Liscione sicuro
10 Settembre 2018
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Liscione sicuro

Qualunque persona di buon senso che attraversa spesso il viadotto del Liscione sa che questa arteria principale, che collega le zone interne del Molise alla costa, prima o poi sarebbe stata chiusa, non fosse altro per manutenzione. Viene da chiedersi: “Come mai, in una regione a grande rischio sismico e idrogeologico, quando si è affrontata a livello politico la situazione viaria, ci si sia concentrati unicamente sulla realizzazione di un’autostrada e non – più semplicemente – di una bretella alternativa che ‘bypassasse’ il viadotto in caso di una sicura interruzione?”

Probabilmente è mancato ai nostri amministratori il “fiato sul collo” dei cittadini. Un disinteresse tuttavia solo apparente e non generale, se il gruppo pubblico Liscione Sicuro su Facebook si è costituito in tempi già sospetti, grazie agli accorati allarmi lanciati da Vincenzo Di Sabato di Guardialfiera raccolti da Rita Frattolillo. Da allora, questo gruppo sta portando avanti una battaglia in sordina contro… i mulini a vento dell’indifferenza e dell’apatia.

Fino alla tragedia di Genova e al successivo terremoto in Molise tuttora in atto. Ora che la paura è tanta, molti hanno preso coscienza del fatto che non è più cosa di stare a guardare fiduciosi e inerti… E il gruppo social Fb Liscione Sicuro, che sta crescendo di ora in ora per le numerosissime adesioni, si è rimesso vigorosamente in marcia per sensibilizzare gli amministratori regionali e nazionali a non peggiorare lo stato della nostra regione, la cui economia sarà messa ancora più in ginocchio se non si farà, con procedura d’urgenza, una bretella laterale sul versante Guardialfiera, e questo indipendentemente dal risultato dell’analisi dei piloni.

Infatti, sono bastati pochi giorni dalla chiusura del viadotto per rendersi conto dell’immenso problema economico e sociale cui ci troviamo di fronte. Per rendersi conto che sarebbe da incoscienti far morire economia turismo regione…

Questa chiusura infatti ci taglia dalla costa dove è collocato il maggior numero di industrie/aziende, e la vecchia e scomoda statale è inadatta per i tir, come stiamo vedendo in questi giorni. Tempi duri per il trasporto merci delle nostre aziende e per i fornitori stranieri. Situazione tanto più grave generata dalla scelta di incentivare il traffico su gomma abbandonando la ferrovia. Infatti la tratta ferroviaria Termoli-Campobasso, che avrebbe potuto risolvere in parte il problema, è ormai inattiva.

Disagi a non finire anche per coloro che hanno necessità di transitare ogni giorno dalle aree interne a Termoli; i nostri piccoli, bei borghi, appollaiati sulle due dorsali della val Biferno, già penalizzati per la mancanza di servizi, rischiano la condanna allo spopolamento completo se questi disagi dovessero continuare! Come far giungere, ad esempio, un’ambulanza in tempo utile, in caso di emergenza sanitaria? Impossibile non prendere a cuore i problemi di queste comunità che ad ogni occasione rimarcano le loro priorità, in una situazione insostenibile…

Siamo veramente in un vicolo cieco e questa battaglia così partecipata e sentita significa che la misura è colma. Ormai lo sanno anche i sassi che sono le infrastrutture a far girare l’economia e il Molise ne è carente: come possiamo mai crescere? Essere privati anche del diritto elementare a circolare in sicurezza non è accettabile. Ci si lamenta che il Molise è il fanalino di coda in fatto di turismo, ma si dimentica che il bigliettino da visita è rappresentato da una rete stradale disastrata, tra gobbe, avvallamenti, frane e crolli. Chi dovrebbe venire, in questa situazione? Ed è un vero peccato, dal momento che la Natura è stata molto generosa con questo territorio, e che il turismo sarebbe un formidabile fattore di sviluppo economico.

Insiste quindi Raffaele Caruso sulla pagina Fb di Liscione Sicuro: “Si potrebbe fare una superstrada che passa di fianco il lago. Il progetto già c’è basta prendere quello dell’autostrada e si modernizza un po’ sta viabilità, poiché senza infrastrutture non c’è sviluppo! Al nord hanno creato le infrastrutture ecco perché è decollato a livello industriale e produttivo, mentre noi percorriamo ancora le strade interpoderali!”.

Aggiunge il suo commento Marco Tagliaferri: “Quando guardare oltre significa vivere e non sopravvivere. ‘Molte delle infrastrutture viarie italiane – dice la nota del Consiglio Nazionale Geologi – sono state costruite negli anni ‘60 e ‘70 e si rifanno dunque a normative tecniche non adeguate agli utilizzi e ai carichi di esercizio attuali, ma molte di esse sono anche carenti dal punto di vista della sicurezza geologica e sismica, perché il contributo di queste discipline non era contemplato dalle allora vigenti normative’. Insistere con questa consapevolezza sul Ponte di Liscione, vuole significare fermare il Molise, per aver dirottato miliardi di Euro per una infrastruttura che con gli anni manifesterà sempre la sua insicurezza e precarietà”.

Tante voci di comuni cittadini che nel passato non si sarebbero mai potute alzare e che grazie al nostro social Liscione Sicuro fanno capire chiaramente che siamo tutti stufi di essere figli di un dio minore e che faremo fronte comune in questa battaglia senza cedere di un palmo. Inchiodando gli amministratori alle loro responsabilità di gestione affinché comincino ad avere uno sguardo lungimirante, e idee chiare sul progetto Regione, per scongiurare la fine economica del Molise.☺

 

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