Luci della ribalta
19 Febbraio 2019
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Luci della ribalta

Il film Luci della ribalta degli anni ’50 voleva mettere in evidenza come, con l’autostima, si può risollevare la sorte di chi cade in disgrazia. Il finale è drammatico, ma il messaggio che il film voleva dare è passato come un insegnamento di vita per tutti coloro i quali hanno visto l’opera cinematografica.

Che Larino negli ultimi anni abbia avuto un tracollo sociale e politico non bisogna essere larinese per saperlo, basta attraversare il paese e fermarsi in quei luoghi che rappresentavano l’anima economica del posto e non solo (vedi: ospedale, centro storico, ecc.). Ecco che, come nel film di Charlie Chaplin, accadde il miracolo: Larino riprende fiducia nei propri mezzi e nelle proprie ricchezze. Per ridare autostima alla Comunità è “bastato”, per modo di dire, illuminare il centro storico di lucine sfavillanti e musiche natalizie. L’intuizione di un cittadino larinese di adozione e la collaborazione di tanti giovani del posto hanno dimostrato come fare per ridare fiducia ad un intero territorio. Certo, l’ideatore Salvatore Faiella è stato un folle (di questi tempi) ad investire, con risorse proprie, su un progetto apparentemente futile. Invece, si è verificato l’inimmaginabile. Una folla mai vista negli ultimi anni si è riversata per le stradine illuminate del nostro favoloso centro storico e, adulti, bambini e anziani sono rimasti stupiti dalla maestosa bellezza che le luci, la musica, il cibo da strada, i mercatini, il buon vino, hanno saputo mettere in evidenza. Neanche il freddo e la pioggia hanno frenato il flusso dei visitatori e al vedere tanta gente e sentire tanti apprezzamenti viene naturale scuotersi e ridestarsi da un torpore più o meno atavico. Mi risuonano in mente le parole del nostro vescovo: larinesi smettetela di giocare sempre in difesa, difendiamo l’ospedale, difendiamo il tribunale, difendiamo l’indifendibile, cominciate a giocare in attacco e attacco significa “fare” senza piangersi addosso. Ecco, l’associazione “Larino nel Cuore”, o meglio le persone che ne fanno parte, hanno osato giocare d’attacco e un gol l’hanno realizzato. Al gol segue l’esultanza ed è questa la fase che ora tutti viviamo come tifosi e come giocatori. Adesso, palla al centro, si ricomincia e guai mettersi a difendere il gol fatto. Si deve continuare ad attaccare, abbiamo in panchina giocatori straordinari che scalpitano per dare il proprio contributo. Hanno fatto il loro ingresso in campo i ragazzi del Carnevale Larinese che, a breve, faranno un altro splendido gol. Ne siamo tutti certi! Perdonate la metafora calcistica ma penso di interpretare il pensiero del vescovo che ci vuole comunità all’attacco e non chiusi in difesa di una storia che rappresenta il passato e che come tale non produce niente, se non rancore e depressione. Larino è una comunità che, insieme al basso Molise tutto, ha mille risorse da spendere ed ha giovani straordinari che sanno ancora lavorare unendo la testa alle mani, passando per il cuore!

Se scorriamo il calendario larinese, questo è di una vivacità unica che descrive il dinamismo della comunità tutta. Provate a trovare una comunità in regione o in Italia con un calendario del genere: gennaio/febbraio – Carnevale con realizzazione di carri allegorici che non hanno nulla da invidiare a quelli di Viareggio o Putignano (basti pensare che i nostri ragazzi in 44 anni di carnevale larinese hanno fatto passi da gigante investendo in formazione fornita dai maestri cartapestai di fama nazionale). Marzo/aprile – Tavolate di San Giuseppe con il coinvolgimento delle donne larinesi che con le loro famiglie allestiscono le “Cappelle di San Giuseppe”; la Passione vivente con il contributo dell’Associazione CAR che pure coinvolge tantissimi figuranti. Maggio larinese con il culmine nei tre giorni canonici della festa di san Pardo 25, 26 e 27 maggio con oltre 120 carri agricoli addobbati da fiori di carta crespa e trainati da vacche/buoi di razza bianca (marchigiana, chianina, podolica, maremmana). Mesi estivi con eventi vari inseriti nel cartellone dell’estate larinese (varie sagre, rassegna delle carresi, vari memorial, ecc.). Ottobre – Fiera di ottobre l’evento per eccellenza (non fosse altro per la sua longevità di ben 276 edizioni) che dovrebbe effettuare ormai un restyling serio per definirsi ancora evento. Dicembre – Presepe vivente a cura della stessa associazione della Passione vivente (CAR) e le “luminarie” a cura dell’Associazione “Larino nel cuore”. Ciò che deduco da questa carrellata di eventi è: dire ai larinesi di rimboccarsi le maniche é fuori luogo. Dire che devono sperare nel denaro pubblico pure fuori luogo è, considerato che finora hanno investito risorse proprie. In modo provocatorio oserei dire che un modello di sviluppo del genere potrebbe tranquillamente fare a meno della politica specificatamente di quella che si dimentica dei bisogni di un territorio e che pensa solo a conservare il proprio potere governativo affossando dignità e valori umani!

Attenzione! Potrebbe verificarsi il finale drammatico del film Luci della ribalta poiché nel 2018 sono nati solo 35 bambini a fronte di oltre 80 decessi. Una comunità e un territorio che stanno morendo mentre la politica resta impassibile. Aggiungo un’ulteriore nota preoccupante, dei 35 bambini nati, pare che nessuno sia nato a Larino e qui si apre una parentesi a me molto cara e che ho già analizzato in un precedente articolo. La perdita d’identità è un tarlo che potrebbe minare l’operosità di questo nostro territorio, e non ce lo possiamo permettere.

Cari lettori al di là delle preoccupazioni che dobbiamo affrontare “con ribellione”, come dice il nostro direttore, abbiamo delle risorse stratosferiche e dei talenti unici per non soccombere.

Che luce sia per tutti noi. ☺

 

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