Dal 1985 perseguo con i pacifisti e i nonviolenti, e come non ricordare tra questi Piergiorgio Acquistapace, per tutti noi immancabile punto di riferimento, la possibilità che sulla dichiarazione dei redditi possa essere indicata l’opzione se vogliamo la difesa armata o la difesa popolare nonviolenta per la nazione. In gergo la chiamiamo opzione fiscale. Per questo obiettivo, finché è stato possibile, ho praticato l’obiezione fiscale, cioè ho versato per una causa pacifista quanto lo stato destinava per le armi, detraendolo dalle tasse che avrei dovuto pagare. Non fu mai evasione fiscale proprio perché allegavo la ricevuta dell’avvenuto versamento di quanto lo Stato avrebbe usato male, disattendendo in modo vergognoso l’art. 11 della Costituzione. Naturalmente lo Stato mi ha sempre perseguito fino al pignoramento dei beni, per il doppio del valore vantato, o dello stipendio, estorcendomi molto di più di quanto gli era dovuto per recuperare il credito che aveva nei miei confronti.
Ma ora siamo all’assurdo. Lo Stato consegna le cartelle a Equitalia come agente di riscossione e questa, senza nessuno scrupolo e senza proporzione del danno, stronca i cittadini che capitano tra le sue maglie. Il mio debito residuo di € 64.42 lievita a € 105.95, tra interessi di mora e altri ammennicoli. Come pensa di recuperare la somma l’in-equitalia? Con il fermo amministrativo del mio unico veicolo (che però vale oltre 8.000 euro). La procedura per appurare che ho un mezzo di locomozione mi è costata altri € 30.98 e così il mio debito è arrivato a € 136.93 (sempre un’inezia, però, rispetto al valore della macchina).
Premesso che non sono pentito di quello che ho fatto, anzi lo rifarei tranquillamente perché non si fa mai abbastanza per la pace, dalle colonne del nostro periodico vorrei rivolgere un appello affinché chi può intervenga, e al più presto, per cambiare queste regole che strozzano il cittadino. Se questo non è furto legalizzato, strozzinaggio di stato, trovatemi voi altri termini adeguati! Il mio può essere considerato semplicemente uno sfizio, anche se non lo è perché l’acquisto di armi, non ultimo degli aerei F.35, sono un insulto all’intelligenza oltre che ai poveri, ma quanti disgraziati, impossibilitati a pagare, si ritrovano con il cappio alla gola e finiscono magari nelle mani di strozzini senza scrupolo, grazie a Equitalia?
Antonio Di Lalla
Dal 1985 perseguo con i pacifisti e i nonviolenti, e come non ricordare tra questi Piergiorgio Acquistapace, per tutti noi immancabile punto di riferimento, la possibilità che sulla dichiarazione dei redditi possa essere indicata l’opzione se vogliamo la difesa armata o la difesa popolare nonviolenta per la nazione. In gergo la chiamiamo opzione fiscale. Per questo obiettivo, finché è stato possibile, ho praticato l’obiezione fiscale, cioè ho versato per una causa pacifista quanto lo stato destinava per le armi, detraendolo dalle tasse che avrei dovuto pagare. Non fu mai evasione fiscale proprio perché allegavo la ricevuta dell’avvenuto versamento di quanto lo Stato avrebbe usato male, disattendendo in modo vergognoso l’art. 11 della Costituzione. Naturalmente lo Stato mi ha sempre perseguito fino al pignoramento dei beni, per il doppio del valore vantato, o dello stipendio, estorcendomi molto di più di quanto gli era dovuto per recuperare il credito che aveva nei miei confronti.
Ma ora siamo all’assurdo. Lo Stato consegna le cartelle a Equitalia come agente di riscossione e questa, senza nessuno scrupolo e senza proporzione del danno, stronca i cittadini che capitano tra le sue maglie. Il mio debito residuo di € 64.42 lievita a € 105.95, tra interessi di mora e altri ammennicoli. Come pensa di recuperare la somma l’in-equitalia? Con il fermo amministrativo del mio unico veicolo (che però vale oltre 8.000 euro). La procedura per appurare che ho un mezzo di locomozione mi è costata altri € 30.98 e così il mio debito è arrivato a € 136.93 (sempre un’inezia, però, rispetto al valore della macchina).
Premesso che non sono pentito di quello che ho fatto, anzi lo rifarei tranquillamente perché non si fa mai abbastanza per la pace, dalle colonne del nostro periodico vorrei rivolgere un appello affinché chi può intervenga, e al più presto, per cambiare queste regole che strozzano il cittadino. Se questo non è furto legalizzato, strozzinaggio di stato, trovatemi voi altri termini adeguati! Il mio può essere considerato semplicemente uno sfizio, anche se non lo è perché l’acquisto di armi, non ultimo degli aerei F.35, sono un insulto all’intelligenza oltre che ai poveri, ma quanti disgraziati, impossibilitati a pagare, si ritrovano con il cappio alla gola e finiscono magari nelle mani di strozzini senza scrupolo, grazie a Equitalia?
Dal 1985 perseguo con i pacifisti e i nonviolenti, e come non ricordare tra questi Piergiorgio Acquistapace, per tutti noi immancabile punto di riferimento, la possibilità che sulla dichiarazione dei redditi possa essere indicata l’opzione se vogliamo la difesa armata o la difesa popolare nonviolenta per la nazione. In gergo la chiamiamo opzione fiscale. Per questo obiettivo, finché è stato possibile, ho praticato l’obiezione fiscale, cioè ho versato per una causa pacifista quanto lo stato destinava per le armi, detraendolo dalle tasse che avrei dovuto pagare. Non fu mai evasione fiscale proprio perché allegavo la ricevuta dell’avvenuto versamento di quanto lo Stato avrebbe usato male, disattendendo in modo vergognoso l’art. 11 della Costituzione. Naturalmente lo Stato mi ha sempre perseguito fino al pignoramento dei beni, per il doppio del valore vantato, o dello stipendio, estorcendomi molto di più di quanto gli era dovuto per recuperare il credito che aveva nei miei confronti.
Ma ora siamo all’assurdo. Lo Stato consegna le cartelle a Equitalia come agente di riscossione e questa, senza nessuno scrupolo e senza proporzione del danno, stronca i cittadini che capitano tra le sue maglie. Il mio debito residuo di € 64.42 lievita a € 105.95, tra interessi di mora e altri ammennicoli. Come pensa di recuperare la somma l’in-equitalia? Con il fermo amministrativo del mio unico veicolo (che però vale oltre 8.000 euro). La procedura per appurare che ho un mezzo di locomozione mi è costata altri € 30.98 e così il mio debito è arrivato a € 136.93 (sempre un’inezia, però, rispetto al valore della macchina).
Premesso che non sono pentito di quello che ho fatto, anzi lo rifarei tranquillamente perché non si fa mai abbastanza per la pace, dalle colonne del nostro periodico vorrei rivolgere un appello affinché chi può intervenga, e al più presto, per cambiare queste regole che strozzano il cittadino. Se questo non è furto legalizzato, strozzinaggio di stato, trovatemi voi altri termini adeguati! Il mio può essere considerato semplicemente uno sfizio, anche se non lo è perché l’acquisto di armi, non ultimo degli aerei F.35, sono un insulto all’intelligenza oltre che ai poveri, ma quanti disgraziati, impossibilitati a pagare, si ritrovano con il cappio alla gola e finiscono magari nelle mani di strozzini senza scrupolo, grazie a Equitalia?
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