
Caregiver: onu condanna italia
Rosalynn Carter, moglie del trentanovesimo presidente degli Stati Uniti d’America, affermava che nel mondo ci sono quattro tipologie di persone: quelli che sono stati caregiver, quelli che lo sono attualmente, quelli che lo saranno e quelli che avranno bisogno di un caregiver. Il caregiver (letteralmente “colui che dà la cura) è la persona che presta assistenza ad un’altra non autosufficiente, spesso nell’ambito della stessa famiglia, per cui si parla ormai correntemente di caregiver familiare.
In Italia, il ruolo dei caregiver familiari da oltre 40 anni, cioè da quando si è affermato il principio della deistituzionalizzazione della persona con disabilità fisica e/o psichica, è di fondamentale importanza, in quanto permette di conservare l’inclusione della persona non autosufficiente nel proprio contesto familiare, consentendone contemporaneamente la cura, in un modello che sarebbe dovuto essere quello di welfare condiviso tra Stato e famiglie, ossia di uno Stato che avrebbe dovuto supportare le famiglie nel loro impegno di assistenza. Alla crescita di questo ruolo, non si è però purtroppo affiancata alcuna legislazione di supporto alle famiglie (destinatarie solo di provvidenze riconosciute alla persona con disabilità) e non c’è stato nessun intervento per riconoscere dignità e diritti alle persone che si prendono cura di un familiare non autosufficiente.
La situazione è drammatica: in Italia, secondo gli ultimi dati ISTAT, i caregiver familiari sono circa 7.300.000. Le principali caregiver sono (non a caso) le donne di età compresa tra 45 e 64 anni; nel 60% dei casi hanno dovuto abbandonare la loro attività lavorativa. Non a caso, il ruolo del caregiver familiare si interseca con la cultura patriarcale che demanda il lavoro di cura principalmente alle donne.
Un vero e proprio esercito di persone senza tutela, che da anni attende che lo Stato intervenga con una disciplina normativa che finalmente garantisca diritti e dignità agli interessati.
A premere sull’acceleratore, di recente vi è stato anche il Comitato ONU sui diritti delle persone con disabilità che, in data 3 ottobre 2022, ha accolto il ricorso di Maria Simona Bellini, una caregiver familiare italiana, riscontrando la mancanza di riconoscimento e di tutele adeguate per i/le caregiver del nostro Paese e determinando una “discriminazione per associazione”, ossia una forma di discriminazione nella quale una persona è trattata in modo meno favorevole per via del suo legame con una persona con disabilità. La Decisione del Comitato ONU ha stabilito l’obbligo per lo Stato italiano di assicurare alla ricorrente e ai suoi familiari con disabilità una compensazione adeguata e l’accesso a servizi individualizzati di supporto, ma anche quello di adottare misure per prevenire simili violazioni in futuro.
In particolare, il Comitato ha affermato che lo Stato Italiano deve “garantire, attraverso la modifica della legislazione nazionale, se necessario, che i programmi di protezione sociale soddisfino le esigenze delle diverse persone con disabilità su base paritaria con gli altri; informare le persone con disabilità sul loro diritto a vivere in modo indipendente e a essere incluse nella comunità in modi che possano comprendere e fornire corsi di formazione per l’empowerment con l’obiettivo di aiutare le persone con disabilità a imparare a far valere i propri diritti; attuare misure di salvaguardia per mantenere il diritto a una vita autonoma e indipendente in tutte le regioni e riorientare le risorse dall’istituzionalizzazione ai servizi basati sulla comunità e aumentare il sostegno al bilancio per consentire alle persone con disabilità di vivere in modo indipendente e di avere pari accesso ai servizi, compresa l’assistenza personale e il sostegno ai caregiver familiari, ove applicabile”.
Lo Stato Italiano entro sei mesi dovrà presentare al Comitato un piano su quanto intende porre in essere per colmare le gravi violazioni dei diritti umani alle quali sono attualmente sottoposte le persone con disabilità e le famiglie. Speriamo di essere vicini ad un punto di svolta.☺