la sfida del cambiamento   di Famiano Crucianelli
2 Settembre 2012 Share

la sfida del cambiamento di Famiano Crucianelli

 

La Fonte ha inteso aprire una riflessione sul concilio, meglio sul “concilio mancato”. In questi nostri tempi dominati dal chiacchiericcio politico e da una discussione sull’Europa tanto solenne quanto impotente, la scelta del giornale potrebbe sembrare una stravaganza. Ma così non è, quella straordinaria occasione di rinnovamento che la Chiesa rapidamente negò, molto ha influenzato il corso degli eventi e intreccia in profondità i problemi dell’oggi. In primo luogo penso alla decadenza e alla crisi della Chiesa medesima, sempre più un guscio vuoto, un sistema burocratico senza comunità, senza partecipazione, senza nuove idee e sempre in armonia con i poteri vecchi e nuovi. Ovviamente mi riferisco alla chiesa di Roma e alla gerarchia ecclesiastica, perché continua ad esistere, anche se con difficoltà, un’altra Chiesa, quella che vive nelle missioni, fra i diseredati e che non solo predica, ma opera nella solidarietà e nell’amore per il prossimo. Ma la grande difficoltà della chiesa evoca la crisi di un’altra potenza che è stata fondamentale, nel bene e nel male, per tutto il ‘900 e che nella sua faccia buona è stata decisiva nella civilizzazione del secolo che abbiamo alle spalle.

La Politica è l’altro malato grave di questi nostri tempi. Giornali e televisioni sono strapieni di giochi, manovre, dichiarazioni, interviste dei tanti politicanti, ma ciò che si è perso è il cuore nobile della Politica, ovvero la Politica del progetto, dei programmi, dei valori e soprattutto la coerenza morale nei comportamenti. Si è disperso un patrimonio di idee e militanza che ha costruito la comunità e l’unità nazionale, che ha fondato i partiti democratici del primo dopoguerra e ha nutrito la nostra democrazia. La crisi della Chiesa e della Politica sono avanzate in parallelo, è così nella forma, nella rappresentazione scenica come nella sostanza. La chiesa non ha raccolto lo spirito innovatore e riformatore del concilio dei primi anni ‘60, non è stata capace di abbandonare i suoi riti, i suoi dogmi e ha così disperso la comunità, si è separata dalle nuove contraddizioni dell’individuo e della società. Non diversamente quei partiti di sinistra che dalla Politica avevano tratto la loro legittimità, hanno buttato alla fine degli anni ‘60 una grande opportunità per cambiare se stessi e la politica. Quelli furono anni di grandi movimenti  nelle università, nei luoghi di lavoro e nella società, anni nei quali emerse un potente desiderio di libertà, di uguaglianza, di giustizia e di democrazia. I partiti chiusero gli occhi e restarono chiusi nei loro recinti e, quando Enrico Berlinguer nei primi anni ‘80 si avvide dell’errore e dei guasti, ormai era troppo tardi.

Perché ciò è accaduto? Quali le ragioni che hanno impedito alla Chiesa, alla Politica, ai grandi Partiti di sinistra di accettare la sfida del cambiamento? Perché tanto miope conservatorismo? In realtà vi fu dapprima un’incomprensione di fondo, quando nei primi anni ‘50 né il Vaticano, né il grosso della sinistra si avvidero dei cambiamenti profondi nell’economia e nella società. Gli uni e gli altri ignorarono la forza pervasiva e totalizzante del nuovo capitalismo, non ebbero né l’intelligenza, né la volontà critica per affrontare le nuove contraddizioni di una società ipnotizzata dal consumo di massa. Quando poi i problemi, i bisogni per la  loro evidenza e per i movimenti nella società si manifestarono e al mondo cattolico e alla sinistra e quando poi i gruppi dirigenti colsero la radicalità della sfida aperta e la necessità di un cambiamento profondo, essi scelsero di chiudere gli occhi e persero la sfida per rinnovare Chiesa e Politica, persero la guerra senza neppure aver iniziato la battaglia. Oggi paghiamo duramente gli errori di allora e degli anni che seguirono e la sensazione che troppa acqua sia passata sotto i ponti è forte, anche perché molti e radicali sono stati i mutamenti. La crisi economica che con la fine degli anni ‘70 iniziò come malattia endemica è, ormai, divenuta esplosiva e la crisi di certezze ha ormai investito tutte le cellule fondamentali del nostro vivere: dalla famiglia alla cultura del lavoro, dalla sfera sentimentale alle relazioni sessuali.

Da qui l’importanza di riflettere sulla radice lontana dei nostri problemi, ripartire da quegli errori è fondamentale per guardare al futuro e per dare un senso all’incontro fra cultura cattolica e mondo della sinistra, diversamente come la storia lontana e recente dimostrano questi incontri si risolvono in inutili e dannosi compromessi di potere. ☺

famiano.crucianelli@tiscali.it

 

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