Duomo di larino:interno
10 Settembre 2019
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Duomo di larino:interno

L’interno della Basilica Cattedrale di Larino è a tre navate di differente lunghezza e larghezza. I maestosi pilastri che delimitano la nave centrale da quelle di lato e sorreggono le arcate longitudinali a sesto acuto, sono in numero superiore a destra (sette) rispetto a quelli di sinistra (sei) perché la facciata risulta fortemente obliqua rispetto all’asse dell’impianto planimetrico.

Nella prima campata di sinistra è posto un arco in pietra scolpito negli anni trenta del cinquecento con pregevoli raffigurazioni tra cui quello dell’Annunciazione (riproposta anche in un affresco centrale) e gli stemmi, oltre che della Città, del vescovo di Larino Giacomo Sedati (1530-1539) e di Ettore Pappacoda, “signore” di Larino dell’epoca.

Sul finire del XV secolo, il vescovo larinese Bonifacio ricavò, in fondo alla navata destra, una “cripta” e vi realizzò un altare. Lo scopo fu quello di sistemare al suo interno l’originaria urna in pietra contenente i resti mortali di san Pardo, patrono di Larino e dell’intera diocesi. A causa dell’umidità, nel 1696, il presule della città frentana Giuseppe Catalani ritenne di riportare in superficie le reliquie del Santo e sistemarle definitivamente sotto l’altare maggiore.

Sempre lungo la navata destra, durante i lavori eseguiti nei primi anni cinquanta del novecento, che hanno consentito la quasi totale eliminazione del barocco sovrapposto sul finire del seicento ed in modo particolare all’inizio del settecento, sono tornati alla luce preziosi affreschi trecenteschi che occupano la parete dell’intera campata centrale.

Il trono vescovile e l’altare maggiore, che per volontà del benemerito vescovo di Larino Giovanni Andrea Tria (senior) ornavano, dal 1728, il presbiterio della Cattedrale, sempre durante le massicce variazioni di metà novecento, furono smontati con cura e ricostruiti nei locali interni del sacro edificio. I due manufatti, di pregevole fattura, sono opera del noto artista napoletano Lorenzo Troccoli. In alto all’elegante cattedra episcopale è posto lo stemma di Tria (senior); l’altare, invece, eseguito, su disegno di Domenico Antonio Vaccaro, con marmi policromi intarsiati ed il paliotto ornato da motivi floreali, presentano gli stemmi vescovili di Carlo Maria Pianetti, il primo committente, e di Tria (se- nior) sotto il cui episcopato fu condotto a termine.

Tra le altre sculture e pitture figurano: il fonte battesimale, in funzione, probabilmente, già nel precedente sacro edificio corrispondente all’area più vicina all’odierna abside, sorto tra l’XI ed il XII secolo; due interessanti bassorilievi in pietra ed altrettanti pannelli lignei, sempre in rilievo, del XIV o XV secolo; una serie di tele appartenenti al periodo compreso tra il cinquecento ed il seicento.

Prima dell’edicola del battistero è, da poco, posta una lastra marmorea che recita testualmente (traduzione dal latino): “Il giorno 31 del mese di luglio dell’Anno del Signore 2019, la Città di Larino e l’intera Comunità diocesana di Termoli-Larino, strette attorno al proprio Pastore Gianfranco De Luca, hanno solennemente celebrato il VII Centenario della inaugurazione di questa monumentale Pontificia Basilica Concattedrale avvenuta nel medesimo giorno e mese dell’Anno del Signore 1319, nel terzo anno di Pontificato di Giovanni XXII, nell’undicesimo anno di Regno di Roberto d’Angiò, essendo Vescovo di Larino Raone de’ Comestabulo”.☺

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