L’attuale maggioranza che nel passato consiglio regionale sedeva su banchi dell’opposizione approvò insieme all’attuale minoranza la legge 21 del 2013 sulla composizione del consiglio regionale e della giunta. Era il periodo del “siamo sul baratro” e il presidente Monti, in preda al panico fece approvare dal suo governo un decreto che impose a tutte le regioni Italiane, alla faccia dell’autonomia regionale, una riduzione del numero dei consiglieri e degli assessori. Una martellata sulle palle che Iorio accettò di darsi sul prato di piana dei mulini con l’intento di riconquistare il favore degli elettori molisani che stavano abbandonando lui e Berlusconi. Non fu sufficiente e così oltre alle palle ci rimise anche il culo. L’attuale presidente che ci tiene sia all’uno che alle altre, in barba alle promesse elettorali, ha fatto approvare dalla sua giunta, una delibera, la 160, per abrogare l’infausta legge, la quale, così com’è, non gli consente di risolvere un problemino che toglie il sonno all’intero centrosinistra molisano: l’ingresso in giunta del cognato di Patriciello autorevole esponente della Casa delle Libertà, il quale, in mancanza, sarebbe pronto a ritornare da dove è venuto, portando seco i suoi preziosi 14 mila voti. Pare che il presidente del gruppo PD in consiglio regionale, politico noto per la lotta agli sprechi, non ne voglia sapere del quinto assessore. Il consigliere eletto col sistema del gratta e vinci sarebbe invece favorevole, con la morte nel cuore, ad un rimpastino di giunta. C’è chi pensa, ma noi non ci crediamo, che a farne le spese potrebbe essere l’assessore all’agricoltura, compaesano dell’esponente PD, il quale verrebbe sacrificato sull’altare della riduzione delle spese con infinito dispiacere del suo conterraneo e compagno di tante battaglie. La legge rinnegata contiene un errore tecnico, dice Frattura; prevede infatti che il Presidente possa nominare un numero di consiglieri pari a un quinto dell’intero consiglio e siccome 21 diviso 5 fa 4.2, sempre secondo il primo teorema Frattura, si arrotonda a cinque e non a quattro. Il Consigliere Cotugno, a differenza degli altri quattro, non sarà un vero assessore ma l’assessore 0.2, cosicché dalla prossima riunione di giunta si voterà con la virgola. Pare che l’assessore Petraroia abbia comprato un pallottoliere coi decimali per vigilare sull’esatta applicazione della Legge.
I mal di pancia della sinistra non finiscono qui. La nuova maggioranza, diciamo di centrosinistra, dopo la diffida di Romagnuolo, ha scoperto che i consiglieri regionali possono essere sospesi senza perdere il posto in consiglio. Ora, per consentire ai primi dei non eletti di entrare finalmente in consiglio, pare si stia studiando un provvedimento legislativo che equipari la funzione di assessore a quello di condannato. Non sarà elegante, ma oggi si sa che per creare un posto di lavoro si farebbe di tutto.
la redazione
L’attuale maggioranza che nel passato consiglio regionale sedeva su banchi dell’opposizione approvò insieme all’attuale minoranza la legge 21 del 2013 sulla composizione del consiglio regionale e della giunta. Era il periodo del “siamo sul baratro” e il presidente Monti, in preda al panico fece approvare dal suo governo un decreto che impose a tutte le regioni Italiane, alla faccia dell’autonomia regionale, una riduzione del numero dei consiglieri e degli assessori. Una martellata sulle palle che Iorio accettò di darsi sul prato di piana dei mulini con l’intento di riconquistare il favore degli elettori molisani che stavano abbandonando lui e Berlusconi. Non fu sufficiente e così oltre alle palle ci rimise anche il culo. L’attuale presidente che ci tiene sia all’uno che alle altre, in barba alle promesse elettorali, ha fatto approvare dalla sua giunta, una delibera, la 160, per abrogare l’infausta legge, la quale, così com’è, non gli consente di risolvere un problemino che toglie il sonno all’intero centrosinistra molisano: l’ingresso in giunta del cognato di Patriciello autorevole esponente della Casa delle Libertà, il quale, in mancanza, sarebbe pronto a ritornare da dove è venuto, portando seco i suoi preziosi 14 mila voti. Pare che il presidente del gruppo PD in consiglio regionale, politico noto per la lotta agli sprechi, non ne voglia sapere del quinto assessore. Il consigliere eletto col sistema del gratta e vinci sarebbe invece favorevole, con la morte nel cuore, ad un rimpastino di giunta. C’è chi pensa, ma noi non ci crediamo, che a farne le spese potrebbe essere l’assessore all’agricoltura, compaesano dell’esponente PD, il quale verrebbe sacrificato sull’altare della riduzione delle spese con infinito dispiacere del suo conterraneo e compagno di tante battaglie. La legge rinnegata contiene un errore tecnico, dice Frattura; prevede infatti che il Presidente possa nominare un numero di consiglieri pari a un quinto dell’intero consiglio e siccome 21 diviso 5 fa 4.2, sempre secondo il primo teorema Frattura, si arrotonda a cinque e non a quattro. Il Consigliere Cotugno, a differenza degli altri quattro, non sarà un vero assessore ma l’assessore 0.2, cosicché dalla prossima riunione di giunta si voterà con la virgola. Pare che l’assessore Petraroia abbia comprato un pallottoliere coi decimali per vigilare sull’esatta applicazione della Legge.
I mal di pancia della sinistra non finiscono qui. La nuova maggioranza, diciamo di centrosinistra, dopo la diffida di Romagnuolo, ha scoperto che i consiglieri regionali possono essere sospesi senza perdere il posto in consiglio. Ora, per consentire ai primi dei non eletti di entrare finalmente in consiglio, pare si stia studiando un provvedimento legislativo che equipari la funzione di assessore a quello di condannato. Non sarà elegante, ma oggi si sa che per creare un posto di lavoro si farebbe di tutto.
L’attuale maggioranza che nel passato consiglio regionale sedeva su banchi dell’opposizione approvò insieme all’attuale minoranza la legge 21 del 2013 sulla composizione del consiglio regionale e della giunta. Era il periodo del “siamo sul baratro” e il presidente Monti, in preda al panico fece approvare dal suo governo un decreto che impose a tutte le regioni Italiane, alla faccia dell’autonomia regionale, una riduzione del numero dei consiglieri e degli assessori. Una martellata sulle palle che Iorio accettò di darsi sul prato di piana dei mulini con l’intento di riconquistare il favore degli elettori molisani che stavano abbandonando lui e Berlusconi. Non fu sufficiente e così oltre alle palle ci rimise anche il culo. L’attuale presidente che ci tiene sia all’uno che alle altre, in barba alle promesse elettorali, ha fatto approvare dalla sua giunta, una delibera, la 160, per abrogare l’infausta legge, la quale, così com’è, non gli consente di risolvere un problemino che toglie il sonno all’intero centrosinistra molisano: l’ingresso in giunta del cognato di Patriciello autorevole esponente della Casa delle Libertà, il quale, in mancanza, sarebbe pronto a ritornare da dove è venuto, portando seco i suoi preziosi 14 mila voti. Pare che il presidente del gruppo PD in consiglio regionale, politico noto per la lotta agli sprechi, non ne voglia sapere del quinto assessore. Il consigliere eletto col sistema del gratta e vinci sarebbe invece favorevole, con la morte nel cuore, ad un rimpastino di giunta. C’è chi pensa, ma noi non ci crediamo, che a farne le spese potrebbe essere l’assessore all’agricoltura, compaesano dell’esponente PD, il quale verrebbe sacrificato sull’altare della riduzione delle spese con infinito dispiacere del suo conterraneo e compagno di tante battaglie. La legge rinnegata contiene un errore tecnico, dice Frattura; prevede infatti che il Presidente possa nominare un numero di consiglieri pari a un quinto dell’intero consiglio e siccome 21 diviso 5 fa 4.2, sempre secondo il primo teorema Frattura, si arrotonda a cinque e non a quattro. Il Consigliere Cotugno, a differenza degli altri quattro, non sarà un vero assessore ma l’assessore 0.2, cosicché dalla prossima riunione di giunta si voterà con la virgola. Pare che l’assessore Petraroia abbia comprato un pallottoliere coi decimali per vigilare sull’esatta applicazione della Legge.
I mal di pancia della sinistra non finiscono qui. La nuova maggioranza, diciamo di centrosinistra, dopo la diffida di Romagnuolo, ha scoperto che i consiglieri regionali possono essere sospesi senza perdere il posto in consiglio. Ora, per consentire ai primi dei non eletti di entrare finalmente in consiglio, pare si stia studiando un provvedimento legislativo che equipari la funzione di assessore a quello di condannato. Non sarà elegante, ma oggi si sa che per creare un posto di lavoro si farebbe di tutto.
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