Le elezioni amministrative svoltesi qualche settimana fa hanno confermato l’allontanamento dei cittadini dai partiti. Il successo del movimento di Grillo sa tanto di un film già visto con la Lega protagonista qualche anno fa. La mancanza di proposte serie e credibili da parte dei partiti fa prendere corpo a movimenti qualunquisti e con il fiato corto. Se da una parte i cittadini avrebbero dovuto trarre le debite conclusioni con quanto successo nella Lega ed evitare di dare credibilità ad un movimento che non presenta nulla di concreto, se non la critica fine a se stessa e slogan senza senso, dall’altra è chiaro che il popolo è lontano dai partiti perché ha dovuto assistere, inerme, alla disinvoltura con la quale hanno attinto alle casse dello Stato per usi personali ed impropri. Finché non si darà la certezza al popolo che la politica si interesserà veramente del bene della gente e lavorerà per essa è evidente che i consensi si riverseranno su strutture effimere, localistiche e qualunquistiche, oppure la percentuale dell’assenteismo aumenterà sempre più.
In Molise il risultato alle elezioni comunali di Isernia ha segnato in via definitiva la fine del regno Iorio. Al primo turno la sorella del Governatore si è fermata al 44% ed è stata costretta al ballottaggio. Finiti i risultati a consenso bulgaro.
All’interno di quel che è rimasto del PDL vi è una lotta aspra e senza remissioni di colpi. Il pluripotenziario assessore termolese Gianfranco Vitagliano, che ha rotto il binomio con Iorio e sta provando ad aprirsi la strada nel FLI di Fini, sta finendo di distruggere le poche ormai scarsissime risorse regionali. Ha chiamato a raccolta i fedelissimi, ha costruito una rete di dirigenti, funzionari, consulenti che operano solo ed esclusivamente in nome e per conto suo.
Nei palazzi regionali molti si chiedono quali meriti e titoli abbiano alcuni consulenti voluti dal mitico ingegnere che già si atteggia a futuro presidente della regione Molise. Michele Iorio in questi anni ha fatto crescere un mostro politico-amministrativo che, come sempre accade, si è messo in proprio. Se non avessimo avuta la sfortuna di conoscerlo ne avrebbe giovato la regione tutta intera, noi e lo stesso Michele Iorio, che in questi anni avrebbe fatto meno fesserie.
La vicenda Carugno, il COSIB di Termoli, lo zuccherificio i mutui regionali con il sistema dei “derivati”, Molise Dati, fanno parte di un unico disegno criminoso dove è difficile trovare il mandante ma noi non ci arrendiamo.
Il sistema regionale è fermo, avvitato intorno a varie problematiche giudiziarie, e rende ancora più difficile la vita alle aziende e ai cittadini che ormai hanno poco da spendere o da dire. I partiti dovrebbero prendere atto della lezione che hanno ricevuto dagli elettori e ripensare al loro sistema organizzativo, tornando ad essere luoghi di aggregazione, di dibattito, di formazione. Devono avere il coraggio di rinunciare a privilegi e risorse se vogliono ritrovare la partecipazione dei giovani, unici a poter dare una svolta al sistema gestionale locale, regionale e nazionale. Solo così i faccendieri della politica, nazionale e regionale, saranno mandati a casa, altrimenti li ritroveremo sempre sulla nostra strada, anche con la casacca del centrosinistra. Siamo ad un limite non più tollerabile in un Paese ed una Regione allo stremo.
La crisi è sempre più etica e ritrovare la strada della moralità e della giustizia diventa l’imperativo prioritario per pensare veramente ad un futuro migliore.☺
riformista85@libero.it
Le elezioni amministrative svoltesi qualche settimana fa hanno confermato l’allontanamento dei cittadini dai partiti. Il successo del movimento di Grillo sa tanto di un film già visto con la Lega protagonista qualche anno fa. La mancanza di proposte serie e credibili da parte dei partiti fa prendere corpo a movimenti qualunquisti e con il fiato corto. Se da una parte i cittadini avrebbero dovuto trarre le debite conclusioni con quanto successo nella Lega ed evitare di dare credibilità ad un movimento che non presenta nulla di concreto, se non la critica fine a se stessa e slogan senza senso, dall’altra è chiaro che il popolo è lontano dai partiti perché ha dovuto assistere, inerme, alla disinvoltura con la quale hanno attinto alle casse dello Stato per usi personali ed impropri. Finché non si darà la certezza al popolo che la politica si interesserà veramente del bene della gente e lavorerà per essa è evidente che i consensi si riverseranno su strutture effimere, localistiche e qualunquistiche, oppure la percentuale dell’assenteismo aumenterà sempre più.
In Molise il risultato alle elezioni comunali di Isernia ha segnato in via definitiva la fine del regno Iorio. Al primo turno la sorella del Governatore si è fermata al 44% ed è stata costretta al ballottaggio. Finiti i risultati a consenso bulgaro.
All’interno di quel che è rimasto del PDL vi è una lotta aspra e senza remissioni di colpi. Il pluripotenziario assessore termolese Gianfranco Vitagliano, che ha rotto il binomio con Iorio e sta provando ad aprirsi la strada nel FLI di Fini, sta finendo di distruggere le poche ormai scarsissime risorse regionali. Ha chiamato a raccolta i fedelissimi, ha costruito una rete di dirigenti, funzionari, consulenti che operano solo ed esclusivamente in nome e per conto suo.
Nei palazzi regionali molti si chiedono quali meriti e titoli abbiano alcuni consulenti voluti dal mitico ingegnere che già si atteggia a futuro presidente della regione Molise. Michele Iorio in questi anni ha fatto crescere un mostro politico-amministrativo che, come sempre accade, si è messo in proprio. Se non avessimo avuta la sfortuna di conoscerlo ne avrebbe giovato la regione tutta intera, noi e lo stesso Michele Iorio, che in questi anni avrebbe fatto meno fesserie.
La vicenda Carugno, il COSIB di Termoli, lo zuccherificio i mutui regionali con il sistema dei “derivati”, Molise Dati, fanno parte di un unico disegno criminoso dove è difficile trovare il mandante ma noi non ci arrendiamo.
Il sistema regionale è fermo, avvitato intorno a varie problematiche giudiziarie, e rende ancora più difficile la vita alle aziende e ai cittadini che ormai hanno poco da spendere o da dire. I partiti dovrebbero prendere atto della lezione che hanno ricevuto dagli elettori e ripensare al loro sistema organizzativo, tornando ad essere luoghi di aggregazione, di dibattito, di formazione. Devono avere il coraggio di rinunciare a privilegi e risorse se vogliono ritrovare la partecipazione dei giovani, unici a poter dare una svolta al sistema gestionale locale, regionale e nazionale. Solo così i faccendieri della politica, nazionale e regionale, saranno mandati a casa, altrimenti li ritroveremo sempre sulla nostra strada, anche con la casacca del centrosinistra. Siamo ad un limite non più tollerabile in un Paese ed una Regione allo stremo.
La crisi è sempre più etica e ritrovare la strada della moralità e della giustizia diventa l’imperativo prioritario per pensare veramente ad un futuro migliore.☺
Le elezioni amministrative svoltesi qualche settimana fa hanno confermato l’allontanamento dei cittadini dai partiti. Il successo del movimento di Grillo sa tanto di un film già visto con la Lega protagonista qualche anno fa. La mancanza di proposte serie e credibili da parte dei partiti fa prendere corpo a movimenti qualunquisti e con il fiato corto. Se da una parte i cittadini avrebbero dovuto trarre le debite conclusioni con quanto successo nella Lega ed evitare di dare credibilità ad un movimento che non presenta nulla di concreto, se non la critica fine a se stessa e slogan senza senso, dall’altra è chiaro che il popolo è lontano dai partiti perché ha dovuto assistere, inerme, alla disinvoltura con la quale hanno attinto alle casse dello Stato per usi personali ed impropri. Finché non si darà la certezza al popolo che la politica si interesserà veramente del bene della gente e lavorerà per essa è evidente che i consensi si riverseranno su strutture effimere, localistiche e qualunquistiche, oppure la percentuale dell’assenteismo aumenterà sempre più.
In Molise il risultato alle elezioni comunali di Isernia ha segnato in via definitiva la fine del regno Iorio. Al primo turno la sorella del Governatore si è fermata al 44% ed è stata costretta al ballottaggio. Finiti i risultati a consenso bulgaro.
All’interno di quel che è rimasto del PDL vi è una lotta aspra e senza remissioni di colpi. Il pluripotenziario assessore termolese Gianfranco Vitagliano, che ha rotto il binomio con Iorio e sta provando ad aprirsi la strada nel FLI di Fini, sta finendo di distruggere le poche ormai scarsissime risorse regionali. Ha chiamato a raccolta i fedelissimi, ha costruito una rete di dirigenti, funzionari, consulenti che operano solo ed esclusivamente in nome e per conto suo.
Nei palazzi regionali molti si chiedono quali meriti e titoli abbiano alcuni consulenti voluti dal mitico ingegnere che già si atteggia a futuro presidente della regione Molise. Michele Iorio in questi anni ha fatto crescere un mostro politico-amministrativo che, come sempre accade, si è messo in proprio. Se non avessimo avuta la sfortuna di conoscerlo ne avrebbe giovato la regione tutta intera, noi e lo stesso Michele Iorio, che in questi anni avrebbe fatto meno fesserie.
La vicenda Carugno, il COSIB di Termoli, lo zuccherificio i mutui regionali con il sistema dei “derivati”, Molise Dati, fanno parte di un unico disegno criminoso dove è difficile trovare il mandante ma noi non ci arrendiamo.
Il sistema regionale è fermo, avvitato intorno a varie problematiche giudiziarie, e rende ancora più difficile la vita alle aziende e ai cittadini che ormai hanno poco da spendere o da dire. I partiti dovrebbero prendere atto della lezione che hanno ricevuto dagli elettori e ripensare al loro sistema organizzativo, tornando ad essere luoghi di aggregazione, di dibattito, di formazione. Devono avere il coraggio di rinunciare a privilegi e risorse se vogliono ritrovare la partecipazione dei giovani, unici a poter dare una svolta al sistema gestionale locale, regionale e nazionale. Solo così i faccendieri della politica, nazionale e regionale, saranno mandati a casa, altrimenti li ritroveremo sempre sulla nostra strada, anche con la casacca del centrosinistra. Siamo ad un limite non più tollerabile in un Paese ed una Regione allo stremo.
La crisi è sempre più etica e ritrovare la strada della moralità e della giustizia diventa l’imperativo prioritario per pensare veramente ad un futuro migliore.☺
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