Il sonno della ragione
Il compito e il ruolo più importante dell’Unione Europea, secondo i motivi fondamentali per cui è nata, sarebbe stato di cercare di evitare sempre la guerra e mediare per preparare la pace. Tutto questo con il proposito di difendere i diritti umani fondamentali sia all’interno dell’Unione che nel resto del mondo, tanto da avere l’autorità morale per essere mediatrice tra le nazioni in conflitto. Ma questo non si è verificato.
Purtroppo l’attuale classe dirigente dell’Unione Europea ha parteggiato per la guerra, ha inviato armi, “consulenti militari” e mercenari, con il risultato che sta perdendo la guerra e la pace non l’ha preparata. Anzi oggi la parola ‘pace’ nella UE è addirittura vietata. Si rischia di entrare in guerra contro la Russia senza una consultazione popolare sulla questione che, in un sistema democratico, è fondamentale e di vitale importanza. Ma bisogna considerare che la guerra tra Russia e Ucraina è iniziata nel 2014, quando ci fu un vero e proprio colpo di Stato in Ucraina, contro il presidente Viktor Janukovy, legittimamente eletto, sostenuto dagli Stati Uniti, con Biden vicepresidente e la Clinton segretario di Stato.
Deposero il presidente ucraino filo-russo, presero il potere con la forza e insediarono un governo filo-americano. Dopo il colpo di Stato sono subito state emanate delle leggi contro i cittadini ucraini di lingua russa, che proibivano a milioni di cittadini ucraini che parlavano solo il russo di esprimersi nella loro lingua, roba da ricordare l’apartheid. L’Ucraina è un Paese oggettivamente diviso in due, a ovest vivono ucraini, nazionalisti e vicini all’Europa, ad est e a sud ci sono moltissimi russi o russofoni che non parlano addirittura la lingua ucraina. La Russia con un colpo di mano, dopo il colpo di Stato del 2014, ha conquistato la Crimea senza sparare un colpo, molto probabilmente perchè la stragrande maggioranza degli abitanti della Crimea sono russi, a cui si aggiungono i Tartari, con il resto della popolazione della Crimea russofona. Il successivo referendum ha sancito il ritorno della Crimea alla Russia (Fino al 1954 tale regione era stata sempre russa). Nelle altre province orientali ucraine russofone, dopo il colpo di Stato, sono state avviate persecuzioni di vario tipo come il divieto totale di parlare russo con multe, assalti a sindacati e partiti russofoni e aggressioni di stampo squadrista; anche se si pregava in russo, si poteva essere multati.
L’organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE) è la più grande organizzazione intergovernativa di sicurezza regionale per la promozione della pace, del dialogo politico, della giustizia e della cooperazione in Europa che conta, attualmente, 57 Paesi membri – tutti gli Stati europei, Italia compresa. I suoi dati, che sono certamente veri, parlano, di 14.000 morti accertati fra civili e militari nel Donbass in sette anni di vera e propria guerra civile (2014-2021). Purtroppo ci sono vittime, bambini russi ammazzati dalle milizie nazionaliste ucraine, ma nessuno ci ha informati, la stampa dei cosiddetti Paesi liberi e democratici non ne ha parlato.
Nel 2014, per esempio, c’è stata la strage di Odessa, ma ne hanno parlato troppo poco in TV e sui giornali. L’incendio della Casa dei sindacati di Odessa si verificò il 2 maggio 2014 in seguito a scontri tra fazioni di militanti filorussi e di sostenitori del nuovo corso politico determinatosi in Ucraina dopo le proteste di Euromaidan: si trattò di una serie di manifestazioni filoeuropee iniziate in Ucraina nella notte tra il 21 e il 22 novembre 2013; durante le proteste, concentrate nella capitale Kiev, il 30 novembre 2013 si verificò un crescendo di violenza. Le proteste sfociarono nella destituzione del presidente ucraino Viktor Janukovyč. L’incendio provocato dai nazionalisti filooccidentali ucraini causò la morte di 42 persone, tutti manifestanti filorussi e persone che si trovavano fortuitamente nell’edificio.
Successivamente fu firmato il Proto- collo di Minsk, un accordo finalizzato a raggiungere l’immediato cessate il fuoco e a porre fine al conflitto nel Donbass, raggiunto il 5 settembre 2014 dal Gruppo di contatto trilaterale sull’Ucraina, composto dai rappresentanti di Ucraina e Rus- sia. Dopo estesi colloqui a Minsk, la capitale della Bielorussia, sotto l’egida dell’OSCE, il Protocollo prevedeva il riconoscimento delle due repubbliche russofone da parte dell’Ucraina come regioni a statuto speciale. In realtà, la NATO ha usato gli accordi di Minsk solo per armare ulteriormente l’Ucraina. La stessa Angela Merkel, in un’intervista ormai famosa alla rivista Die Zeit nel dicembre del 2022, ha dichiarato che gli accordi di Minsk, del 2014, non erano un tentativo di stabilire la pace nell’Ucraina dilaniata dalla guerra civile, ma che sono stati un tentativo “di dare tempo all’Ucraina” di ricostruire il suo esercito aiutata dalla NATO in funzione antirussa.
Oggi ci troviamo di fronte al dramma esistenziale delle migliaia di “esperti”, “politici”, “giornalisti” che dall’inizio dell’invasione russa nel 2022, oltre a certificare la certa vittoria ucraina contro la Russia, sono passati ad indicare con certezza, secondo loro, dalle peggiori malattie fisiche e mentali di Putin, alle lavatrici rubate dai russi in mancanza di chip, alle vanghe usate per mancanza dei fucili, ai cavalli, ai calzini bucati dei soldati russi.
In questo triste scenario tutti tacciono sulle vere cause, la scelta della guerra, delle sanzioni e non ultime i terribili tagli sulle politiche sociali, sulla sanità, sulla scuola, sul lavoro fatte dai governi europei da oltre vent’anni a questa parte.
Purtroppo i tecnocrati neoliberisti che comandano nell’UE insistono nel volere la guerra a tutti i costi, parlano ancora di spese militari, di armi, di sanzioni. I risultati reali sono che nella Federazione Russa il PIL 2024 è cresciuto oltre il 4% e con un inflazione europea del 13% i tassi d’interesse attivi delle banche arrivano al 22%. La piena occupazione in Russia causa aumenti di salario oltre misura ed i russi hanno invaso per le vacanze, invece di Rimini, Firenze e Roma, le spiagge dell’Asia e delle altre località non europee. Solo per citare alcuni esempi, con buona pace del maggiordomo dell’ideologia neoliberista Draghi che aveva previsto tutto, esattamente il contrario di come sono andate realmente le cose. Gli USA faranno la pace con i russi, con i dazi entreranno in guerra economica contro l’Europa, a Trump, discusso e ridicolo affarista presidente degli USA, interessano solo gli affari, anche i più loschi.
Il mondo contemporaneo sta cambiando, si sta cercando una possibile alternativa all’arrogante, neocoloniale disordine mondiale basato sulla sopraffazione e sulla violenza economica e militare made in USA e, anche, di alcuni Paesi dell’UE. I Paesi aderenti al BRICS, che oggi rappresentano il 60% della popolazione mondiale ed il 40 % del PIL, sono proprietari della maggioranza delle risorse naturali e con una produzione, in alcuni settori strategici leader, stanno proseguendo sulla strada della piena liberazione negli scambi internazionali dal dollaro.
Pare proprio che si voglia continuare a far massacrare ucraini e russi, con il rischio di coinvolgerci militarmente, invece di chiedere con fermezza il cessate il fuoco e l’inizio di negoziati diretti tra la Russia e l’Ucraina, possibilmente escludendo gli Stati Uniti e il suo tracotante presidente affarista e tutti gli affaristi.
In questo contesto chi vuole morire per la baronessa Ursula von der Leyen?☺
