Epigenetica e misericordia
19 Ottobre 2017
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Epigenetica e misericordia

Avevo iniziato questa mia collaborazione con la fonte per sviscerare la stretta correlazione che esiste tra produzione agricola intensiva-superintensiva e monocoltura, la produzione di enormi quantità di proteine animali e l’inquinamento da gas serra, ma ancora una volta rimando questo appuntamento. È molto più importante, in quanto propedeutico, parlare del concetto di Epigenetica.

Nel 1953 Watson e Crick presentarono le loro scoperte sul DNA che condizionarono tutta la scienza fino alla fine del secolo scorso. Dimostrarono che, attraverso dei percorsi biochimici determinati, il DNA era in grado di determinare l’attività cellulare (funzione e produzione), utilizzando strutture ed organuli intracellulari. Questo processo, secondo i loro studi, era monodirezionale e nulla si poteva fare in senso contrario. Il DNA è una catena che somiglia ad un binario, avvolta su se stessa a doppia elica, lunga circa 2 metri uguale in tutte le cellule di tutti gli animali di una stessa specie.

La cosa impressionante è che questa catena a doppia elica di due metri riesce a stare dentro ad una struttura chiamata nucleo che misura pochi micron ed il micron è la millesima parte di un millimetro.

Come sia possibile tale magia, perché di questo si tratta, proverò a dirvi: esiste una complessa struttura costituita da proteine chiamate istoni, che imbrigliano e compattano il DNA in modo talmente mirabile da far rientrare dentro questa valigia chiamata nucleo tutto il nobile materiale del DNA ed avviarlo al viaggio della vita. Queste proteine a valenza basica sono talmente importanti fra le proteine degli eucarioti (esseri viventi che hanno cellule con un nucleo) che sono quelle più conservate durante il corso dell’evoluzione e la maggior parte dei cambiamenti nella sequenza istonica è letale. Quindi durante i processi evolutivi la natura ha protetto quanto più possibile questa “impalcatura”. Erano solo strutture di sostegno o ben altro?

Ricorro ad alcune metafore per spiegare cos’è l’epigenetica: il DNA è un nastro su cui sono registrate le informazioni; inutile il nastro senza un lettore di nastri. L’Epigenetica è il lettore (Bryan Turner). La differenza tra Genetica ed Epigenetica può essere paragonata alla differenza che passa tra leggere e scrivere un libro. Una volta scritto il libro, le informazioni in tutte le copie distribuite al pubblico saranno tutte uguali, ma ogni lettore potrà interpretare in modo diverso la trama, provare emozioni diverse e raccontarlo in modo diverso, cioè presentarlo diversamente (Thomas Jenuwein). Ancora: il DNA è il disco rigido e l’epigenetica rappresenta i programmi che ci permettono di poter accedere alle informazioni presenti sul disco e poterle gestire (Jorn Walter).

Dagli studi epidemiologici emergevano dati che non potevano essere spiegati semplicemente con il modello di Watson e Crick. Infatti se un cinese emigra in California continuerà ad ammalarsi di malattie della sua terra di origine, ma i figli no e e si ammaleranno di malattie californiane anche se conservano uno stile di vita simile alle loro origini. Il padre e la madre cinesi cosa hanno trasmesso? Sicuramente il loro DNA, ma questo DNA si è espresso in modo diverso a contatto con un ambiente diverso.

In laboratorio se a dei topi bianchi e di grandi dimensioni, quando sono in gravidanza si somministrano degli integratori alimentari, i loro figli saranno piccoli con il pelo nero e nella progenie di questi nuovi topi ci saranno solo topi neri e piccoli. Com’è possibile che un integratore alimentare possa aver determinato un tale cambiamento da renderlo stabile come fattore ereditario (i figli sono sempre piccoli e neri)? Può spaventare che ogni gesto della nostra vita abbia delle conseguenze e se non si è consapevoli spesso le conseguenze sono negative.

Siamo di fronte ad un ribaltamento totale della teoria monodirezionale di Watson e Crick. Non più il DNA che impera e comanda ma un DNA pronto ad essere letto ed interpretato a seconda che le esigenze dell’ambiente siano di tipo emozionale (importantissime durante la gestazione ed i primi mesi di vita), tossico/ambientale alimentare ed altro.

L’ambiente interferisce principalmente con la presenza oggi di sostanze non presenti normalmente in natura e fa sì che alcune di esse, riuscendo a raggiungere le strutture prima sommariamente descritte, permettano al “lettore del nastro” di leggere una parte errata e quindi far esprimere al DNA una funzione non corretta, deleteria per la salute e, se avvenuta in epoca embrionale, trasmissibile anche ai figli, creando un sistema di ereditarietà di un difetto senza vera alterazione genica.

Ho richiamato la misericordia di DIO perché questo meccanismo è reversibile ed il “lettore” può tornare a leggere la parte funzionalmente corretta di DNA. Ci viene concessa la possibilità di ricominciare. Ci sono studi in Finlandia, Danimarca e Svezia che lo dimostrano: ad esempio nei bambini piccoli, modificando l’ambiente (con eliminazione di pesticidi). Oppure i cani di Città del Messico, una delle città più inquinate al mondo, presentano le stesse alterazioni anatomiche cerebrali (depositi di Beta amiloide) dell’Alzheimer. Non è possibile inoltre spiegare con la genetica classica o con altre teorie che chiamino in causa i vaccini, la pandemia dei disturbi della sfera autistica che in America nel 2014 ha raggiunto numeri pari a un caso ogni 69 bambini.

Dobbiamo lottare per un ambiente quanto più pulito possibile. Per l’epigenetica il bicchiere è sempre pieno perché si può tornare indietro in quanto è solo un problema di impalcatura. Mettiamoci al lavoro.☺

 

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