
Mi rivolgo a niro
Se anche fossimo i penultimi, nella graduatoria della ricchezza prodotta dai miei corregionali, non sarei contento lo stesso: purtroppo, il PIL dei molisani è all’ultimo posto nelle graduatorie della SVIMEZ e dell’ISTAT che si occupano di queste cose per mestiere e non per piacere. Le ultime grandi opere pubbliche realizzate dallo Stato, in Molise, risalgono, la ferrovia che collega Termoli a Roma, al 1883, e la SS 647 Bifernina, con acclusa Diga del Liscione, un secolo dopo.
All’inizio del nuovo millennio le forze democratiche che abitavano il Centrosinistra nostrano, per uscire dall’isolamento in cui il Molise si era cacciato, avviarono un ragionamento sulla viabilità, sui trasporti e sullo sviluppo della nostra terra quale snodo strategico tra i Paesi dell’Est che si affacciano sull’Adriatico, il porto di Termoli, l’interporto, il Corridoio adriatico (autostrada e ferrovia) e il mar Tirreno, ridisegnando il percorso della vecchia strada ferrata che presentava e presenta ancora oggi, nel tratto Termoli/Boiano, almeno tre criticità: l’elevata pendenza, la tortuosità e le esigue dimensioni delle gallerie che creano difficoltà per realizzare l’elettrificazione e consentire il trasporto non solo dei viaggiatori ma anche delle merci, il che avrebbe facilitato, insieme a una strada a quattro corsie senza pedaggio (S. Vittore-Termoli con uno svincolo per la Puglia) la realizzazione della mission dell’operazione. Il progetto ardito, oltre che ambizioso, ha fatto sognare i miei corregionali per un battito di ciglio e considerato che l’ultimo finanziamento statale in ordine di tempo risaliva al secolo scorso, qualcosa in più del niente si poteva pretendere dallo Stato. L’opera venne inserita dal governo tra i primi 6 interventi da finanziare ma il governo Berlusconi, succeduto al governo Amato con il quale si stipulò l’intesa, si inventò la legge obiettivo, quella dei sogni presentata da Vespa, che includeva tra questi, al 90° posto, anche il nostro: di sogni stiamo parlando.
Poi, arrivò Iorio che insieme all’ attuale sottosegretario Niro, memoria storica della Regione per aver calcato quel palcoscenico da circa un quarto di secolo, e, con la partecipazione straordinaria del ministro delle infrastrutture, on. Di Pietro, “I mejo fichi der bigoncio”, in vent’anni di regno hanno partorito una società, “Autostrada del Molise spa” per la realizzazione della S. Vittore – Bojano – Campobasso (Termoli non pervenuto) al solo scopo di sistemare qualche amico all’interno del consiglio di amministrazione. Purtroppo, nonostante l’impegno profuso dal sottosegretario al quale in genere vengono affidati, notoriamente, sia dalla Destra che dalla Sinistra, preminentemente i dossier difficili della Regione (in verità quelli che non si devono realizzare), dopo appena 25 anni, con estremo rigore, siamo ancora a cara mamma!
In verità il consigliere Niro alcuni giorni fa, nell’aula consiliare, senza arrossire, disquisiva di viabilità e trasporti per trovare, senza successo, le risposte alla mancata elettrificazione dell’unica strada ferroviaria che collega, diciamo così, Isernia, Campobasso e Termoli, che, dopo un quarto di secolo passato a cazzeggiare, non vede la luce, senza rendersi conto che quelle risposte avrebbe dovute fornirle lui al consiglio regionale, visto e considerato che è da quel dì che esercita funzioni di governo senza soluzione di continuità; il mitico Vincenzo dovrebbe fornirci spiegazioni del perché non si è realizzata né la Termoli/ S. Vittore a quattro corsie, né l’interporto di Termoli già finanziato, né l’ammodernamento del porto per il quale è andato perduto un finanziamento di 30 milioni di euro successivamente destinati, per incapacità, al porto di Ortona; così come dovrebbe spiegarci, se ci riesce, perché non si è realizzato l’ospedale di II livello a Campobasso o l’ospedale COVID a Larino; merita una spiegazione anche il perché sono stati soppressi ben due ospedali e tuttavia paghiamo l’addizionale IRPEF più alta d’Italia o, ancora, perché Stellantis si avvia a sospendere la produzione di motori termici insieme alla realizzazione di una gigafactory per la produzione di batterie.
Qualche spiegazione va data ancora al perché il parco eolico al largo della costa termolese non è più in cantiere oppure perché si parla di nuovo della cessione dell’acqua del Liscione alla Puglia e perché non è stata fatta una legge sulle coltivazioni biologiche e sui biodistretti; un chiarimento va dato dal mitico Vincenzo sul perché è stata avviata dalla struttura commissariale, in via sperimentale e con la ridicola somma di 1,5 milioni di euro da impiegare su tre centri ancora ignoti, quella che, senza senso alcuno – ritengo -, si ostinano a chiamare medicina territoriale. E perché, ancora, è stato approvato dalla Giunta Regionale, in assenza di Iorio, un Piano Sociale di zona unicamente per ridurre il numero degli ambiti territoriali creati proprio per dislocare i servizi nel rispetto del principio di prossimità e ancora perché la terra dei laghi che corrisponde esattamente al cratere sismico di San Giuliano di Puglia è stata abbandonata a sé stessa.
E siccome il Sottosegretario, invece di fornire risposte su quello che Centrodestra e Centrosinistra hanno combinato in questa Regione, – non avete capito male, mi rivolgo a Niro, il magnifico, per avere avuto le mani in pasta sia di qua che di là – allora ci proveremo noi a trovarle quelle risposte, non senza aver fatto una premessa, in verità per toglierci qualche dubbio: ma i nostri politici ce l’hanno un sogno, una visione, un progetto, un ideale? Hanno mai pensato al futuro della nostra terra? Dei nostri figli? Io credo proprio di no, ma solo perché non dormono. Giorno e notte non fanno altro che pensare a quanto durerà la loro carriera politica, quanti voti prenderanno nella prossima competizione elettorale, quanti capibastone hanno perduto e quanti clienti hanno guadagnato: che vitaccia!
E veniamo a noi. Perché la Termoli S. Vittore non è mai decollata? Quel progetto faceva parte di un disegno più luminoso, una visione più generale e un obiettivo che ne avrebbe consentito la realizzazione: uscire dall’isolamento storico per diventare crocevia di comunicazione tra meridione e settentrione, tra oriente e occidente, sfruttando la centralità geografica della nostra regione. La fortuna non tardò ad arrivare, Iorio, uomo concreto e senza visioni mise a posto ogni cosa. Lui, uomo del fare, non sogna, e per questo preferisce, insieme a Di Pietro, altro “insonne”, la partecipazione dei privati alla realizzazione dell’autostrada a pagamento. Così, coi pochi spiccioli destinati dal bilancio regionale alla viabilità, ha preferito finanziare un programma di interventi sulle strade interpoderali, certo più redditizio in quanto a consenso. Ricordo ancora una polemica violenta tra lui e il presidente della Provincia, Massa, che reclamava un ruolo nella programmazione, niente a che vedere con la superstrada senza pedaggio.
I complimenti della redazione vanno senza dubbio al presidente della Provincia che ha protestato perché gli hanno soppresso l’Ambito nel paese in cui è sindaco: avrebbe fatto bene a incazzarsi anche con la struttura commissariale per l’approccio mostrato verso la medicina territoriale, così come avrebbe dovuto incatenarsi alle porte del Vietri quando i fondi per l’Ospedale COVID a Larino vennero trafugati verso le “torri d’avorio” del presidente Toma: la verità è che non siamo più considerati persone in carne ed ossa ma solo “massa critica”. Caro sindaco Puchetti, dorma più spesso vedrà che prima o poi sognerà anche lei.☺