Libri: “Il fuoco che ti porti dentro” di Antonio Franchini
6 Gennaio 2025
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Libri: “Il fuoco che ti porti dentro” di Antonio Franchini

“Mia madre puzza” è l’incipit spiazzante dell’ultimo romanzo di Antonio Franchini. Restiamo disorientati perché siamo tutti più o meno fedeli all’idea dell’amore scontato fra madre e figlio. Qui incontriamo, invece, una donna ribelle e anticonformista che deliberatamente ha ripudiato la visione sdolcinata del rapporto filiale e materno messo in scena dalla pubblicità e ha scelto di instaurare una relazione aspra e conflittuale. L’ha fatto seguendo la propria natura “vulcanica” a cui rimanda il titolo, Il fuoco che ti porti dentro, un verbo al presente che rende vivida questa donna così fuori dal comune.
 L’autore non è tenero con lei, ne mette in rilievo tutte le negatività con un linguaggio crudo e impietoso: Angela è preda di continue esplosioni di rabbia, spesso immotivata, non perde occasione per litigare, è diffidente e severa nel suo giudizio del mondo e degli altri, è “la bocca di un vulcano che erutta”, è “divorata da un fuoco perenne”. La sua è una natura bipolare che sfibra e strema la cerchia dei familiari. Non è facile, quindi, viverle accanto, ancora più difficile è considerarla un modello educativo. 
Eppure è una donna fiera, attribuisce la sua natura indomita alle origini sannite, a suo modo è vincente: ha frequentato il liceo classico in un periodo in cui il liceo era precluso alle ragazze di famiglia umile, si lancia nell’etimologia delle parole, possiede una notevole capacità di leggere i sentimenti umani anche nelle sfumature. Ha avuto la capacità di superare i momenti difficili della guerra e del periodo post bellico senza un uomo accanto. E poi ha un figlio scrittore.
 Il romanzo di Antonio Franchini non è solo questo. È anche una gustosa galleria di ritratti di personaggi studiati nella loro psicologia, nei sogni, nelle fobie e nei rimpianti. La narrazione è arricchita da descrizioni di angoli di Napoli, da proverbi e modi di dire riportati in napoletano, da un “lessico familiare” straordinario nella sua potenza espressiva. Le scene descritte sono di vita partenopea, ma anche di un Sud trapiantato al Nord e sono spesso esilaranti, numerose sono le pagine interamente trascritte in un napoletano, incisivo ed efficace. 
Le turbolenze causate dal “vulcano” sono alleggerite dal registro dell’ironia usato dall’autore nel corso dell’intera narrazione. Un aspetto fondante del romanzo è il processo di maturazione di Antonio, bambino, poi giovane e poi uomo che procede di pari passo con la rievocazione del magma in cui la sua vita è immersa, ma da cui, misteriosamente, è anche nutrita.
 L’ultima parte del racconto si addolcisce, la madre morente conserva ancora tracce del fuoco che l’ha divorata per una vita intera, lo sguardo del figlio è mutato, ma solo in parte. Neanche alla fine della parabola esistenziale di Angela, infatti, Antonio Franchini ci priva di uno sguardo altro, non sentimentale, fuori dalle aspettative. 
Alla fine ci saremo affezionati a questa donna dalla psiche instabile, ma dalla grande vitalità che per tutta la vita ha scelto, come dice l’autore, di essere un personaggio. E grazie al figlio ci è riuscita.☺

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