla rappresentanza giovanile e femminile nell’organico del gruppo.

Si è proceduto allo scambio di informazioni su persone che avevano mostrato la loro sensibilità all’impresa, la disponibilità in termini di lavoro concreto e di presenza attiva all’interno del gruppo. Si è condivisa la linea di non includere in questa fase persone che fossero collocate all’interno di vertici di matrice politica o istituzionale; così come si dovranno aprire spazi di presenza a persone sensibili alle tematiche proprie della fondazione di comunità: dal protagonismo del territorio, alla partecipazione attiva della cittadinanza, alla valorizzazione di risorse e talenti di appartenenza territoriale e alla risposta da fornire ai bisogni concreti della gente. Si tratterà in questa fase di ripercorrere itinerari già tracciati in altre esperienze di cui si vanno raccogliendo testimonianze e tracce di percorsi già avviati.

Gli incontri già in corso consentiranno di affinare la conoscenza reciproca e la capacità di riscoprire e  valorizzare tutte le potenzialità e  gli attori sociali  che del nostro territorio fanno parte. Uno dei primi problemi già posti all’intero del gruppo è sorto al momento di delineare i confini del contesto in cui la fondazione dovrà operare. E non a caso in quanto la fondazione di comunità deve tenere nel giusto conto il quadro del territorio di riferimento, evitando di dilagare in estensione e in complessità di situazioni non gestibili, sia sul piano del coinvolgimento degli attori di sviluppo, sia nelle azioni da sviluppare.

È questo un primo passo che andrà compiuto. Ad esso si legano da subito strategie di mobilitazione delle componenti da coinvolgere e delle linee da definire. Andando per schemi di azione, tracciati da esperti in materia, si dovrà procedere con una serie di passaggi che riguardano:

– Lo sviluppo locale quale tema centrale. Diffondere un messaggio volto all’innovazione decisa che porti la comunità a convincersi che il processo di crescita pone in primo piano la convinzione che “lo sviluppo non è qualcosa che si porta….Questo è compito del territorio” (L. Doninelli).

– Riscattare dalla marginalità il ruolo degli operatori di comunità, andando oltre la logica diffusa, anche in Molise, per cui gruppi, associazioni e cooperative si ripiegano al loro interno e non sviluppano un’azione di rete che è alla base di uno sviluppo che garantisce l’intera comunità e non si concilia con la cultura clientelare e di lobby.

– Patto dei saperi: creare una cultura dell’energia sul territorio, tale da garantire competenze durature nel tempo. Coinvolgere le università, le scuole, il mondo della ricerca, le istituzioni per convogliarle alla scoperta e alla valorizzazione delle risorse e delle filiere da attivare.

– Capacità e possibilità di promuovere e assicurare un dialogo costante con le istituzioni, le imprese, le organizzazioni di terzo settore, i cittadini, la società civile direttamente in campo.

– Combinare il lavoro sul campo con la formazione e la comunicazione ad ampio raggio. Su tale fronte si tratta di consolidare e ampliare un orizzonte piuttosto ristretto e non molto disposto ad aprirsi ad una cultura di comunità. Anche perché il mondo dell’informazione va riscattato da una appartenenza diffusamente di parte.

Per dirla con le parole di Aldo Bonomi, un grande esperto in tale materia: “…i modelli non si costruiscono solo sul campo, ma combinando lavoro sul territorio, momenti di riflessione, comunicazione pubblica; ciascun fattore alimenta gli altri”.☺

le.leone@tiscali.it

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