Il tempo delle more
5 Settembre 2015 Share

Il tempo delle more

In estate tutte le decisioni vengono rinviate, anche quelle a scadenza.

La legge regionale n. 8 del 4 maggio 2015 prevedeva, fra le altre tante cose, l’istituzione della Centrale Unica di Committenza regionale per la gestione di procedure contrattuali e di appalto, per la realizzazione di lavori pubblici e l’acquisizione di beni e servizi a favore degli enti locali, della regione e degli enti del Servizio Sanitario regionale. L’intenzione di tale normativa era quella di dar vita ad un “soggetto aggregatore” che rispondesse alla richiesta di riduzione della spesa pubblica contenuta nel decreto legge n. 66 del 2014.

All’articolo 23 la Giunta regionale indicava il termine di 90 giorni dall’entrata in vigore (ndr 8 maggio 2015) per adottare i provvedimenti organizzativi necessari per il funzionamento della Centrale; conoscendo bene i suoi limiti, però, prevedeva anche che “in sede di prima applicazione la programmazione delle attività della Centrale unica di committenza regionale è effettuata dalla Giunta regionale entro il 30 luglio 2015, su proposta del Presidente della Giunta”. Infatti con la delibera 428 del 7 agosto scorso è stata approvata all’unanimità la programmazione annuale del fabbisogno economico per l’anno 2016.

A titolo di curiosità si può notare che, se si escludono le spese di tipo sanitario che hanno certamente un costo notevole, le spese maggiori previste sono quelle per la manutenzione di impianti e locali (7.363.098,36 euro) quelle di pulizia (6.819.842,51) e quelle per lavori di costruzione o manutenzione di fabbricati (4.638.305,48). Il che significa che solo le mura di questa grande casa che si chiama Regione Molise costano circa 19 milioni di euro all’anno. Se si aggiungono gli oltre 2 milioni per gli affitti ci si avvicina alla metà della spesa farmaceutica. E poi capita pure che ci piove dentro.

Gli atti organizzativi erano già stati approvati con delibera 408 del 31 luglio, contenente il regolamento istitutivo e di funzionamento della Centrale Unica di Committenza regionale, nonché la Convenzione quadro. Mancano però le linee guida per l’attuazione di quanto previsto. Sarebbe stato un esempio di efficienza se questo fosse accaduto nella seduta di Giunta del 7 agosto visto che la Centrale dovrebbe entrare in attività dal 1 settembre; “nelle more della sua attuazione gli enti locali continuano a svolgere le attività contrattuali con la facoltà di avvalersi delle forme associative previste dalla normativa vigente. Unicamente in fase di prima applicazione e di avvio, in considerazione della multidisciplinarietà delle competenze del Servizio, la sua titolarità potrà essere conferita mediante procedura ad evidenza pubblica, anche a personale esterno all’ amministrazione regionale, in deroga alle disposizioni vigenti”.

Come si fa, però, a pretendere tale vigore decisionale se in piena calura estiva ci si è abbandonati alla ragion di stato prorogando i commissariamenti di Molise Acque, dell’Agenzia regionale di Protezione civile e del Consorzio di sviluppo industriale di Isernia-Venafro in maniera da poter decidere su tutto il “pacchetto” nomine all’inizio dell’ autunno, quando si dovrà effettuare il giro di boa di metà mandato?

L’augurio è che non solo la Centrale Unica riesca ad operare nei tempi previsti, ma che possa essere veramente un utile strumento di razionalizzazione della spesa. Se dovesse finire per essere un ulteriore passaggio burocratico, un nuovo strumento per lo scarica barile delle responsabilità che spesso funge da moltiplicatore delle spese o da paralizzatore delle attività, sarebbe una iattura.

Le piogge sono tornate, delle more resteranno solo spine, non ci sono più scuse per restare fermi. ☺

 

 

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