Elezioni
15 Giugno 2023
laFonteTV (3191 articles)
Share

Elezioni

Le cronache quotidiane degli strumenti di comunicazione raccontano e narrano situazioni di vita sul pianeta e relazioni tra Stati governanti. I colloqui tra amici e parenti raccontano episodi di fatti soggettivi ed interpersonali. Le riflessioni soggettive, quelle che ciascuno racconta a sé stesso, narrano episodi di vita personale, spesso con generalizzazioni da “divi” della verità. In tutti i casi, rimane dominante una visione complessiva molto spesso irreale e manipolata. Un po’ come l’ enfatizzazione di una possibile nascita, ove si dimentica che ogni nascita porta con sé gioie, amori, dolori, solitudini e, soprattutto, la morte. No, non è il pessimismo cosmico rappresentato da diversi pensatori, ma è quella realtà che “illumina” e “spegne la luce” su una possibile eternità del vivere, divenire ed esserci “qui ed ora”. Rappresenta la consapevolezza che la vita è bella, ma contiene colori e sfumature di quell’arcobaleno che la colora e soprattutto “che non è infinta”.
Le parole, siano esse espresse nei colori di linguaggi diversi o declamate con la propria voce in suoni differenti, sempre raccontano un modo di vedere e percepire la propria esistenza. La “parola” va compresa e contestualizzata, non sempre esprime il percepito dal lettore o “uditore”: le parole espresse da un leader politico vengono raccolte dalla platea dei “tifosi” come un evento esaltante; all’osservatore politico appare “criti-cabile”; a chi è fuori dal coro non interessa; all’osservatore “disincantato” appare molto spesso come una parodia triste degli ideali tramontati.
Esempio illuminante è la cronaca dei “viaggetti in Europa” ed incontri programmati da quello dell’Ucraina, che è andato “pure” ad incontrare il Francesco papa, Custode della Parola del Nazareno, dicendo “anche e senza pudore” al Pastore di Pace: “Non abbiamo bisogno di chi parla di Pace; la pace giusta è quella nostra e dateci le armi” … caz! L’assurdo è che gli si dà pure credito! E senza una riga di critica nelle cronache narrate. Questo attore continua ancora ad alimentare i Signori delle guerre rifacendosi all’antico detto “si vis pacem, para bellum”, che, in maniera più sottile, non è altro, da secoli, che un espediente per tenere “sotto scacco” un popolo, e, quindi, poterlo dominare creando un nemico all’esterno o al suo stesso interno. Costui non capisce certo, insieme a chi mette in onda i suoi spot, che “si vis pacem, para pacem”, smettendola di alimentare il  metus hostilis, ossia “la paura del nemico”. Nel caso in questione, forse, sarebbe necessario, “e basterebbe”, mettere attorno ad un tavolo storici, economisti, studiosi … indipendenti e saggi, anche delle parti in causa e senza americani, che sappiano utilizzare la penna e la ragione, piuttosto che la clava, e che tirino giù una proposta da sottoporre alle parti ed alle diplomazie, piuttosto che inviare armi e continuare ad alimentare la tromba d’assalto.
Le parole scritte nei programmi politici entusiasmano le curve e, parallelamente, alimentano il “metus hostilis”; all’osservatore disincantato rivelano le lacune presenti laddove si utilizzano luoghi comuni, ma non descrivono i passaggi concreti per realizzare il programma presentato. Si enfatizzano elezioni democratiche, dove di democratico restano le clientele ed i favori alle curve ed ove nessuno, “nisciune” ostacola di fatto il gioco dei poteri economici e dei padrini della Democrazia: meglio parlarne, il che non fa male a “nisciune”, ma intossicano. Sono state scritte enciclopedie di Leggi, ma resta in vigore il luogo comune che “chi le rispetta è fesso”. È vero che “chi non butta le reti in mare, non può pescare”. Vero è che “diventa inutile pescare in un mare dove i pesci sono intossicati”. Vero anche che intossicare è diventato una logica condivisa, quindi far pescare equivale ad intossicare quei probabili ancora immuni.
Abbiamo bisogno di un albero con radici profonde che ci dia fiducia, ma rimane necessario cambiare stile. Nello specifico delle elezioni, “è necessario cambiare le modalità di rappresentanza, formazione delle liste e scelta”. Non viene compreso che nel momento che “l’elettore vota un candidato Presidente-Sindaco e chi vi pare, insieme ad una lista formata altrove, non vota Lui”, ma, al massimo, gli viene consentito di esprimere un gradimento relativo su nomi spesso neanche conosciuti, per i quali in molti, senza vergogna, votano tappandosi il naso. Questo: Questo è il non voto. Al cittadino elettore viene tolto “di fatto” il diritto di votare. E non si parli di contraddizioni o di omissioni del cittadino che non vota! Chi non vota in tali circostanze, probabilmente è uno consapevole di tali contraddizioni, insieme a tanti altri, sicuramente non coinvolti nella costruzione di “Democrazia”, che non sono toccati, ma restano invisibili e sconosciuti ai cosiddetti Signori della politica e del voto. “Gli invisibili”, quelli che non hanno una sufficienza economica ed esistenziale, diventano visibili, nelle nebbie della burocrazia e degli interessi, quando si tratta di reperire risorse economiche per assisterli. Voce molto conosciuta nella logica dell’assistenzialismo e clientelismo nostrano, ovvero: reperiamo risorse, lasciamo perdere le riforme strutturali e creiamo posti di lavoro per le nostre curve di tifosi. Tra l’altro, oltre le parole, in nessun programma politico ho mai letto una revisione del numero di consiglieri e delle loro retribuzioni: Invece di dimezzarli, sono stati aumentati e i loro stipendi sono ancora tra i più alti in Italia e nel mondo. Ovvio, “io non voto”.☺

laFonteTV

laFonteTV