iorio il bravo
30 Aprile 2011 Share

iorio il bravo

 

Alcuni giorni fa mentre guardavo la TV che trasmetteva un servizio sul terremoto dell’Umbria, sono rimasto ammirato da alcune immagini di Assisi ricostruita o più precisamente restaurata. Per qualche attimo ho immaginato il Molise, Regione per molti versi simile a quella terra,  rimesso a nuovo: le case, le chiese, i negozi riprendevano a vivere, i bambini a giocare, le persone a volersi bene. Naturalmente il sogno è svanito appena sono comparse scene di vita nel villaggio provvisorio di Bonefro. Mentre nel servizio su Assisi si discuteva delle sofisticate tecniche di restauro adottate per i capolavori recuperati in quella realtà, e a Bonefro si cianciava sul chi doveva pagare le pesanti bollette di luce o di metano, mi sono tornate in mente le parole di Iorio appena dopo la tragedia: “Non faremo come hanno fatto in Umbria e nelle  Marche”. I politici, si sa, sono dei gran bugiardi, ma questa volta il Governatore è stato di parola. Se avesse imitato la sua collega umbra per esempio, oggi staremmo a discutere di cose noiosissime come: “gli stucchi usati nel restauro della basilica del santo hanno avuto l’approvazione del comitato tecnico dell’ordine religioso dei frati? la ricostruzione si sarebbe potuta completare prima e meglio?”. Noi molisani non potremo mai farci queste domande perché la nostra è una condanna senza fine pena.

Dopo dieci anni siamo appena al 13% dell’opera e il Commissario Delegato, invece di chiedere scusa ai terremotati, chiama le televisioni a Casacalenda per dire urbi et orbi che i lavori di ricostruzione andranno avanti in quanto la Regione (cioè noi) anticiperà circa 17 milioni di euro per consentire il finanziamento di numerosi progetti che hanno terminato l’iter amministrativo. Anticipare dei soldi per conto di qualcuno presuppone un patto tra noi e questo qualcuno. Ora se questo qualcuno ti dice che puoi istituire una tassa di scopo (tipo ricostruzione) per saldare i debiti, allora non hai anticipato un bel niente, hai solo fatto altri debiti. Iorio questo lo sa, ma siccome alle porte ci sono le elezioni regionali, e il Governo Centrale non scuce più un centesimo per i terremotati già da tre anni, non potendo chiudere i rubinetti dei finanziamenti alle imprese, spesso isernine, chiama anticipazioni quelle che a dicembre, dopo le elezioni regionali, dovrà annotare nel Bilancio come debito a carico della collettività. Purtroppo il Governatore trastullandosi tra lazzi e frizzi nella kermesse  Kalendina non si accorge che carnevale é finito e prosegue il suo comizio con il fare di chi dice: “Guardate quanto sono bravo, i soldi dell’art. 15 non li ho usati solo per seppie e patate, ho invece ristrutturato un vecchio edificio qui a Casacalenda per farne un albergo per anziani e l’ho affidato alle cure del vostro amato sindaco, il quale prontamente aggiunge: nonostante l’ostilità di qualche imbecille sono riuscito a cedere la gestione del servizio a una Cooperativa di Pescara, perché quella del posto è animata da odio politico nei confronti dell’amministrazione che io capeggio”. Ora capisco che anche l’Abruzzo è stato colpito da un tremendo terremoto, ma i soldi dell’art. 15 non sarebbero dovuti servire per il rilancio delle attività produttive del Molise? Non mi risulta che la cooperativa che si è aggiudicata l’appalto avesse la sua sede legale nella nostra regione all’epoca del sisma.

A parte questo piccolo particolare, mi piacerebbe che i furbetti del Comune spiegassero, davanti ai Giudici, come mai hanno prima avviato la richiesta di finanziamento assieme ai loro partner privati (Coop. Nardacchione) per la realizzazione di un centro polivalente che comprendesse tra gli altri servizi anche la Comunità di riabilitazione psicosociale e successivamente portato a termine un progetto diverso da quello per cui hanno ricevuto i soldi; mi piacerebbe che chiarissero ai loro concittadini perché il Consigliere Romagnolo, allora Primo cittadino, insieme al suo Secondo, ignorando la legge, come quest’ultimo confessa ai giornali, con una delibera assegnò, per un periodo di vent’anni, la gestione della struttura destinata a centro sociale per anziani al soggetto privato Coop. Nardacchione a fronte del pagamento della somma di 250 mila euro; come mai il Secondo, dopo l’incontro illuminante con un avvocato, “il quale suggerisce, per evitare problemi legali seri, di individuare il partner privato con una gara ad evidenza pubblica”, avendo scoperto di aver violato la legge, invece di revocare la delibera di affidamento diretto della struttura, persiste consapevolmente nell’illecito invitando la Coop. Nardacchione a sottoscrivere un contratto senza evidenza pubblica? Ora che il Secondo faccia fatica a capire ciò che gli ha detto l’avvocato non è un problema – per fare il sindaco la legge non richiede requisiti particolari, basta saper leggere ed il Secondo pare sappia anche scrivere – ma che il Governatore, parte offesa in questa vicenda, venga ad inaugurare una struttura, da lui finanziata, senza verificare la corretta esecuzione di quanto concordato tra Comune e Regione, egli che peraltro ha ricevuto numerosi ricorsi ancora pendenti davanti ai Giudici amministrativi del Molise, è operazione assai spericolata sotto il profilo della responsabilità, non solo politica. Non vorremmo che per seguire le spericolate avventure dei suoi prodi scudieri finisca disarcionato e col culo per terra! ☺

domenicodadamo@alice.it

 

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