Nel mese di febbraio circolava insistentemente negli ambienti sempre ben informati che era imminente l’arresto del commissario per la ricostruzione con tutto il suo seguito, tant’è che uno stretto collaboratore, abituato alle apnee, novello Gheddafi, cominciò a non dormire più due notti di seguito nello stesso letto. La palla, nel passare da Larino a Campobasso, non si capisce più se si è sgonfiata, persa o volatilizzata tanto che dovrà venire qualcuno da Bari a cercarla. Scegliemmo di non parlarne per non creare false attese o falsi cordogli. Ora l’osservatorio della legalità si affanna, giustamente, a mettere in evidenza collegamenti tra giudici, procure, familiari e stipendiati con il commissario Iorio e quello che un tempo fu il sub. Non perché gli intrecci siano peccato, ma certe volte, la carne è debole, i cedimenti possono diventare strutturali e dopo che una mano lava l’altra, tutte e due possono fregare l’asciugamano. Insomma non si sa mai dove si può andare a parare.
Il sub, dopo più di quattro anni di immersione, e dal basso si vedono cose altrimenti invisibili, ha rassegnato le dimissioni per diventare finalmente delegato (a fare che?). Voleva stare pure lui alla luce del sole anche se non è abituato. E così, dopo solo sedici mesi, si sono accorti che se l’emergenza era stata finalmente chiusa Iorio non poteva essere più commissario e di conseguenza il sub poteva riemergere.
Se sia vocazione, ruolo, grandezza o spessore non ci è dato sapere, ma certo è che il nascondimento gli è connaturale. Negli anni ’70 aprì lo studio, ma non nacque geometra. Coltivava una passione nascosta: la cinepresa. Così nascosta, e la passione e la cinepresa, che pochi furono i provini, diversi invece i ragazzini a cui voleva mostrare la sua abilità e le sue doti non in vista. Poiché da buon maestro era benevolo e prodigo con gli apprendisti, qualcuno fece esperienza alla sua scuola, e ancora adesso gli telefona o gli scrive, segnato da quegli indimenticabili anni. Solo dopo arrivò Nanni Loi con specchio segreto, memorabili trasmissioni in cui riprendeva la vita reale da dietro un vetro a specchio; in seguito, con l’era digitale, venne la candid camera alla portata di tutti. Obiettivamente bisogna riconoscere che il primo in assoluto fu lui, tanto da essere soprannominato anche il cine-asta di Casacalenda.
Poi trovò più soddisfazione nella politica e, scopritore di talenti, quando dovette scegliersi il secondo, perché il primo resta sempre lui, si affidò ad internet e navigando rimase folgorato dal sito sticazzi.it. Fu amore a prima vista, senza neppure sapere bene su chi avrebbe riposto le sue attese. Oggi è costretto ad arginare le impareggiabili gaffe che il suo secondo produce a ritmo serrato e che alienano sempre più entrambi dalla gente comune. Ha un unico problema: come mantenersi a galla e tener avvinghiati i sempre più rarefatti elettori. Ma di questo tratteremo il prossimo mese.
Nel mese di febbraio circolava insistentemente negli ambienti sempre ben informati che era imminente l’arresto del commissario per la ricostruzione con tutto il suo seguito, tant’è che uno stretto collaboratore, abituato alle apnee, novello Gheddafi, cominciò a non dormire più due notti di seguito nello stesso letto. La palla, nel passare da Larino a Campobasso, non si capisce più se si è sgonfiata, persa o volatilizzata tanto che dovrà venire qualcuno da Bari a cercarla. Scegliemmo di non parlarne per non creare false attese o falsi cordogli. Ora l’osservatorio della legalità si affanna, giustamente, a mettere in evidenza collegamenti tra giudici, procure, familiari e stipendiati con il commissario Iorio e quello che un tempo fu il sub. Non perché gli intrecci siano peccato, ma certe volte, la carne è debole, i cedimenti possono diventare strutturali e dopo che una mano lava l’altra, tutte e due possono fregare l’asciugamano. Insomma non si sa mai dove si può andare a parare.
Il sub, dopo più di quattro anni di immersione, e dal basso si vedono cose altrimenti invisibili, ha rassegnato le dimissioni per diventare finalmente delegato (a fare che?). Voleva stare pure lui alla luce del sole anche se non è abituato. E così, dopo solo sedici mesi, si sono accorti che se l’emergenza era stata finalmente chiusa Iorio non poteva essere più commissario e di conseguenza il sub poteva riemergere.
Se sia vocazione, ruolo, grandezza o spessore non ci è dato sapere, ma certo è che il nascondimento gli è connaturale. Negli anni ’70 aprì lo studio, ma non nacque geometra. Coltivava una passione nascosta: la cinepresa. Così nascosta, e la passione e la cinepresa, che pochi furono i provini, diversi invece i ragazzini a cui voleva mostrare la sua abilità e le sue doti non in vista. Poiché da buon maestro era benevolo e prodigo con gli apprendisti, qualcuno fece esperienza alla sua scuola, e ancora adesso gli telefona o gli scrive, segnato da quegli indimenticabili anni. Solo dopo arrivò Nanni Loi con specchio segreto, memorabili trasmissioni in cui riprendeva la vita reale da dietro un vetro a specchio; in seguito, con l’era digitale, venne la candid camera alla portata di tutti. Obiettivamente bisogna riconoscere che il primo in assoluto fu lui, tanto da essere soprannominato anche il cine-asta di Casacalenda.
Poi trovò più soddisfazione nella politica e, scopritore di talenti, quando dovette scegliersi il secondo, perché il primo resta sempre lui, si affidò ad internet e navigando rimase folgorato dal sito sticazzi.it. Fu amore a prima vista, senza neppure sapere bene su chi avrebbe riposto le sue attese. Oggi è costretto ad arginare le impareggiabili gaffe che il suo secondo produce a ritmo serrato e che alienano sempre più entrambi dalla gente comune. Ha un unico problema: come mantenersi a galla e tener avvinghiati i sempre più rarefatti elettori. Ma di questo tratteremo il prossimo mese.
Nel mese di febbraio circolava insistentemente negli ambienti sempre ben informati che era imminente l’arresto del commissario per la ricostruzione con tutto il suo seguito, tant’è che uno stretto collaboratore, abituato alle apnee, novello Gheddafi, cominciò a non dormire più due notti di seguito nello stesso letto. La palla, nel passare da Larino a Campobasso, non si capisce più se si è sgonfiata, persa o volatilizzata tanto che dovrà venire qualcuno da Bari a cercarla. Scegliemmo di non parlarne per non creare false attese o falsi cordogli. Ora l’osservatorio della legalità si affanna, giustamente, a mettere in evidenza collegamenti tra giudici, procure, familiari e stipendiati con il commissario Iorio e quello che un tempo fu il sub. Non perché gli intrecci siano peccato, ma certe volte, la carne è debole, i cedimenti possono diventare strutturali e dopo che una mano lava l’altra, tutte e due possono fregare l’asciugamano. Insomma non si sa mai dove si può andare a parare.
Il sub, dopo più di quattro anni di immersione, e dal basso si vedono cose altrimenti invisibili, ha rassegnato le dimissioni per diventare finalmente delegato (a fare che?). Voleva stare pure lui alla luce del sole anche se non è abituato. E così, dopo solo sedici mesi, si sono accorti che se l’emergenza era stata finalmente chiusa Iorio non poteva essere più commissario e di conseguenza il sub poteva riemergere.
Se sia vocazione, ruolo, grandezza o spessore non ci è dato sapere, ma certo è che il nascondimento gli è connaturale. Negli anni ’70 aprì lo studio, ma non nacque geometra. Coltivava una passione nascosta: la cinepresa. Così nascosta, e la passione e la cinepresa, che pochi furono i provini, diversi invece i ragazzini a cui voleva mostrare la sua abilità e le sue doti non in vista. Poiché da buon maestro era benevolo e prodigo con gli apprendisti, qualcuno fece esperienza alla sua scuola, e ancora adesso gli telefona o gli scrive, segnato da quegli indimenticabili anni. Solo dopo arrivò Nanni Loi con specchio segreto, memorabili trasmissioni in cui riprendeva la vita reale da dietro un vetro a specchio; in seguito, con l’era digitale, venne la candid camera alla portata di tutti. Obiettivamente bisogna riconoscere che il primo in assoluto fu lui, tanto da essere soprannominato anche il cine-asta di Casacalenda.
Poi trovò più soddisfazione nella politica e, scopritore di talenti, quando dovette scegliersi il secondo, perché il primo resta sempre lui, si affidò ad internet e navigando rimase folgorato dal sito sticazzi.it. Fu amore a prima vista, senza neppure sapere bene su chi avrebbe riposto le sue attese. Oggi è costretto ad arginare le impareggiabili gaffe che il suo secondo produce a ritmo serrato e che alienano sempre più entrambi dalla gente comune. Ha un unico problema: come mantenersi a galla e tener avvinghiati i sempre più rarefatti elettori. Ma di questo tratteremo il prossimo mese.
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