masaniello e gli sperperi di Domenico D'Adamo | La Fonte TV
Se nel nostro Paese i partiti politici sono diventati associazioni contro i cittadini, qui, nella nostra regione, le cose non vanno meglio che altrove. Le istituzioni locali, occupate dai partirti, lavorano con successo ad un unico obiettivo: accumulare debiti in quantità ellenica da distribuire agli ignari e sempre più apatici “Mollisani”. Un popolo che pure annovera tra i sui concittadini illustri rivoluzionari, oggi, anche per via dei sui giornali anestetizzanti, è destinato, in una sorta di rassegnazione musulmana – (las- samme fa a Dio) – a giocare il ruolo di chi campa di espedienti, in definitiva dello scroccone. Ci sono voluti dieci anni di cura Iorio ma alla fine ce l’abbiamo fatta. I giornali nazionali, quelli veri, e le televisioni, sia le reti Rai che Mediaset, a differenza di Telepetescia, si occupano dei nostri amministratori quasi settimanalmente e non per far loro i complimenti. Poche sere fa Domenico Iannacone di Presa Diretta, ci ha fatto fare la figura dei peracottari. Pensavamo di aver toccato il fondo con le dichiarazione rese alla Gabanelli di Report dal Grande Sindaco di Guardialfiera, oggi opportunamente rinviato a giudizio anche per quelle confessioni. Non sapevamo di aver in Molise un altro campione della comunicazione oltre che della buona governance: il Sindaco di Isernia. L’avv. Melogli ci ha spiegato che per vincere bisogna comprare il biglietto. Già, perché questi signori invece di amministrare la cosa pubblica giocano d’azzardo, e lui, l’avv. Melogli, ha pure vinto 55 milioni di Euro per fare, non si è capito bene se un mercato coperto o un centro sociale. Ho capito solo dopo che a quel gioco avevo contribuito anche io senza alcuna possibilità di vittoria. Inconsapevolmente (oggi va tanto di moda) avevo partecipato a quello strano gioco dove si paga senza sapere per chi o per che cosa. Lo chiamano in un modo strano quel gioco, a volte IRPEF, a volte IVA, a volte usano altri acronimi per non farsi capire, io questa volta però l’ho capito: quei soldi servono a far divertire l’avv. Melogli, proprio lui, il Sindaco di Isernia.
Purtroppo, agli sprechi molisani non c’è rimedio. Neanche gli “intoccabili”, i giornalisti della TV la7, autentici mastini, sono riusciti a farglielo capire al nostro governatore che i soldi pubblici vanno usati con cura e soprattutto con parsimonia. Il Presidente Iorio infatti continua a dire che come li usa lui, i soldi pubblici, non ci riesce nessuno, anche quando non ne ha, e così, milione dopo l’altro, è riuscito a festeggiare il primo miliardo di debito solo nella sanità. Pare che a Roma, alla conferenza dei presidenti, sia guardato con invidia dai suoi colleghi i quali, pur impegnandosi allo stremo, non riescono in materia di debito a far bene quanto lui. In questi anni, il nostro presidente raccontando frottole a destra e manca è riuscito a farsi dare soldi per la sanità, per il terremoto e per lo sviluppo dell’economia, senza tener fede a nessuno degli impegni presi con i suoi finanziatori. Il risultato è sotto gli occhi di tutti: le aziende continuano a chiudere, i terremotati vivono ancora nelle baracche e gli utenti della sanità sperano che il governo nazionale lo sostituisca al più presto, perché sanno che prima o poi arriverà il conto. Iorio intanto non si avvilisce per i pessimi risultati del suo governo e rilancia. Acquista sedi a Roma e a Bruxelles, trasferisce la sede della giunta in immobili più confortevoli, esagera nell’arredamento e quando qualcuno gliene chiede conto lo mette alla porta; di recente, con l’acqua alla gola, ha sguinzagliato i suoi cani da riporto per convincere il Governo a prorogare lo “stato di criticità” nelle zone colpite dal sisma di dieci anni fa, in questo confortato dai sindaci terremotati, anch’essi interessati a spendere e spandere senza controllo alcuno. Ma veniamo ai fatti.
Dal mese di gennaio i sindaci del “cratere”, opportunamente sollecitati da qualche consigliere regionale, sono in permanente allarme per il mancato rinnovo dello stato di criticità terminato il 31/12/del 2011. Sostengono i furbetti che la mancata proroga di quello stato di grazia, che dura ormai da nove anni, provochi il blocco della ricostruzione nelle zone colpite dal sisma. Il teatro dove rappresentano questa farsa è il comune di San Giuliano di Puglia dove il sindaco, trombato alle ultime elezioni regionali, intuisce che per un posto a Palazzo Moffa non bastano solo i voti del suo Comune e scopre, dopo nove anni di pesante silenzio, che esiste un cratere sismico. Capocomico della kermesse è uno che sbandiera ai quattro venti una delega “taroccata” a “trattare la materia correlata alla ricostruzione post-sisma”, che evidentemente ricomprende anche l’organizzazione della protesta contro le istituzioni che rappresenta. La delega conferita a costui dal Presidente Iorio è un palese esempio di uso privato dei poteri pubblici, infatti non è previsto dallo statuto regionale un simile obbrobrio. Vorremmo far notare ai “signori del terremoto” che la ricostruzione post-sisma, nonostante il perdurare dello stato di criticità è ferma perché da tre anni il governo nazionale non stanzia i fondi necessari alla bisogna. L’ordinanza di Protezione Civile che ha consentito di fatto la proroga dei poteri straordinari è servita unicamente a mantenere in vita la struttura commissariale che ormai da anni costa tanto e non produce nulla. Trasferire le competenze di questo organismo agli uffici regionali non significa bloccare i lavori né tantomeno sospendere l’erogazione del contributo per l’autonoma sistemazione visto che, a detta di Iorio, i soldi ormai sono arrivati.
Al Masaniello con lo stipendio da consigliere regionale qualcuno dovrà pure spiegargliele queste cose. ☺
domenicodadamo@alice.it
Se nel nostro Paese i partiti politici sono diventati associazioni contro i cittadini, qui, nella nostra regione, le cose non vanno meglio che altrove. Le istituzioni locali, occupate dai partirti, lavorano con successo ad un unico obiettivo: accumulare debiti in quantità ellenica da distribuire agli ignari e sempre più apatici “Mollisani”. Un popolo che pure annovera tra i sui concittadini illustri rivoluzionari, oggi, anche per via dei sui giornali anestetizzanti, è destinato, in una sorta di rassegnazione musulmana – (las- samme fa a Dio) – a giocare il ruolo di chi campa di espedienti, in definitiva dello scroccone. Ci sono voluti dieci anni di cura Iorio ma alla fine ce l’abbiamo fatta. I giornali nazionali, quelli veri, e le televisioni, sia le reti Rai che Mediaset, a differenza di Telepetescia, si occupano dei nostri amministratori quasi settimanalmente e non per far loro i complimenti. Poche sere fa Domenico Iannacone di Presa Diretta, ci ha fatto fare la figura dei peracottari. Pensavamo di aver toccato il fondo con le dichiarazione rese alla Gabanelli di Report dal Grande Sindaco di Guardialfiera, oggi opportunamente rinviato a giudizio anche per quelle confessioni. Non sapevamo di aver in Molise un altro campione della comunicazione oltre che della buona governance: il Sindaco di Isernia. L’avv. Melogli ci ha spiegato che per vincere bisogna comprare il biglietto. Già, perché questi signori invece di amministrare la cosa pubblica giocano d’azzardo, e lui, l’avv. Melogli, ha pure vinto 55 milioni di Euro per fare, non si è capito bene se un mercato coperto o un centro sociale. Ho capito solo dopo che a quel gioco avevo contribuito anche io senza alcuna possibilità di vittoria. Inconsapevolmente (oggi va tanto di moda) avevo partecipato a quello strano gioco dove si paga senza sapere per chi o per che cosa. Lo chiamano in un modo strano quel gioco, a volte IRPEF, a volte IVA, a volte usano altri acronimi per non farsi capire, io questa volta però l’ho capito: quei soldi servono a far divertire l’avv. Melogli, proprio lui, il Sindaco di Isernia.
Purtroppo, agli sprechi molisani non c’è rimedio. Neanche gli “intoccabili”, i giornalisti della TV la7, autentici mastini, sono riusciti a farglielo capire al nostro governatore che i soldi pubblici vanno usati con cura e soprattutto con parsimonia. Il Presidente Iorio infatti continua a dire che come li usa lui, i soldi pubblici, non ci riesce nessuno, anche quando non ne ha, e così, milione dopo l’altro, è riuscito a festeggiare il primo miliardo di debito solo nella sanità. Pare che a Roma, alla conferenza dei presidenti, sia guardato con invidia dai suoi colleghi i quali, pur impegnandosi allo stremo, non riescono in materia di debito a far bene quanto lui. In questi anni, il nostro presidente raccontando frottole a destra e manca è riuscito a farsi dare soldi per la sanità, per il terremoto e per lo sviluppo dell’economia, senza tener fede a nessuno degli impegni presi con i suoi finanziatori. Il risultato è sotto gli occhi di tutti: le aziende continuano a chiudere, i terremotati vivono ancora nelle baracche e gli utenti della sanità sperano che il governo nazionale lo sostituisca al più presto, perché sanno che prima o poi arriverà il conto. Iorio intanto non si avvilisce per i pessimi risultati del suo governo e rilancia. Acquista sedi a Roma e a Bruxelles, trasferisce la sede della giunta in immobili più confortevoli, esagera nell’arredamento e quando qualcuno gliene chiede conto lo mette alla porta; di recente, con l’acqua alla gola, ha sguinzagliato i suoi cani da riporto per convincere il Governo a prorogare lo “stato di criticità” nelle zone colpite dal sisma di dieci anni fa, in questo confortato dai sindaci terremotati, anch’essi interessati a spendere e spandere senza controllo alcuno. Ma veniamo ai fatti.
Dal mese di gennaio i sindaci del “cratere”, opportunamente sollecitati da qualche consigliere regionale, sono in permanente allarme per il mancato rinnovo dello stato di criticità terminato il 31/12/del 2011. Sostengono i furbetti che la mancata proroga di quello stato di grazia, che dura ormai da nove anni, provochi il blocco della ricostruzione nelle zone colpite dal sisma. Il teatro dove rappresentano questa farsa è il comune di San Giuliano di Puglia dove il sindaco, trombato alle ultime elezioni regionali, intuisce che per un posto a Palazzo Moffa non bastano solo i voti del suo Comune e scopre, dopo nove anni di pesante silenzio, che esiste un cratere sismico. Capocomico della kermesse è uno che sbandiera ai quattro venti una delega “taroccata” a “trattare la materia correlata alla ricostruzione post-sisma”, che evidentemente ricomprende anche l’organizzazione della protesta contro le istituzioni che rappresenta. La delega conferita a costui dal Presidente Iorio è un palese esempio di uso privato dei poteri pubblici, infatti non è previsto dallo statuto regionale un simile obbrobrio. Vorremmo far notare ai “signori del terremoto” che la ricostruzione post-sisma, nonostante il perdurare dello stato di criticità è ferma perché da tre anni il governo nazionale non stanzia i fondi necessari alla bisogna. L’ordinanza di Protezione Civile che ha consentito di fatto la proroga dei poteri straordinari è servita unicamente a mantenere in vita la struttura commissariale che ormai da anni costa tanto e non produce nulla. Trasferire le competenze di questo organismo agli uffici regionali non significa bloccare i lavori né tantomeno sospendere l’erogazione del contributo per l’autonoma sistemazione visto che, a detta di Iorio, i soldi ormai sono arrivati.
Al Masaniello con lo stipendio da consigliere regionale qualcuno dovrà pure spiegargliele queste cose. ☺
Se nel nostro Paese i partiti politici sono diventati associazioni contro i cittadini, qui, nella nostra regione, le cose non vanno meglio che altrove. Le istituzioni locali, occupate dai partirti, lavorano con successo ad un unico obiettivo: accumulare debiti in quantità ellenica da distribuire agli ignari e sempre più apatici “Mollisani”. Un popolo che pure annovera tra i sui concittadini illustri rivoluzionari, oggi, anche per via dei sui giornali anestetizzanti, è destinato, in una sorta di rassegnazione musulmana – (las- samme fa a Dio) – a giocare il ruolo di chi campa di espedienti, in definitiva dello scroccone. Ci sono voluti dieci anni di cura Iorio ma alla fine ce l’abbiamo fatta. I giornali nazionali, quelli veri, e le televisioni, sia le reti Rai che Mediaset, a differenza di Telepetescia, si occupano dei nostri amministratori quasi settimanalmente e non per far loro i complimenti. Poche sere fa Domenico Iannacone di Presa Diretta, ci ha fatto fare la figura dei peracottari. Pensavamo di aver toccato il fondo con le dichiarazione rese alla Gabanelli di Report dal Grande Sindaco di Guardialfiera, oggi opportunamente rinviato a giudizio anche per quelle confessioni. Non sapevamo di aver in Molise un altro campione della comunicazione oltre che della buona governance: il Sindaco di Isernia. L’avv. Melogli ci ha spiegato che per vincere bisogna comprare il biglietto. Già, perché questi signori invece di amministrare la cosa pubblica giocano d’azzardo, e lui, l’avv. Melogli, ha pure vinto 55 milioni di Euro per fare, non si è capito bene se un mercato coperto o un centro sociale. Ho capito solo dopo che a quel gioco avevo contribuito anche io senza alcuna possibilità di vittoria. Inconsapevolmente (oggi va tanto di moda) avevo partecipato a quello strano gioco dove si paga senza sapere per chi o per che cosa. Lo chiamano in un modo strano quel gioco, a volte IRPEF, a volte IVA, a volte usano altri acronimi per non farsi capire, io questa volta però l’ho capito: quei soldi servono a far divertire l’avv. Melogli, proprio lui, il Sindaco di Isernia.
Purtroppo, agli sprechi molisani non c’è rimedio. Neanche gli “intoccabili”, i giornalisti della TV la7, autentici mastini, sono riusciti a farglielo capire al nostro governatore che i soldi pubblici vanno usati con cura e soprattutto con parsimonia. Il Presidente Iorio infatti continua a dire che come li usa lui, i soldi pubblici, non ci riesce nessuno, anche quando non ne ha, e così, milione dopo l’altro, è riuscito a festeggiare il primo miliardo di debito solo nella sanità. Pare che a Roma, alla conferenza dei presidenti, sia guardato con invidia dai suoi colleghi i quali, pur impegnandosi allo stremo, non riescono in materia di debito a far bene quanto lui. In questi anni, il nostro presidente raccontando frottole a destra e manca è riuscito a farsi dare soldi per la sanità, per il terremoto e per lo sviluppo dell’economia, senza tener fede a nessuno degli impegni presi con i suoi finanziatori. Il risultato è sotto gli occhi di tutti: le aziende continuano a chiudere, i terremotati vivono ancora nelle baracche e gli utenti della sanità sperano che il governo nazionale lo sostituisca al più presto, perché sanno che prima o poi arriverà il conto. Iorio intanto non si avvilisce per i pessimi risultati del suo governo e rilancia. Acquista sedi a Roma e a Bruxelles, trasferisce la sede della giunta in immobili più confortevoli, esagera nell’arredamento e quando qualcuno gliene chiede conto lo mette alla porta; di recente, con l’acqua alla gola, ha sguinzagliato i suoi cani da riporto per convincere il Governo a prorogare lo “stato di criticità” nelle zone colpite dal sisma di dieci anni fa, in questo confortato dai sindaci terremotati, anch’essi interessati a spendere e spandere senza controllo alcuno. Ma veniamo ai fatti.
Dal mese di gennaio i sindaci del “cratere”, opportunamente sollecitati da qualche consigliere regionale, sono in permanente allarme per il mancato rinnovo dello stato di criticità terminato il 31/12/del 2011. Sostengono i furbetti che la mancata proroga di quello stato di grazia, che dura ormai da nove anni, provochi il blocco della ricostruzione nelle zone colpite dal sisma. Il teatro dove rappresentano questa farsa è il comune di San Giuliano di Puglia dove il sindaco, trombato alle ultime elezioni regionali, intuisce che per un posto a Palazzo Moffa non bastano solo i voti del suo Comune e scopre, dopo nove anni di pesante silenzio, che esiste un cratere sismico. Capocomico della kermesse è uno che sbandiera ai quattro venti una delega “taroccata” a “trattare la materia correlata alla ricostruzione post-sisma”, che evidentemente ricomprende anche l’organizzazione della protesta contro le istituzioni che rappresenta. La delega conferita a costui dal Presidente Iorio è un palese esempio di uso privato dei poteri pubblici, infatti non è previsto dallo statuto regionale un simile obbrobrio. Vorremmo far notare ai “signori del terremoto” che la ricostruzione post-sisma, nonostante il perdurare dello stato di criticità è ferma perché da tre anni il governo nazionale non stanzia i fondi necessari alla bisogna. L’ordinanza di Protezione Civile che ha consentito di fatto la proroga dei poteri straordinari è servita unicamente a mantenere in vita la struttura commissariale che ormai da anni costa tanto e non produce nulla. Trasferire le competenze di questo organismo agli uffici regionali non significa bloccare i lavori né tantomeno sospendere l’erogazione del contributo per l’autonoma sistemazione visto che, a detta di Iorio, i soldi ormai sono arrivati.
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