Costruire un futuro possibile
6 Luglio 2022
laFonteTV (3191 articles)
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Costruire un futuro possibile

Meno di un anno al voto per le Regionali e poco meno di cinque anni di un governo a guida centrodestra, che – a tentoni, spintoni e surrogati – ha vivacchiato senza alcuna capacità alla giornata nascondendosi, come dietro un dito, esclusivamente dietro proclami mai concretizzati.

Ritengo che una coalizione di centrosinistra, allargata ai movimenti civici storici, sia una necessità per l’affermazione della visione progressista in Molise. Metaforicamente lo immagino non come un’unica casa dove tutti debbano entrare ma più un agglomerato di tante singole realtà abitative, tante case che fanno rete tra loro attraverso la riscoperta della logica del “buon vicinato” che negli anni è progressivamente venuta meno. Infatti come i rapporti di vicinato richiedono un equilibrio tra varie componenti, anche una coalizione politica è un raffinato lavoro di mediazione che però abbia un unico obiettivo: la costruzione di un futuro positivo per la nostra regione, anche se ciò potrebbe comportare, come si dice, ingoiare qualche boccone amaro.

Va da sé che una selezione all’ ingresso divenga naturale e fisiologica se si accettano determinati presupposti. Solo così si tornerà ad avere l’opportunità per realizzare quello che fino ad oggi abbiamo sempre immaginato come il domani del nostro Molise, battendoci per essere ascoltati, presi in considerazione da una politica che invece ha gonfiato i muscoli senza però avere la forza di muovere un dito. Ma un programma di sintesi politica di “buon vicinato” deve essere costruito in modo rigorosamente induttivo, ossia non deve partire da definizioni generali ma dalla descrizione dei processi concreti, immediatamente visibili ai cittadini che ci si propone di rappresentare. Pur tuttavia sarebbe da illusi non partire da comuni concetti cardine per una felice, duratura e proficua convivenza politica.

I valori. I temi. Le soluzioni.

Per valori mi riferisco alla responsabilità, alla trasparenza, alla competenza, al rispetto della Costituzione, all’ecologismo, alla solidarietà, all’elogio della diversità. Per essere più chiari, i valori opposti a quelli meloniani, urlati, minacciati, cadenzati, a mo’ di passo dell’oca, nell’atmosfera neofalangista spagnola.

I temi. Sono ahimè sempre gli stessi, da troppi anni. Ormai sono diventati problemi, piaghe purulente da decubito da “sindrome da immobilizzazione”, e sarebbe inutilmente doloroso elencarli ancora. Anche se oggi tornano vessilli da sbandierare per chi, provvisto di una scarsissima memoria, si propone a risolutore dimenticando di esserne stato anch’egli in buona parte causa efficiente. Parodia molisana della terza e ultima parte del romanzo di J. R. R. Tolkien Il Signore degli Anelli – Il ritorno del re.

Le soluzioni. Certamente da scrivere insieme alle varie rappresentazioni politiche e civiche presenti, aderenti alla coalizione ma che siano figlie di una metodologia che si sviluppi attraverso la coopianificazione e la cooprogrammazione. Concetti risultati assenti in questa legislatura, e gli effetti negativi si vedono tutti.

Un Molise bistrattato dalla politica del bla bla bla, che non è stata in grado di mettere a terra – come si dice – alcun progetto concreto di sviluppo in grado di rispondere concretamente al vuoto che lo spopolamento – la malattia che dobbiamo vincere – sta inesorabilmente lasciando dietro di sé. Siamo solo all’inizio di un percorso politico di confronto interno ai partiti e ai movimenti e aperto alle sensibilità politiche che faranno parte di una coalizione che spero si presenti compatta attorno ad un progetto di rinascita e di riforme della regione.

Concentrarsi su quello che si deve fare per il Molise, e non a caso utilizzo il verbo dovere, diventa uno dei pilastri sui quali costruire questa casa comune. La deludente eredità che lascia questa legislatura che si avvia a conclusione è facilmente individuabile. Basta dare uno sguardo a quello che è il biglietto da visita del Governo regionale: l’assoluta carenza di atti programmatori, in quattro anni di legislatura, è la fotografia della (in)capacità politica di questa maggioranza. L’esperienza politica non ha un peso secondario per affrontare le sfide che porta con sé l’essere al governo di una regione. Le competenze che sono state già messe a disposizione di un’idea non possono che essere una solida base di confronto. Per questo condivido l’impegno della neonata coalizione civica, quello di personalità espressione di ambiti e competenze diverse che possono essere il fertilizzante di un progetto serio, concreto, attuabile. Di un Molise possibile, che sappia uscire dal pantano di questa legislatura. Ritengo sia fondamentale la partecipazione ai processi: quindi se confronto e condivisione sono allargati ad una platea più eterogenea, non possono che arrivare più spunti, più idee, più progettualità. Il dialogo è l’ingrediente principale per arrivare ad una sintesi politica. Esperienza e poi confronto, condivisione, discussione, apertura al territorio che esprime una vitalità che troppo spesso viene emarginata.

Veniamo da un quinquennio legato al cosiddetto “profilo alto”, al tecnico ‘travestito’ da politico, che credo abbia espresso in maniera molte volte errata il concetto che sottende il ‘fare politica’ cioè l’avere una visione non meramente analitica ma sforzarsi il più possibile verso una sintesi, che assorba in maniera proficua le varie anime che compongono il corpo sociale. Nei fatti, significa confrontarsi anche con il territorio, le comunità e le minoranze, in maniera più concreta e meno divisiva.

C’è un mondo fuori dal Palazzo che avverte il bisogno di una leadership della gentilezza, orientata al compito e al risultato ma vocata all’ascolto, all’attenzione, alla cura. Prima di dire cosa bisogna fare occorre ascoltare e rendere partecipe la comunità. Gentilezza è prendersi cura degli altri, dei luoghi in cui lavoriamo, della nostra terra e dei cittadini. Questo è l’identikit sul quale mi sentirei di convergere. E trovo interessante l’esperimento che si sta tentando in Sicilia, con una modalità di individuazione del candidato presidente attraverso modalità nuove di consultazione. Il Molise è chiamato a sfide innovative.

Il futuro non è più quello di una volta, oggi è fatto di idee innovative e nuove professionalità, centrali per la transizione ecologica e digitale. In Molise ci sono iniziative avvincenti, portate avanti da giovani professionisti competenti e pieni di voglia di fare che vanno messe in rete. Occorre avere il coraggio di essere più inclusivi, di raccogliere le nuove proposte e fare fronte comune affinché il futuro diventi realtà. La discontinuità politica invocata deve essere, prima di tutto, discontinuità nel modo di fare politica. Sarebbe inutile cambiare nomi e volti se le azioni messe in campo restano poi identiche a quelle attuate negli ultimi decenni.☺

 

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