made in italy
19 Aprile 2010 Share

made in italy

 

Che la lingua italiana accolga parole straniere, nella fattispecie inglesi, lo abbiamo constatato più volte. Quello che molti però non sanno è che proprio noi italiani abbiamo “inventato” alcune parole inglesi, che utilizziamo correntemente e con convinzione, ignorandone la provenienza o l’etimologia.

Con disinvoltura siamo abituati a dire Luna Park per indicare le giostre che periodicamente attraggono giovani e bambini nei periodi di festa: l’espressione è prettamente italiana, seppur composta da una parola straniera; inglesi o americani non la comprenderebbero in quanto essi hanno il termine Fair [pronuncia: fèr] (letteralmente “fiera”). Diffusissimo è poi il termine Fon o Phon, sinonimo di “asciugacapelli”, che l’italiano ha importato dal tedesco (non dall’inglese), e che è talmente entrato nell’uso tanto da farci credere che anche gli stranieri ne comprendano il significato. Com’è stato arduo, per i miei studenti di qualche anno fa, riuscire ad ottenere dal personale scozzese dell’istituto che li ospitava, per una vacanza-studio, un riduttore per inserire nella presa di corrente il loro phon! Per i gentili ospiti esso era semplicemente “hairdryer” [pronuncia: hèrdraier], vale a dire “asciugacapelli”.

Il turista italiano in Gran Bretagna o negli Stati Uniti d’America deve porre attenzione quando fa alcune richieste.

Se volesse praticare una leggera attività fisica per mantenersi in forma e chiedesse di indicargli un posto in cui poter praticare un po’ di  footing [pronuncia: futing], non sarebbe compreso dai suoi interlocutori. Il termine inglese per indicare la corsa è infatti jogging [pronuncia: giogghin].

Chi avesse bisogno di nastro adesivo, non potrebbe chiedere dello scotch in quanto rischierebbe di farsi portare un bicchiere di whisky! In inglese il nastro adesivo è adhesive tape [pronuncia: edisiv teip]o sellotape [pronuncia: selloteip]. La parola scotch, utilizzata da noi italiani per indicare l’articolo di cancelleria, ha in inglese il significato di “scozzese” ed indica in primo luogo la bevanda alcolica tipica di quella nazione. Il riferimento al nastro adesivo è per antonomasia: scotch era la denominazione commerciale di uno dei primi esemplari di questo prodotto, probabilmente in stoffa scozzese; oggi il termine è stato esteso, per noi italiani, ad indicare qualsiasi tipo di nastro autoadesivo e trasparente.

Tra i capi d’abbigliamento femminili oggi il body [pronuncia: bodi] è molto di moda, ma non tutti sono a conoscenza del significato reale che il termine ha nella lingua inglese; body significa “corpo” oppure “cadavere”! Piuttosto distante, quindi, dalla “vezzosità” e dalla “leggiadria” del capo di biancheria! Ma la nostra intraprendenza italica non ha freni: il capo viene prodotto ed esportato (ci dicono le statistiche) e si sta imponendo proprio con questo nome, anzi gli stranieri preferiscono adeguarsi alla scelta terminologica. Potenza dell’inglese made in Italy!☺

 

 

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