Foto di gruppo dirigente
4 Settembre 2014 Share

Foto di gruppo dirigente

L’assenza della politica e la latitanza delle istituzioni hanno fatto sì che il Molise avesse la migliore delle estati immaginabili, sia in termini di produzioni culturali ed artistiche che di attività ricreative, nonostante l’ inclemenza del tempo. Nelle città più importanti, Campobasso e Termoli,  il rinnovo dei consigli comunali ha impedito, fortunatamente, ai nuovi eletti di occuparsi del cartellone estivo delle manifestazioni  e questo è stato un vero colpo di fortuna  per amministratori e amministrati. Le Pro loco si sono occupate come sempre delle sagre e le associazioni  dei momenti più impegnativi. Non ha fatto mancare la presenza, ma solo quella, il delegato alla cultura della Regione Molise. Invitato, come da cerimoniale, ha ringraziato tutti, si è complimentato per i risultati raggiunti e ha assunto l’impegno di sostenere, economicamente, “come d’altronde ha fatto anche quest’anno”, le eccellenti attività estive: chi si occupa di promuovere arte e cultura è avvertito.

Questa volta ci siamo impegnati a trattare prima le cose buone che la regione non fa e poi quelle decisamente meno buone che continua a fare e tra esse, prima per vetustà, la gestione post-terremoto. Con l’imperio Iorio, dopo 10 anni di malgoverno, delle 5078 unità abitative colpite dal sisma, ricomprese in 1266 sottoprogetti, solo 435 sono state finanziate e i progetti realizzati. Per gli altri 831, circa 2/3 dei progetti ricompresi nella classe “A”, da circa due anni, si gioca a chi la dice più grossa. La delegazione parlamentare, tutta di maggioranza, quasi giornalmente si attribuisce il merito di qualche nuovo finanziamento – ma i lavori di ricostruzione sono fermi e i terremotati continuano a vivere e sempre più spesso anche a morire nelle baracche costruite dalla protezione civile, nonostante le dichiarazioni rassicuranti di un altro consigliere Delegato che non ama essere contraddetto quando dà i numeri: una specie di ministro senza portafoglio messo lì solo per prendersi fischi e pernacchie. Di consiglieri Delegati alle brutte figure, in Regione ve ne sono addirittura tre e il terzo dovrebbe interessarsi, almeno nominalmente, di programmazione, anche se della materia, pare se ne occupino direttamente a San Martino in Pensilis, dove il Piano di Sviluppo Rurale, finanziato con fondi comunitari, una paccata di soldi, è stato elaborato da amici e compagni dell’ex sindaco. Le cose non vanno meglio invece all’assessore regionale ai trasporti che tanto si è prodigato in quest’anno e mezzo di legislatura per la realizzazione dell’autostrada che dovrebbe collegare Lazio e Molise. Nei prossimi giorni il Consiglio dei ministri varerà il decreto Sblocca Italia ma nel detto provvedimento, di autostrada Termoli/San Vittore, non vi è traccia. Le male lingue insinuano che i nostri Parlamentari non sono riusciti a spiegare al Presidente Renzi che il Molise si trova in Italia e che la strada tanto cara a Iorio e Di Pietro, padre e figlio, non collegherebbe Tirana ad Ururi ma Termoli a Roma che pure sono in Italia. Pare che solo dopo una vibrata protesta del presidente Frattura, il capo del Governo, sentita la delegazione parlamentare molisana, abbia deciso, per risolvere il problema alla radice, di abolire il Molise partendo dalla Corte d’Appello di Campobasso.

L’unico a volare veramente alto, in questo luogo di fanti, è l’Assessore Regionale al Lavoro e ai servizi sociali. Il vice presidente della giunta, dimissionario, ma anche no, dopo aver aperto l’ennesimo tavolo di concertazione, al cospetto dei suoi vecchi amici, preso atto di non avere nessuna proposta da concertare, ha alzato il ramoscello d’olivo ed ha chiesto alle controparti di dargli una mano: e pensare che quelli si erano rivolti a lui per chiedergli aiuto. Non va certamente meglio all’Assessore precario, responsabile dello sviluppo che, da quando è stato eletto, non è riuscito a sviluppare neanche le fotografie. Non c’è una sola ipotesi di politica industriale tanto che le imprese, piccole e grandi, pubbliche e private, aspettano impotenti solo l’arrivo dell’ufficiale giudiziario. I più informati sostengono che il politico venafrano si ispiri, nella sua azione amministrativa, all’esempio e allo stile del senatore Ruta che, in questi ultimi vent’anni, ha forgiato le coscienze di tanti giovani molisani.

Dulcis in fundo, il presidente Frattura, che oltre ad occuparsi di sanità, fiore all’occhiello della nostra Regione, in questi diciotto mesi ha lavorato alla costruzione di un formidabile sistema di potere che dovrebbe consentirgli, il condizionale è d’obbligo in una regione che è sull’orlo del collasso, di governare almeno per una decina di anni. Da Iorio, suo maestro, ha imparato tutto, compresi gli errori che replica in modo pedissequo. Il Molise non è più nelle condizioni di farcela da solo e per chiedere aiuto a Roma, così come  pensa di fare l’assessore Petraroia, sarà  necessario presentarsi agli interlocutori con la schiena dritta, non con il cappello in mano. Per fare tutto ciò sarà indispensabile elaborare una proposta realistica, fatta di impegni, e di qualcuno che abbia credibilità per garantirne il rispetto. Il presidente Frattura, invece di capeggiare battaglie di retroguardia, provi a costruirsi una reputazione da spendere per la difesa della sua terra e dei suoi conterranei, non si limiti a querelare giornalisti, evidentemente faziosi, ma confuti, senza indugio, le accuse che gli sono state rivolte proprio da chi, nei dieci anni del malgoverno Iorio, non ha mosso una sola critica all’allora governatore. ☺

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