“Una lunghissima onda scura
minacciosa s’abbatté sulla libertà
coprendone ogni forma”.
Barca alla deriva, ondeggiava nuda
nel viaggio algumoso controcorrente.
Lo scoglio gigante attendeva le sue costole.
Nemmeno l’urlo del vecchio sul costone
né fiato benevolo d’Eolo a scongiurare l’urto.
Marea pronta ad inghiottire fasciame.
L’uragano si riversò sul grano nella stiva
semenze disperse tra spuma e mucillagine.
E l’equipaggio a braccia aperte tra i marosi.
In fondo alle illusioni c’è un mare d’acqua avara
dove pesci di lago potranno cambiare sale?
(E branchie usurate per troppa asfissia).
Urgono altri sistemi di filtraggio, altra saliva
nuovi polmoni – e un respiro profondissimo -.
Troppo tardi se il branco di pinne fuori rotta
seguirà la scia che porta in secca.
L’arpione del rais pronto in tonnara.
Cent’anni orsono la stessa spiaggiata di storioni.
Onda lunga per uova in scatola e filetti sott’olio
e un facile ritorno per abboccare all’amo.
A Giacomo, Carlo, Nello, Spartaco,
Don Pasquino, Antonio Piccinini, Livia e Maria,
Don Minzoni e i tanti (tanti) altri.
