Incontrai rovelli
di Christiane Barckhausen-Canale
Era all’inizio degli anni ‘90 del secolo scorso. Il nostro centro berlinese S.U.S.I, – centro interculturale per donne immigrate – esisteva da poco, ma già si era formato un gruppo consistente di donne originarie del Vietnam, di diversi Paesi sudamericani e di Paesi che prima facevano parte dell’Unione Sovietica che frequentarono il centro. Fra corsi di lingua tedesca, consultazioni in materia legale (permessi di soggiorno, assistenza in casi di divorzio fra mariti tedeschi e donne immigrate) e serate culturali parlavamo con le donne per conoscere la loro situazione famigliare, lavorativa, etc. Una cosa che era venuta fuori era il fatto che quasi nessuna di quelle donne poteva permettersi una breve vacanza con i bambini, e così cominciammo a cercare una soluzione a questo problema. Per caso abbiamo trovato su un giornale l’offerta di un tedesco dell’Ovest che aveva affittato in Liguria un grande ex-frantoio, nascosto nelle colline nei dintorni di Albenga, che offriva 27 posti letto, una cucina ed un grande terrazzo. Quell’ uomo era disposto ad affittare a noi di S.U.S.I. il frantoio per un mese d’estate all’anno, ad un prezzo veramente irrisorio.
E così, dal 1991 in poi, andavamo ogni estate con gruppi di donne di diverse nazionalità a trascorrere due settimane di vacanze in quel frantoio. Camminando per quindici minuti si arrivava a Marmoreo, piccola frazione di un paese che si chiamava Casanova Lerrone. Marmoreo aveva più o meno 70 abitanti, una chiesa, una trattoria, un piccolo negozio di alimentari ed un tabaccaio. Improvvisamente gli abitanti di Marmoreo vedevano donne di diversi colori della pelle che parlavano diverse lingue e cercavano di imparare qualche parola di italiano. Nel corso di due anni si era stretta un’amicizia fra gli abitanti di Marmoreo e le donne che venivano per passare in quella zona due settimane di vacanze. Si consolidarono amicizie, sul nostro terrazzo si facevano degli incontri serali con cibi italiani, preparati dagli abitanti di Marmoreo, e cibi sudamericani, russi o vietnamiti, preparati dalle nostre donne. In quindici anni nei quali frequentavamo il frantoio ci fu anche un matrimonio italo-vene-zuelano, e moltissimi bambini di diverse nazionalità impararono a cantare “Bella ciao”.
Ma oggi voglio parlare di un’estate particolare, l’estate di uno dei primi anni ‘90. Un giorno mia figlia Jasmina, che faceva l’organizzatrice di tutte le attività nel frantoio, mi disse che aveva bisogno del mio aiuto: dovevo badare ai miei nipoti – che avevano 4 e 1 anni – perché la sera ci sarebbe stato un ospite nel frantoio. Si trattava di un giovane italiano che lei aveva conosciuto viaggiando in treno da Nizza ad Albenga. Il giovane di nome Carlo era vestito da hippy, con sandali, pantaloni corti e camicia colorata, ed aveva i capelli lunghi e disordinati. Carlo trascorreva le vacanze in un altro paesino ligure e lei lo aveva invitato a passare una sera da noi.
Io, quel giovane, l’ho visto solo per un attimo, perché quella sera e quella notte dovevo fare la nonna. Gli altri ospiti del frantoio passarono con l’ospite una bella serata sul terrazzo, parlando e cantando e godendo del buon vino ligure.
Trent’anni dopo, ad inizio del mese di maggio 2023, mi era venuta l’idea di condividere su Facebook il discorso di Carlo Rovelli durante il concertone del primo maggio a Roma. Qualche minuto dopo aver premuto su “condvidi”, è arrivata la risposta di mia figlia che si trovava in Africa, in Guinea Bissau:
Jasmina: Ma come! Non lo riconosci?
Io: Chi? Chi devo riconoscere?
Jasmina: Carlo Rovelli! Lui era il nostro ospite nel frantoio! Non ricordi? Quella sera, quando hai fatto la badante dei tuoi nipoti!
E subito mi sono ricordata che, anni fa, Jasmina mi aveva detto che quel giovane hippy le aveva raccontato, sul treno, che era di ritorno da Berlino, dove aveva cercato lavoro nell’istituto Max Planck, ma che i tedeschi non lo avevano assunto. L’ istituto porta il nome di Max Planck, premio Nobel per la fisica nel 1918, iniziatore della fisica quantistica.
I tedeschi del Max Planck hanno perso un bravissimo fisico, ma noi, le donne che avevamo passato parte dell’estate di quel lontano anno del secolo scorso a Marmoreo, avevamo conosciuto una persona meravigliosa, una persona che, come noi, pensa che tutti dobbiamo mostrare la faccia e dire la nostra parola quando si tratta di scegliere fra la guerra e la pace.☺