Ho conosciuto Marianna anni fa a Casacalenda, solare e spontanea come sempre, aperta alla vita e alle sue innumerevoli piacevoli possibilità che essa può offrire a noi tutti.
Poi, l’ho incontrata varie volte a Termoli e ne ho continuato ad apprezzare la franchezza del dialogo, sempre accompagnato dalla scelta di un lessico cognitivamente pregnante, congruo e pertinente. Lei teneva, come tutti noi, alle sue idee che difendeva con appassionata tenacia ed accanimento, con lucida determinazione. Era un aspetto distintivo, questo, di un carattere fermo e deciso, frutto anche di una preparazione non solo specialistica, ma anche costruita su solide basi culturali. Non nascondo che per questa sua peculiarità, mi sono trovato a sostenerla e a difenderla da attacchi pregiudiziali, ingiusti, pretestuosi, di natura politica e sociale.
Negli ultimi anni è stata mia peculiare amica sui social anche per un tema che ci accomunava: l’amore viscerale di entrambi per la squadra del Napoli. Marianna, correttamente, sosteneva che, per ragioni economiche, il Napoli non avrebbe potuto fare di più, ciò anche per una perdurante “nordica ostilità”. Penso, tuttavia, che questo suo atteggiamento rappresentasse solo la punta di un iceberg e che l’iceberg fosse, in realtà, Napoli, l’essenza per lei di una cultura cosmopolita, aperta al confronto critico, dialettico, anche pronta a “tirar fuori le unghia” contro la denigrazione gratuita e il pregiudizio.
Mi manchi cara Marianna, e manchi a molti di noi.
Vincenzo Sarracino
