(ri)produrre il passato
25 Maggio 2017
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(ri)produrre il passato

Vi è una certa difficoltà a collocare l’idea progetto in uno specifico Programma europeo o in una misura o sottomisura dei vari e numerosi programmi di cui si compone la Programmazione Comunitaria 2014-2020. Penso però che la proposta, discussa e condivisa nel tempo con un gruppo di amici all’interno del C.S.F., se tradotta nella forma “per così dire ammissibile” possa creare i presupposti giusti per la crescita sostenibile della nostra realtà e del territorio regionale, in quanto capaci di incidere fortemente, in senso positivo, in direzione della rimozione delle criticità che l’Unione Europea pone come obiettivi di superamento. Il riferimento è alla marginalità sociale e territoriale, al degrado edilizio, al recupero dell’agricoltura come opportunità di crescita economica e sociale, al potenziamento del turismo, alla valorizzazione della storia e delle tradizioni locali e, quindi, della Cultura dei Luoghi, alla inclusione sociale come fattore di crescita democratica ma anche di solidarietà tra i popoli.

L’idea progetto, articolata sui punti e sulle tematiche innanzi esposte, poggia le basi su un fattore capace di generare e garantire effetti positivi sull’intero ciclo, rappresentato dall’ agricoltura in generale e nello specifico dall’alimentazione, ovvero dalla sana alimentazione, con recupero delle specificità alimentari di un tempo non tanto lontano, e dai sapori propri del territorio. L’obiettivo è (Ri)Produrre, anche con tecnologie innovative, il cibo sano per un’alimentazione sana, in un territorio sano, dove si può vivere in modo sano, in un luogo ricco di storia e di cultura. Un obiettivo importante per il futuro delle nostre realtà e comunità che non possono restare ferme ad aspettare qualcosa che non arriverà, ma piuttosto devono essere in grado, anche dal punto di vista culturale, di affrontare e accettare la sfida (spietata) imposta dalla globalizzazione, pena la definitiva marginalizzazione ed esclusione.

La sfida non è semplice ma nemmeno impossibile. Bisogna convincersi ed avere consapevolezza che è possibile e necessaria accettarla, al pari delle esperienze vissute in passato dai nostri antenati, i quali sono stati in grado di affrontare e superare le difficili sfide dei tempi, seppur diverse nelle forme e nei contenuti, senza rinunciare alla lotta, ai sacrifici, alla identità, al territorio, in altre parole al diritto di esistere e vivere. L’idea progetto per essere attuata ha bisogno della condivisione e del sostegno di altri soggetti pubblici e privati, ma soprattutto del sostegno convinto delle amministrazioni comunali presenti sul territorio le quali, superando la logica conservatrice e penalizzante del campanile, hanno ormai l’obbligo di interagire, confrontarsi e organizzarsi in funzione del raggiungimento dell’ obiettivo comune. Si tratta di una sfida culturale e ideale, che presuppone anche il cambiamento del modo di interpretare in senso moderno il ruolo di amministratori pubblici e rappresentanti delle comunità.

L’elemento fondante dell’idea progetto è l’Agricoltura con l’obiettivo di produrre, anche attraverso processi di innovazione tecnologica e creazione di imprese, l’ alimentazione e il cibo del futuro. Un futuro che presenta elementi preoccupanti, quali la crescita della popolazione mondiale, la restrizione del territorio agricolo (al ritmo di 8 mq al secondo!), il consumo delle risorse ambientali, la scarsità dell’acqua, la disoccupazione, le enormi disuguaglianze, l’aumento della povertà, la perdita dei valori, la proliferazione dei conflitti, ecc., aspetti che hanno bisogno di risposte concrete e tempestive, senza le quali non ci sarà alcuna possibilità di futuro per le nuove generazioni alle quali, inevitabilmente, si sommeranno i bisogni legittimi di enormi masse di migranti costretti a fuggire dai loro Paesi in cerca di un possibile mondo migliore. Per attuare l’idea progetto occorre individuare gli strumenti e il percorso, ma la finalità è chiara: contribuire a nutrire il pianeta attraverso la produzione di beni capaci di assicurare una sana alimentazione da supportare con un ambiente sano, culturalmente evo- luto, ricco di storia e di tradizioni oltre che di bellezze artistiche, architettoniche e ambientali, elementi e valori in grado di sostenere lo sviluppo turistico e il progresso delle nostre comunità, in una realtà in cui è forte e determinante il rapporto tra l’uomo e la terra, tra le comunità e i territori.

Larino ha da sempre avuto una vocazione agricola, ma anche esperienze importanti nel settore Agro-alimentare, di produzione e trasformazione di prodotti agricoli: cereali, olio, etc.; alla fine dell’800 erano presenti opifici con queste finalità produttive favorite anche dalla presenza della luce elettrica. Già a quel tempo si era in grado di produrre pasta in quantità considerevoli, in molteplici forme e di ottima qualità, capace di conquistare ampi spazi di mercato anche oltre i confini nazionali. Si tratta di riprendere quel cammino interrotto e di farlo insieme, di percorrere tutti insieme la strada verso un nuovo modello di sviluppo sostenibile e solidale, fondato anche sul recupero e riutilizzo delle antiche strutture ancora presenti sul territorio, pur se in avanzato stato di degrado e di abbandono, e di farle rivivere non solo in quanto elementi di testimonianza storica ma anche quali luoghi produttivi e di ristorazione.

L’idea progetto, che verrà illustrata in dettaglio nel prossimo futuro e che interessa l’antico pastificio Colagiovanni di Via San Rocco, consentirà di porre l’intero territorio in una condizione di sana competizione, con buone possibilità di ottenere risultati positivi in termini di occupazione e di sviluppo socio-economico nonché turistico. Un’idea progetto in grado di contribuire a sottrarre le nostre realtà alla condizione di marginalità sociale ed economica in cui per varie ragioni e ritardi si trovano, per divenire un territorio con una economia eco-sostenibile, fondata sulla qualità e sull’accoglienza.

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