la cattedrale e il deserto
13 Aprile 2010 Share

la cattedrale e il deserto

 

Il Cavaliere di Arcore è atterrato a S. Giuliano scortato dalla lombarda Mariastella, neo-Mini- stro della Pubblica Istruzione, e tra folle plaudenti, inchini e salamelecchi, ha inaugurato la nuova Cattedrale del Molise dove studieranno dall’asilo alle medie 99 bimbi e ragazzi. Per il Capo del Governo il film è finito. La modesta scuola locale edificata negli anni Cinquanta con l’approssimazione di quel periodo, crollata col terremoto del 31 ottobre 2002 è stata ricostruita con i più avanzati standard di sicurezza del mondo. È talmente grande, ampia, spaziosa ed eccessiva che appare offensiva. Putti in ceramica, fontana di Versailles, piscina, sede universitaria, palestra e ogni altro ben di Dio. È come se si fosse voluto costruire un Monumento per risarcire una comunità. È come se lo Stato si sentisse colpevole di aver abbandonato in tanta parte del Sud centinaia di paesini con strutture scolastiche non a norma, insicure e antiquate, figlie di quella Cassa del Mezzogiorno che scambiava il consenso politico con le clientele affaristiche e gli sprechi.

Uno Stato che dal 1998 sapeva dall’Osservatorio di Geofisica Nazionale che doveva riclassificare decine di comuni tra cui S. Giuliano tra quelli a rischio sismico, cosa che fece con 5 anni di ritardo nella primavera del 2003 dopo i tragici eventi del Molise. Uno Stato che per queste colpe storiche e per tali omissioni doveva essere chiamato a rispondere sul banco degli imputati nel processo insieme ad una Regione che si era dotata di una legge, la n.10 del 17 febbraio 2000 per la Protezione Civile, rimasta lettera morta fino al terremoto. Eppure in tale legge si prevedevano obblighi chiari in capo alla Regione anche sulla classificazione sismica dei comuni e sulla conseguente modifica dei piani regolatori comunali con funzioni commissariali e poteri sostitutivi in caso di inadempienze delle amministrazioni locali.

In pratica se l’area del Cratere fosse stata riclassificata a rischio terremoto già dal 1998 con relativo provvedimento del Governo e se la Regione si fosse sostituita con i poteri della legge 10/2000 ai comuni si potevano modificare i piani regolatori, inserendovi come previsto per legge, vincoli e criteri più rigorosi nel rilascio delle licenze edilizie comprese quella per la sopraelevazione in cemento di una scuola in muratura. Ma quale Giudice o quale Tribunale chiama sul banco degli imputati lo Stato o una Regione? Stiamo ancora aspettando di sapere com’è caduto un aereo in mare, la verità su Piazza Fontana, sulle stragi fasciste di Piazza della Loggia a Brescia e della Stazione di Bologna. Figuriamoci se in Italia c’è qualcuno che ha il coraggio di chiamare lo Stato a rispondere del perché è crollata una scuola dell’obbligo! Molto più semplice prendersela con gli ultimi anelli della catena e affidarsi ai tempi lunghi della giustizia.

Comunque stiano le cose il grande comunicatore di Mediaset si è venuto a cucire un’altra stella sulla giacca attribuendosi il merito di aver risolto una nuova questione dopo aver ripulito Napoli dai rifiuti e essersi approvato il lodo Alfano che lo mette al riparo da guai giudiziari per tutta la legislatura. Tutto il resto per lui è aria fritta perché non fa notizia. Le 4 mila case in Classe A (prima e unica abitazione del cittadino) da rifare dopo 6 anni con i 400 milioni di euro che servono, i 120 milioni per mettere in sicurezza le scuole molisane o la vicenda della restituzione dei contributi, sono temi localistici da lasciare in gestione ai parlamentari molisani. Anzi no! Perché il deputato locale è l’On. Berlusconi. Allora dirà al Commissario Delegato di pensarci lui senza badare alla qualità dell’utilizzo dei fondi. Altrimenti dovrebbe chiedergli come ha speso 700 milioni scoprendo musei del profumo, ippovie, navi, opere liriche e anche spettacoli su Italia 1 che fanno da contraltare alla case non ricostruite e allo spopolamento che è aumentato nell’area del cratere. Meglio chiudere un occhio e elogiare l’operato del Presidente-Commissario con qualche scenata di gelosia, nelle segrete stanze, sull’amorevole legame di costui con l’ex-giudice di Mani Pulite con l’aggravante di aver rimediato in Molise il peggior risultato d’Italia per la sua coalizione. Fosse andata ovunque così a Palazzo Chigi siederebbe Veltroni, al Ministero dei Lavori Pubblici sarebbe rimasto l’On. Di Pietro con grande giubilo del Presidente Iorio, che da consumato navigante avrebbe comunque vinto le elezioni. ☺

petraroia.michele@virgilio.it

 

eoc

eoc