La funzione degli intellettuali
9 Febbraio 2023
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La funzione degli intellettuali

Qualche tempo fa, ma penso che sia davvero trascorso più di qualche anno – supponiamo tra il 2014 e il 2015 – ci siamo soffermati sulla figura dell’intellettuale, chiedendoci quale ruolo debba svolgere nella società civile, se le sue parole o le sue analisi della realtà (quotidiana o storica) siano ancora puntuali, scrupolose, accorte, razionali e meritino di essere tenute da conto. Ora torniamo sull’argomento, sollecitati dalla quasi assoluta mancanza nei pubblici dibattiti di figure intellettuali (va da sé che il discorso è per forza complessivo in questa sede) che provino a fare luce sull’attuale condizione di sofferenza – civile, politica, culturale, anche esistenziale – e di smarrimento etico, situazioni nelle quali non solo l’Italia, ma anche gran parte delle nazioni nel mondo oggi si trovano. Tuttavia, è anche un’altra la ragione per la quale siamo sollecitati a ritornare sul ruolo dell’intellettuale e cioè quella per la quale lui provi a far luce sulla sua attuale, quasi assoluta, afasia, singolare comportamento di chi, forse ritenendo immodificabile l’attuale sistema capitalistico, produttivo che genera ingiustizie, diseguaglianze, povertà, miseria, ed anche l’inarrestabile fase di distruzione della Natura e del Pianeta, di chi, dicevamo, si astiene dall’esprimere giudizi, sospendendo anche qualsiasi forma di antagonismo o semplicemente abdicando al proprio ruolo che è quello di essere un punto di riferimento critico nella società.

È davvero sconfortante per un cittadino, che abbia ancora un minimo di coscienza civile e di persistente risolutezza  nel partecipare alla vita sociale del proprio paese (piccolo borgo o il Paese di tutti), ascoltare sciocchezze e idiozie ogni qual volta si accende la TV (per non parlare dei social). Sia sulla guerra attuale, russo/ucraina, come su tutte le guerre, che accrescono le fragilità individuali e lo smarrimento civile delle popolazioni; sia sulla crisi economica attuale, sulla distruzione del sistema sanitario nazionale pubblico, sulla riduzione ad vincula della scuola e dell’Università, come pure sul lavoro, sulle sofferenze psicofisiche degli adulti e delle fasce giovanili, legate alla pandemia del Covid 19 e alle restrizioni alle quali siamo stati sottoposti per tantissimi mesi, su tutto questo e tanto altro c’è una confusa e complice ammucchiata di insulsaggini, la cui indecente volgarità non è soltanto individuabile nelle parole, ma anche e soprattutto negli atteggiamenti di insofferenza verso il pensiero di quanti, pochi in TV e sui social, cercano disperatamente di imbastire un minino di ragionamento che potrebbe aprire fessure, spiragli di conoscenza e di diverso approccio alla realtà e alla quotidianità. Nulla di tutto questo a fronte delle manfrine dell’attuale ceto politico (dx e centro/sx, che sia!), delle sciocchezze concettuali (l’ultima è quella del ministro della cultura Sangiuliano, per il quale Dante avrebbe dato la stura al pensiero della destra odierna!), che, peraltro, vanno ad alimentare in modo complice la disinformazione, in costante aumento, e la villania dei comportamenti e dei giudizi (diffusione di fake news; distruzione dell’immagine dell’avversario). Un esempio su tutti è la questione amara dei migranti, che espone sotto gli occhi di tutti tali comportamenti.

La rissosità verbale, come abitudine di aggressione dell’avversario (anche questi partecipe al banchetto delle incompetenze), ebbene tutto questo impone per un verso una seria e profonda analisi delle ragioni di tanto degrado etico e civile nel nostro Paese; ma esige anche, per un altro, che ci sia qualcuno che ci sproni ad immaginare un futuro diverso, anche rispettoso della Natura, del Pianeta, intesi come luoghi in cui le specie viventi sono in pericolo di estinzione. Ma è necessario ancora un breve passaggio che indichi di quale intellettuale intendiamo mettere in risalto la qualità culturale e le proposte operative. Ricordo con piacere uno scrittore siciliano, Vincenzo Consolo, che, come alcuni altri – Pasolini, Sciascia, Tabucchi, Morante, Moravia, Saramago – è parte del patrimonio culturale che ha anche contribuito alla nostra formazione civile, politica. In una sua intervista di alcuni anni fa, che cerchiamo di citare a memoria, a proposito di cosa sia l’intellettuale e che ruolo debba svolgere nella società, Consolo sosteneva che il compito dello scrittore sia quello di essere la coscienza critica della società. Lo scrittore deve parlare male della società di cui fa parte e la sua deve essere una lingua che si oppone, che sia acuta, pungente, perspicace. La letteratura, calandosi nella storia, deve affrontare i problemi concreti che l’uomo ha e da cui è oppresso; solo in questo modo probabilmente potrà essere influente sulla società, sferzandola e pungendola perché riacquisti una dignità etica e civile. Dunque, la funzione dell’intellettuale è quella di aprire delle crisi, parlando del presente e di come questo debba affrontare il futuro. Ed è proprio questo il comportamento al quale si attengono quegli scrittori che da tempo su la fonte noi stiamo indicando come “gli acrobati del tempo”, ossia quegli autori che, osservando e descrivendo i guasti che l’attuale modello capitalistico sta inferendo al Pianeta, denunciano, quasi sempre inascoltati, la prossima estinzione di tutte le specie viventi e anche la distruzione del Pianeta Terra.

Quest’ultima considerazione ci sollecita nell’accennare, pur in estrema sintesi, ad una scrittrice inglese, Liz Jensen, autrice del romanzo thriller L’ultima profezia (Edizioni TimeCrime, Roma, 2012) – che, tra l’altro, offre diversi spunti di riflessione su cui noi per motivi di impostazione redazionale non ci soffermiamo –  romanzo nel quale un’adolescente – Bethany Krall – psicotica, con tendenze criminali, omicida (uccide la propria mamma), dopo i trattamenti da elettroshock (TEC) ai quali viene sottoposta, riesce a presagire catastrofi ambientali e climatiche che porteranno gradualmente, ma inesorabilmente, alla distruzione della Terra. La sorte peggiore sarà quella alla quale è destinata l’umanità, mentre le specie animali e vegetali resisteranno e il loro compito è nei secoli quello di far rinascere il Pianeta. ☺

 

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