Diario di un viaggio
21 Agosto 2016
La Fonte (351 articles)
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Diario di un viaggio

Lo zaino non è ancora pronto, ma, se la precarietà sarà la mia compagna di viaggio, sono decisamente in tema. Prendo lo zaino e vi butto dentro l’essenziale per il “camino” e, per sicurezza, circa il peso compatibile con il viaggio in aereo, nel caso debba servire, aggiungo anche lo zaino più piccolo. Gli scarponi? Li lascio e mi porto solo i sandali con i quali cammino tutti i giorni. Mosè mi osserva; il suo faccione mi cerca ed io non mi faccio aspettare; lo abbraccio, accarezzo la mia gatta, Tatà, e salgo in macchina. Sento già nostalgia nel lasciare la mia gatta ed il mio cagnone “pastore abruzzese”, che condividono i miei cammini … domani Mosè compirà tre anni, ma è ora di partire.

A Bojano trovo Pino sotto casa che mi sta aspettando e, dopo una birra ed una melanzana ripiena, mettiamo le sveglie alle tre e mezzo. Alle quattro e venti siamo gli ultimi a raggiungere il pullman dove gli altri “Pellegrini” della seconda ora, ovvero quanti hanno optato per solo 130 km, già sono sul pullman.

Pullman, aereo, chiacchiere ed il sonno che ci avvolge facendo scorrere il tempo. Il tempo che sembra interminabile nell’andare verso l’inizio del nostro “camino comune”. Ce la faremo? Ce la faremo a percorrere un tratto di vita a piedi? Ma sì, è la normale condizione di ogni viandante della vita e la nostra è già molto assistita. Probabilmente il timore di farcela è tutto in quel “a piedi” e “camino”. Si tratta di sperimentare un cammino senza tutele e disarmati, augurandosi il sostegno dei Cavalieri di Santiago lungo la pericolosa e terribile scampagnata nelle sconfinate terre di Spagna. Olè!

Le campagne, attraversate comodamente seduti su quel vagone di persone comuni e viaggianti, evidenziano il lavoro che altri, “pellegrini del quotidiano”, svolgono abitualmente sotto un cielo che sempre manifesta il suo inquieto evolversi tra nuvole, piogge, sole ed il lento trascorrere delle stagioni. Speravamo di trovare il sole, ma il “camino” sembra che ci voglia regalare una settimana di primavera con pioggia, vento, freddo e scoperte già conosciute, distrattamente raccolte nelle nostre personali biblioteche e saperi. Forse, viste le condizioni meteo, Pino compra un quadernetto per appunti di viaggio con la scritta no pain no glory (senza sforzo non c’è gloria) con raffigurati dei piedi nudi incerottati e la conchiglia, simbolo del “camino”, e me lo regala. Sul primo foglio, il primo giorno, riesco a scriverci unicamente: regole e spazi. La cura di me e delle mie cose. La determinazione. Ogni perdita, come ogni via, indica una risorsa e saranno gli unici appunti del mio “camino breve de Santiago”.

Arriviamo a Sarria dove veniamo accolti dal vocione di Dario, che, sotto una persistente pioggia, ci accompagna nei nostri alloggi. La serata ci vede protagonisti attorno al tavolo imbandito della vicina meson “o tapas dove qualcuno prova anche a raccontare la metafora del “bicchiere mezzo pieno e mezzo vuoto” che mi sembra, da sempre, una metafora funzionale al sistema, perché un bicchiere è sempre un bicchiere che manifesta il suo contenuto ed esso non è mai così equamente diviso, piuttosto identifica un’“aurea mediocritas”. Le regole ed i proclami, religiosi o meno, conservano sempre il margine tipico dell’umano che convive con le proprie contraddizioni, e che, comunque, tali non sono e non sono divisibili. Se è vero che la stanchezza fa uscire il meglio delle nostre debolezze, raccomanda con il suo vocione Dario, è vero anche il contrario e cioè che la stanchezza permette alle nostre debolezze di manifestarsi ed è bello prenderne atto e parte. A conclusione della serata, per consentire a cercatori di spiriti, santi o meno, di aver qualcosa su cui riflettere lungo il “camino” e per non distrarci nel camminare, Darione indica un brano tra quelli che gli scrittori del Cristo di Nazareth raccontano: Voi avete udito che fu detto: occhio per occhio … ma io vi dico … a chi vuole litigare con te e prenderti la tunica, lasciagli anche il mantello … (Matteo 5,38-48). Annuncia altresì, come già preannunciato nel cartaceo di preparazione al “doloroso e faticoso camino”, che “Ogni sera leggerò un versetto della versione di Gesù il Nazareno sulla vecchia Legge Mosaica” … meno male che non contempla la lettura delle diatribe tra storici, biblisti ed interpreti sui codici Ur, Hammurabi e scheletri simili! “Inoltre, precisa il nostro Rinnovatore, concludendo, non siete, in ogni caso, obbligati ad ascoltare. … ma noo!

Già il primo giorno si manifesta la mancata attenzione alle mie cose, e, sarà per caso?, lascio la mia giacca termica nello stanzone con letti a castello dell’albergue Los Blasones di Sarria, così da permettere ai miei “Friends occasionali” di potersene appropriare senza dover litigare. Sì, perché io sono “pellegrino senza sicurezze, ma ricercatore lungo i percorsi di vita e senza tutele, abbandonato alla vita”. ☺(prima puntata)

 

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