conoscenza e solidarietà
20 Febbraio 2010 Share

conoscenza e solidarietà

“Immigrazione: conoscenza e solidarietà”. Con questo slogan è stato presentato il 28 ottobre a Roma e in contemporanea in diverse città italiane tra cui Termoli, per la regione Molise, il XIX Rapporto sull’immigrazione Caritas/Migrantes.

Più che uno slogan appare una sfida soprattutto in relazione al concetto di solidarietà. Oggi dietro la parola immigrazione si cela sempre più goffamente una nuova forma di schiavitù. Ciò implica la necessità sempre più impellente di rimettere al centro della nostra attenzione la tutela e la dignità della persona, sia che si guardi al fenomeno migratorio da una prospettiva squisitamente laicista, e quindi in funzione del rispetto di quei diritti inalienabili di ogni singolo essere umano, calpestati e derisi dalla discutibile legge vigente sull’immigrazione – ultimamente farcita da una sequela di normative intrise di pregiudizio denominate “pacchetto sicurezza”-, sia che la si guardi nell’ottica evangelica dell’“Ero straniero e mi avete accolto”, essenza stessa del cristianesimo.

Conoscenza e solidarietà, due categorie che fanno da sfondo a questo XIX rapporto sull’immigrazione. Hanno l’intento esplicito, attraverso i numeri e le cifre dettagliatamente esposte nel dossier, di far superare il pregiudizio che oggi porta molti alla facile equazione per cui immigrazione vuol dire clandestinità e delinquenza. I dati ci dicono che, nonostante la crisi economico-finanziaria che stiamo vivendo, il nostro Paese è rimasto meta di immigrazione passando dai 2.670.514 cittadini stranieri residenti del 2005 ai 3.891.295 attuali che diventano 4.329.000 se si vanno a considerare le presenze regolari non ancora in anagrafe. In percentuale, si parla di un aumento del 13,4% rispetto allo scorso anno. Si può ben dire che oggi la società italiana sia una società multiculturale, ma purtroppo non interculturale, vista la massiccia presenza di pregiudizi sia impliciti che espliciti di cui sia a livello istituzionale che a livello più squisitamente sociale l’Italia è ahimè ancora intrisa. Cinque i Paesi di maggiore provenienza degli immigrati – Romania, Albania, Marocco, Cina e Ucraina – la cui distribuzione geografica sul territorio nazionale segue l’andamento dell’economia. Non a caso le regioni con una maggiore presenza sono la Lombardia, il Veneto e il Lazio.

Diversi i dati interessanti che emergono dal rapporto: quello che ci preme maggiormente evidenziare, proprio per liberarci, spero definitivamente, del pregiudizio più tenace da estirpare, e cioè l’opinione comune per cui immigrato uguale delinquente, è il dato che evidenzia come, a fronte di un aumento del 101% dell’immigrazione in Italia negli anni 2001 – 2005, ci sia stato un aumento delle denunce presentate contro cittadini stranieri del 46%. Dato che, appunto, smentisce l’opinione comune. E altrettanto significativo è il dato inerente gli sbarchi sulle coste italiane: 36.900 di cui 17.810 rimpatriati. Un numero esiguo (meno del 1% questa è la reale dimensione di quell’orda barbara che a detta di alcuni ci sta invadendo passando dalle nostre frontiere meridionali) rispetto al totale, che fa capire a quanta pressione mediatica siamo sottoposti e quanto sia sempre più necessaria la conoscenza reciproca come base dell’integrazione.

Nello specifico della nostra regione l’aumento percentuale della popolazione immigrata è superiore al dato nazionale (16,6% rispetto al 13,4% per l’Italia). 7.309 gli stranieri residenti in Molise, di cui 5.358 nella provincia di Campobasso e 1.951 nella provincia di Isernia. La maggior parte di essi proviene da Paesi membri dell’Unione Europea, ben 2.456 sono i romeni. Le donne sono quelle maggiormente rappresentate, infatti sul dato generale risulta che ben il 42% degli immigrati, è impiegato nei servizi, elemento questo che indica la reale consistenza del fenomeno badanti nella nostra regione. Alta anche la percentuale dei minori presenti (18% rispetto a circa il 7% del dato italiano) sul territorio: 1.319 di cui 89 nuovi nati e 1.199 iscritti a scuola nell’anno scolastico 2008 – 2009.

Un aumento di cittadini stranieri in Molise, dunque, che chiede a tutti e a ciascuno un surplus di impegno perché, come ha ribadito la Conferenza Episcopale Italiana, “la vera sicurezza nasce dall’integrazio- ne”.☺

jiopi@libero.it

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