L’erba magica
4 Maggio 2017
La Fonte (351 articles)
Share

L’erba magica

Una delle piante maggiormente presenti nel nostro territorio, ma molto comune anche nel resto d’Europa, è sicuramente la Piantaggine.

Appartiene alla famiglia delle Plantaginacee e il suo nome deriva dal termine latino Planta, sia per la forma delle foglie, che ricordano la piante del piede, sia per l’uso che ne facevano i viandanti, che avevano l’abitudine di applicarne le foglie fresche direttamente sulla cute lesionata dal cammino.

Il genere Plantago comprende 16 varietà di piantaggine: quelle più comunemente utilizzate sono la lanceolata (Plantago lanceolata) e la Maggiore (Plantago maior). La Lanceolata è detta anche Lanciuola o Cinquenervi, per la forma e l’aspetto delle foglie, che si presentano ovali, abbastanza strette e allungate, con estremità appuntite proprio come una lancia, e che la rendono facilmente distinguibile dalla specie simile, la Plantago maior, che ha invece foglie grandi, larghe e ampie, e con un picciolo più lungo. Altro elemento che la contraddistingue è l’infiorescenza: una spiga supportata da un lungo stelo, più corta (2-3 cm) nella Lanceolata e più lunga nella Maggiore. La Piantaggine si identifica agevolmente anche per il caratteristico portamento delle foglie, solcate da cinque nervature parallele nella Lanceolata e da sette nervature nella Maggiore.

È stato calcolato che una pianta ben sviluppata riesce a produrre in un anno ventimila semi; questi passano indenni attraverso il tubo digerente dei bovini al pascolo e quindi la loro disseminazione è ancora più facilitata. È interessante la capacità della mucillagine che riveste tali semi, in presenza di umidità, di aderire alle scarpe e ai vestiti. Gli Indiani d’America chiamavano le specie di questo genere “traccia dell’uomo bianco” per la sua presenza massiccia nei luoghi calpestati e lungo i sentieri dei colonizzatori europei.

Così questa pianta perenne cresce abbondante ovunque: nei campi e negli incolti, in luoghi erbosi e lungo le strade. Forse anche per questo, non ha mai esercitato nessun fascino. Ma nonostante la semplice bellezza dei suoi colori e il modesto profumo dei suoi fiori, la Piantaggine è sempre stata presente nella vita quotidiana della gente. E sebbene venga considerata una inutile erbaccia infestante, da sradicare ed estirpare dal proprio campo o giardino, al pari del tarassaco e dell’ortica, essa veniva già apprezzata sin dai tempi antichi, per le sue numerose e sicure proprietà officinali. Plinio il Vecchio, che la definiva “erba magica”, riporta la sua efficacia terapeutica in caso di forte tosse. Nel Medioevo veniva utilizzata per curare ustioni, ulcere, infiammazioni oculari e nasali, e per fermare le emorragie. Il libro La salute dalla farmacia del Signore di Maria Treben, fra le varie erbe, cita anche la Piantaggine per la cura delle malattie che colpiscono le vie respiratorie e come cicatrizzante. Tra i principali composti contenuti in questa pianta vi sono infatti alcuni glicosidi come l’aucubina, che le conferisce proprietà antinfiammatorie e antiallergiche, flavonoidi, acido salicilico e vitamine A, C, K. Le parti da utilizzare sono le foglie, da raccogliere prima della fioritura, che avviene da giugno fino ad agosto.

Le foglie fresche e tenere si possono utilizzare in cucina per preparare insalate crude o cotte, aggiunte ad altre erbe per ripieni o nei preparati per zuppe. Suggeriamo di provare la Piantaggine per rendere più colorata e saporita la pasta fresca fatta in casa, dalle tagliatelle agli gnocchi. Insieme ad altre erbe commestibili, può contribuire al ripieno di torte salate, ravioli, crocchette, frittate e fagottini, come ad esempio il calzone – descritto in calce -, che unisce le proprietà benefiche e nutritive di questa pianta al gusto di una buona focaccia. Una vecchia ricetta popolare suggerisce poi l’uso di un decotto a base di Piantaggine e Pungitopo per sciogliere piccoli calcoli presenti nelle vie urinarie.

Anche se il polline della Lanciuola può essere una frequente causa di riniti allergiche, le foglie fresche hanno proprietà antiallergiche dovute all’azione dell’aucubina cui si accennava prima. Esse sono utili in caso di punture di insetti: tritate dopo un accurato lavaggio in acqua, vanno frizionate energicamente sulla puntura o applicate localmente tramite bendaggio, per lenire l’infiammazione, il gonfiore, il prurito e il bruciore. Per delucidazioni sui suoi utilizzi e sulle controindicazioni, si consiglia comunque di rivolgersi all’erborista di fiducia.

 

Calzone alla piantaggine

Ingredienti: 300 g di foglie di piantaggine; 300 g di ricotta; un cucchiaio di parmigiano reggiano grattugiato; noce moscata; sale e pepe; 800 g di pasta lievitata; 4 uova; olio q.b.

Preparazione:

mondare, lavare e scottare in poca acqua salata la piantaggine; strizzarla e tritarla grossolanamente. Porla in una terrina, amalgamarvi la ricotta, il parmigiano e spolverare con noce moscata; salare e pepare.

Dividere la pasta in quattro parti e ricavarne quattro dischi sottili uguali: su ciascun disco disporre un quarto di composto, predisponendo con il dorso di un cucchiaio un incavo al centro dove sgusciare un uovo crudo. Ripiegare la pasta sul ripieno facendo aderire bene i bordi. Sistemare i calzoni sulla placca del forno leggermente unta di olio e cuocerli per 20-25 minuti in forno già caldo a 250° C. Servirli tiepidi.☺

 

La Fonte

La Fonte