ode al 31 ottobre
26 Ottobre 2010 Share

ode al 31 ottobre

 

Agli occhi degli uomini possiamo fare i gradassi

ma la verità la sanno anche i sassi.

E’ colpa nostra è colpa di tutti

se ci furono morti e lutti.

Non accada mai più a nessuno

ciò che successe quel maledetto trentuno.

Era di Ottobre e si stava a scuola

e rimanemmo tutti con un groppo in gola.

Le lacrime e il dolore ci tennero compagnia

e insieme alla sofferenza non andranno mai via.

Ricorderò sempre il buio, le sirene e i soccorsi

ma porterò nella tomba il pianto e il rimorso.

Mi assumo la colpa come uomo fallace

perché insieme agli altri sono stato incapace.

Lo ricordò anche Ciampi… Presidente garbato

con tono sommesso e con voce velata.

In futuro mai più deve accadere

per questo ci servono scuole sicure.

Tante volte ci penso al tempo perduto

agli anni volati e alle promesse cadute.

Mi brillano gli occhi mi sento impotente

non riesco a star fermo a non far niente.

E quando con l’autunno ritorna quel giorno

vorrei sparire, fuggire e andar sottoterra.

Non servono le case, i palazzi e le fontane fastose

che non potranno ridarci gli antichi sorrisi.

Il vuoto ci assale negli spazi più grandi

perché il pensiero è fermo a chi manca.

Il brigante del matese

 

eoc

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