Di denuncia e di proposta
31 Marzo 2015 Share

Di denuncia e di proposta

In una società in continua e caotica evoluzione, nella quale non è più un tabù rimettere in discussione perfino i valori costituzionali, c’è bisogno dell’impegno civico di ogni uomo che li abbia a cuore.

È così che mi piace interpretare la discesa in campo di Maurizio Landini, volendo credere che la lettura di molti giornalisti, pronti a derubricarla come nuovo esperimento “politico”, sia fuori luogo. Perché mi pare chiaro che, in un momento in cui è l’ antipolitica a farla da padrone, tacciare un’istanza sociale di interessi politici serva a delegittimarla. Senza andare troppo lontano, anche nella nostra piccola regione si sta cercando, a fatica, di chiamare alla “lotta” i cittadini impegnati in battaglie civili, proponendo loro di far fronte comune dinnanzi allo scempio sociale perpetrato da mala politica e lobbies economiche. Non bisogna essere bolscevichi per notare che l’ americanizzazione dei nostri costumi, dalla sanità sempre più appannaggio dei ricchi alla scuola pubblica che si apre ai finanziamenti privati (mentre fondi pubblici vanno alle private, in un pericoloso gioco di commistione), rappresenta una vera e propria emergenza. Lo scorso anno, la quasi totalità delle associazioni disseminate sul territorio molisano ha siglato la Carta di Matrice. Il comune alle porte di Campobasso ha ospitato un forum di cittadini attivi nel sociale, in una “due giorni” intensa che si può riassumere nell’impegno di ciascuna organizzazione a rinunciare alla lotta individuale, praticata da ciascuno secondo le forme ritenute più opportune, per unire le voci nel dissenso e nella proposta di una visione più equa di sviluppo. Ma i cambiamenti sociali, si sa, richiedono tempo. Se pensiamo che l’Unione Europa, anch’essa nata da esigenze nobili, è ancora ferma al palo dell’aspra concertazione tra interessi nazionali, non sorprende che un anno dopo Matrice sia cambiato ben poco.

Auspicando un’accelerazione della comunque lodevole “costituente associativa” regionale, che tanto ha in comune con la Coalizione Sociale lanciata dalla Fiom, la fonte vuole dare il suo contributo. Grazie all’entusiasmo di vecchie e nuove leve e allo stimolo di un pubblico sempre più “assetato”, stiamo lavorando ad un ampliamento dell’offerta informativa che guarda con entusiasmo anche al mondo associativo. Ci stiamo infatti spendendo per ridisegnare, tabula rasa, lo spazio web del giornale, in cui sarà prevista una pagina dedicata alle iniziative delle associazioni, seguendole al di là delle esigenze di cronaca, ma non solo… Vogliamo, anche col vostro aiuto, scommettere su un’informazione di approfondimento, proponendo contenuti video che, con l’ausilio delle immagini, possano meglio spiegare i problemi del nostro territorio e, come sempre, offrire possibili soluzioni. Il nostro sogno, da sempre, è quello di metter su un canale libero, di denuncia e di proposta, valorizzando quanto fatto finora grazie all’impegno dei giornalisti volontari e degli affezionati abbonati.

Il nostro è un progetto quanto mai ambizioso, ma abbiamo dalla nostra la grande sete di verità, di libertà, di passione civile, che ha bisogno di una fonte alla quale dissetarsi. I lettori più attenti si staranno chiedendo: “come fa un giornale acefalo, senza editore né finanziamenti, ad ampliare la propria offerta?”. La risposta è nel pubblico.

L’esempio di Servizio Pubblico, il celebre programma di Michele Santoro, è stato illuminante in tal senso. Servizio Pubblico nasce come un’associazione, con un messaggio molto chiaro: se non c’è spazio per il nostro tipo di informazione nei canali convenzionali, sempre più schiavi della logica del profitto, sei tu, pubblico, a deciderne le sorti e puoi farlo contribuendo come socio sostenitore. Esperienza, in realtà, già consolidata negli Stati Uniti. Per avere un’idea, mentre in Europa la televisione è nata pubblica e si è via via aperta ai privati, negli USA è sempre stata commerciale, finché non è arrivata la Public Broadcasting Service, che ha deciso di offrire al pubblico americano un servizio di qualità, non dipendente dagli interessi economici delle multinazionali che sponsorizzano gli altri broadcasters (emittenti, se preferite). Per fare ciò, la PBS ha “importato” il concetto di canone negli States, chiedendo a privati e fondazioni di sostenere un progetto editoriale commercialmente poco interessante, ma dai contenuti fortemente al servizio del pubblico. Un po’ quello che dovrebbe essere perseguito dalla Tv di Stato, nel nostro caso la Rai. Ispirati da questi celeberrimi esempi, abbiamo pensato che anche in Molise ci sarebbe un gran bisogno di un’ informazione libera e multimediale, che non solo approfondisca tematiche quanto mai attuali e scottanti, come la tutela dell’ambiente e del territorio, ma che sappia anche fornire degli esempi di best practice sui quali associazioni e cittadini potrebbero lavorare insieme al fine di costruire un futuro migliore per la regione.

Noi de la fonte scommettiamo sul pubblico e su chi non ha voce, sperando di essere ricambiati. All’ingresso della Chiesa dedicata a Santa Maria delle Rose a Bonefro, che ospita la nostra redazione, si legge: “Il mondo si divide tra oppressori e oppressi. Tu che entri da che parte stai?”.

E voi, da che parte state? ☺

 

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