alimentare l’impegno
22 Aprile 2010 Share

alimentare l’impegno

 

Occorre tornare ad interessarsi della politica. Non si può proseguire sulla logica del disincanto e del ripiegamento nel privato. E’ giunto il momento di farsi carico dei problemi che ci riguardano tutti. Questo il messaggio che dobbiamo raccogliere dal discorso alla nazione che ci ha rivolto il primo cittadino. I partiti vanno “aiutati” ad andare oltre le logiche della autoreferenzialità. Occorre sollecitarli a rinverdire anche i volti e gli anni di quanti, da troppo tempo, se ne fanno espressione esclusiva.

Un bel coraggio, signor presidente, e te ne siamo grati. La cosa ci riguarda tutti. 

Ma proviamo a riflettere noi, i tanti, che ci muoviamo all’interno dell’associazionismo, del volontariato, della cooperazione per trarne le dovute conseguenze per l’azione che andiamo attivando sul nostro territorio.

Fare politica significa “organizzare la speranza”. Così si esprimeva qualche tempo addietro padre Ernesto Balducci, un prete che aveva fatto dell’impegno politico un precetto ineludibile per un credente. Ma così ribadisce in un recente intervento su Repubblica un esperto e attento osservatore della politica italiana: Ilvo Diamanti.

Dopo aver così esordito: “I sondaggi dicono che gli italiani sono depressi”, conclude la sua lettura con sobrie parole che suonano anche come forti richiami : “Manca oggi nel discorso politico il senso del futuro”. Ed aggiunge: “E ciò enfatizza la tentazione delle persone di rifugiarsi nel loro particolare. Nel loro microcosmo. Così gli italiani si scoprono dissociati. Felici sul piano personale, infelici su quello pubblico e insicuri del futuro. Rannicchiati nel loro piccolo mondo familiare e locale”.

E così non alimentano di certo la speranza per un futuro migliore.

Ma torniamo sul terreno che in questo momento ci riguarda: il mondo dell’associazionismo di terzo settore che in Molise ha, di recente, realizzato quel bell’evento di Communitas, dando buona prova nel compiere analisi sulla realtà e nel prospettare un futuro di impegno concreto per aiutare la società a sviluppare progetti di più elevata portata sul piano della cultura della solidarietà, della cooperazione e dello sviluppo. Uscendo però dalle nicchie di gruppo e sottraendosi a logiche di modello clientelare troppo diffuse anche su questo terreno.

Siamo tutti convinti che tale intento può aiutare la politica a volare più in alto, a rinnovarsi per servire meglio la comunità intera.

Ed ora siamo al passaggio nodale. A giorni, il coordinamento regionale del Forum del Terzo Settore del Molise delineerà la propria strategia di azione per l’anno che è appena iniziato.

Ci metteremo a servizio dei cittadini, di tutti i cittadini, per stimolare il senso dell’appartenenza allo stesso territorio, col medesimo intento di alimentare la voglia di crescere e di aiutare la politica a individuare i bisogni e le risorse dei cittadini.

Elaboreremo proposte di intese con le istituzioni tutte: dalla regione, alle province, ai comuni più rappresentativi. Ma ci rivolgeremo anche al mondo sindacale, all’università e a tutti quei soggetti, anche privati che hanno a cuore la crescita del Molise su tanti fronti. A partire dal recupero della speranza che il meglio può essere acquisito con l’impegno di tutti. Ma non a parole. Svolgendo il ruolo di una presenza attiva, alimentando la capacità di ascolto e di proposta. Con spirito critico ma costruttivo e smettendola di rinserrarsi nelle antiche lamentazioni che non giovano a nessuno.

E’ per tali ragioni che alle associazioni che hanno aderito al Forum chiediamo anzitutto di  aprirsi al dialogo all’esterno del loro recinto, per attivare tavoli di lavoro su temi e questioni che richiedono analisi attente, anche con il sostegno di esperti, che poi approdino a veri e propri progetti operativi. Si adoperino perciò al loro interno per reperire risorse umane (e ce ne sono) che siano disponibili a rilanciare segnali di partecipazione attiva per la riconquista di un più autentico indice della vera democrazia e di una più trasparente e corretta interlocuzione tra cittadini e stato. 

Possiamo e vogliamo dare segnali di speranza. E per questo ci attiveremo per ampliare e rafforzare la rete di intese tra associazioni, cooperative e gruppi vogliosi di colloquiare a testa alta con le istituzioni per crescere insieme e alimentare quella speranza che sembra ridursi sempre più a pura rassegnazione all’esistente.

E, per finire, ci sforzeremo di alimentare tra i giovani questo spirito di dialogo rivolto all’impegno comune, attraverso un’azione di sensibilizzazione rivolta alla scuola. Anche perché si ponga fine a quella filosofia rinunciataria che porta i giovani talenti a evadere da questa nostra terra che, invece, ha bisogno del loro slancio e della loro intelligenza. ☺

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