Casa dell’uno
4 Marzo 2015 Share

Casa dell’uno

Ogni qualvolta cerco di ascoltare notizie che vengono diffuse attraverso i mezzi di comunicazione (dalla stampa ai telegiornali) mi sento sconvolto e angosciato. Mi accorgo che la speranza di un nuovo mondo sta per morire e che la fede nelle promesse di Dio: Ecco, io faccio nuove tutte le cose (Apocalisse 21,5), si fa debole.

Io vorrei che fossero diffuse notizie positive. Notizie per il tempo della raccolta di frutti buoni per poter avere fiducia nel nostro operare domani. Notizie non più di violenza o di morte. Vorrei ricevere la notizia che ai poveri è fatta finalmente giustizia perché non sono degli sfortunati, ma vittime della violenza umana. Vorrei soprattutto accogliere con gioia la notizia dell’impegno dei credenti, dei religiosi non più rinchiusi nelle proprie particolarità e dogmatismi, ma operanti nell’ amore.

Vorrei … e invece. Dove oggi raccogliere segni di amore? Dove è seminata la giustizia per costruire la pace? Dove accadono eventi che conducono alla riconciliazione tra le persone e i popoli in conflitto? Nulla accade che possa infondere fiducia nell’opera umana e nulla che possa produrre speranza per il futuro! Eppure qualcosa accade. Qualcosa che pochi raccolgono e che pochi diffondono. Qualcosa che è veramente una “buona notizia”!

Nel bollettino della Chiesa valdese di Milano (L’araldo) ho trovato questa incredibile notizia. Scrive la pastora Dorothee Mack: “ … A Berlino si è deciso di avviare un progetto, chiamato “House of one” – “Casa dell’Uno”, che ospita, all’interno delle sue mura, una sinagoga, una moschea ed una chiesa! L’idea è stata lanciata dalla chiesa protestante della capitale tedesca. Si aveva a disposizione una piazza che negli ultimi 800 anni aveva ospitato 5 chiese diverse, dalla più antica della città ad una fatta esplodere dal regime della DDR nel 1964. Proprio in quel luogo, ora, si vuole costruire un edificio che prevede 4 spazi diversi che tengano conto delle diverse esigenze di cristiani, musulmani ed ebrei. Per gli ebrei, infatti, è previsto un terrazzo sul tetto dove costruire la capanna per la festa, appunto, delle capanne. I musulmani hanno bisogno di una sala rettangolare per accogliere più persone possibili per la preghiera fatta spalla a spalla. E il quarto spazio, previsto in mezzo ai tre locali dedicati alla preghiera, a che cosa servirà? Verrà chiamato “luogo di insegnamento” ed è pensato per gli incontri di discussione e di approfondimento tra le tre comunità per conoscersi sempre meglio.

L’idea è partita da un pastore protestante. Il coinvolgimento di un rabbino liberale nel progetto non è stato difficile. Più faticosa si è presentata la ricerca di un imam disponibile a partecipare. Infine si è trovato, come partner islamico, il Forum per il dialogo interculturale che ha creato una rete di scuole e di università in tutto il mondo e che promuove, appunto, il dialogo tra le religioni e la riconciliazione tra la religione e la modernità. Il progetto è stato presentato durante l’estate del 2014. L’edificio dovrà essere finanziato da offerte raccolte in tutto il mondo. Non si vogliono creare dipendenze da singole comunità religiose …”.

Ecco l’esempio positivo che ho voluto raccontarvi per tenere viva la speranza che un altro mondo è possibile. Forse è poca cosa, forse domani vi sarà sempre la violenza in nome del proprio Dio. Forse … ma al momento io mi sento ricolmo di speranza e vorrei che tante altre persone potessero raccontare eventi positivi. Che accade di buono nelle vostre case? Cosa è stato del vostro lavoro e del vostro impegno nelle comunità di fede? Chi ha risposto all’appello della solidarietà? Come si è potuto superare difficoltà generate dai conflitti?

Vorrei leggere veramente tante belle notizie per seminare speranza!☺

(Per chi vuole leggere di più sul progetto di Berlino: www.hwww.house-ofone.org )

 

eoc

eoc