ospitalità come vocazione di Domenico Di Memmo | La Fonte TV
Lo scopo di questa idea progettuale è quello di incentivare il turismo e rivalutare nel tempo il valore degli immobili investendo sull’ospitalità.
Nei nostri paesi ci sono tantissime case sfitte, non abitate, abbandonate da anni. Il loro valore continua a diminuire mentre i loro costi aumentano. Per ovviare a questo problema e per risollevare le sorti dei nostri paesi sarebbe utile entrare nel mercato del turismo, ma come? I nostri paesi sono difficili da raggiungere dai grandi centri europei e possono difficilmente competere con i costi e l’organizzazione con altre realtà più affermate ed organizzate. Anche l’impegno e l’entusiasmo delle persone non sembra adeguato ad iniziative di questo genere. Eppure abbiamo un paesaggio magnifico ed una cucina buonissima, un grande patrimonio culturale e storico, e tanti stranieri che passano di qui sono spesso incantati e sorpresi. Per portarli qui basterebbe una promozione all’estero e avere un elemento in più degli altri: l’ospitalità e il “disinteresse”. Tante case vuote, che rievocano anche un vuoto di vita, potrebbero essere “donate” agli stranieri per un periodo di villeggiatura, al solo costo delle spese, organizzando poi solo un pullman per il mare che parte al mattino e rientra la sera, e un opuscolo informativo in tre lingue. Si potrebbe costituire una associazione culturale basata sul “dono”. I vantaggi verrebbero dopo in termini di visibilità, di conoscenza dei luoghi e dei prodotti, e non ultimo di valore umano. Chiunque abbia una casa chiusa e vuota da anni potrebbe aderire all’iniziativa. La selezione degli ospiti si baserebbe su criteri culturali, le persone potrebbero accedere tramite un curriculum ed una selezione. Le case andrebbero spogliate delle cose di valore e riempite con cose che non si possono rompere, e assicurate. Quando si offre una cosa gratuitamente sicuramente si avranno dei riscontri positivi, le persone verrebbero e spenderebbero, con una certa probabilità un certo numero di stranieri saranno invogliati ad acquistare un immobile e questo renderà l’iniziativa di successo. Solo bisognerà avere la forza di non vedere l’interesse subito e di accettare la possibilità di impegnare un immobile per un periodo, che comunque sarebbe restato improduttivo. Infine si avrà la possibilità di far tornare un po’di economia, e soprattutto un po’ di vita nei nostri paesi.
Le piccole imprese locali, nonché i bar, gli alimentari, gli agriturismi e tutti quelli che potrebbero avere un ritorno immediato dall’iniziativa potrebbero fornire una piccola quota per la costituzione dell’associazione (in tutto sono 300 euro per la costituzione dell’associazione culturale, che diviso per 20 esercizi fa 15 euro a testa).
Chiunque sia interessato ad organizzare la cosa, a definirne gli aspetti tecnici e pratici, a dare consigli legali e non, a costituire l’associazione, mi contatti.
Domenico Di Memmo
domenico.dimemmo@yahoo.it
Lo scopo di questa idea progettuale è quello di incentivare il turismo e rivalutare nel tempo il valore degli immobili investendo sull’ospitalità.
Nei nostri paesi ci sono tantissime case sfitte, non abitate, abbandonate da anni. Il loro valore continua a diminuire mentre i loro costi aumentano. Per ovviare a questo problema e per risollevare le sorti dei nostri paesi sarebbe utile entrare nel mercato del turismo, ma come? I nostri paesi sono difficili da raggiungere dai grandi centri europei e possono difficilmente competere con i costi e l’organizzazione con altre realtà più affermate ed organizzate. Anche l’impegno e l’entusiasmo delle persone non sembra adeguato ad iniziative di questo genere. Eppure abbiamo un paesaggio magnifico ed una cucina buonissima, un grande patrimonio culturale e storico, e tanti stranieri che passano di qui sono spesso incantati e sorpresi. Per portarli qui basterebbe una promozione all’estero e avere un elemento in più degli altri: l’ospitalità e il “disinteresse”. Tante case vuote, che rievocano anche un vuoto di vita, potrebbero essere “donate” agli stranieri per un periodo di villeggiatura, al solo costo delle spese, organizzando poi solo un pullman per il mare che parte al mattino e rientra la sera, e un opuscolo informativo in tre lingue. Si potrebbe costituire una associazione culturale basata sul “dono”. I vantaggi verrebbero dopo in termini di visibilità, di conoscenza dei luoghi e dei prodotti, e non ultimo di valore umano. Chiunque abbia una casa chiusa e vuota da anni potrebbe aderire all’iniziativa. La selezione degli ospiti si baserebbe su criteri culturali, le persone potrebbero accedere tramite un curriculum ed una selezione. Le case andrebbero spogliate delle cose di valore e riempite con cose che non si possono rompere, e assicurate. Quando si offre una cosa gratuitamente sicuramente si avranno dei riscontri positivi, le persone verrebbero e spenderebbero, con una certa probabilità un certo numero di stranieri saranno invogliati ad acquistare un immobile e questo renderà l’iniziativa di successo. Solo bisognerà avere la forza di non vedere l’interesse subito e di accettare la possibilità di impegnare un immobile per un periodo, che comunque sarebbe restato improduttivo. Infine si avrà la possibilità di far tornare un po’di economia, e soprattutto un po’ di vita nei nostri paesi.
Le piccole imprese locali, nonché i bar, gli alimentari, gli agriturismi e tutti quelli che potrebbero avere un ritorno immediato dall’iniziativa potrebbero fornire una piccola quota per la costituzione dell’associazione (in tutto sono 300 euro per la costituzione dell’associazione culturale, che diviso per 20 esercizi fa 15 euro a testa).
Chiunque sia interessato ad organizzare la cosa, a definirne gli aspetti tecnici e pratici, a dare consigli legali e non, a costituire l’associazione, mi contatti.
Lo scopo di questa idea progettuale è quello di incentivare il turismo e rivalutare nel tempo il valore degli immobili investendo sull’ospitalità.
Nei nostri paesi ci sono tantissime case sfitte, non abitate, abbandonate da anni. Il loro valore continua a diminuire mentre i loro costi aumentano. Per ovviare a questo problema e per risollevare le sorti dei nostri paesi sarebbe utile entrare nel mercato del turismo, ma come? I nostri paesi sono difficili da raggiungere dai grandi centri europei e possono difficilmente competere con i costi e l’organizzazione con altre realtà più affermate ed organizzate. Anche l’impegno e l’entusiasmo delle persone non sembra adeguato ad iniziative di questo genere. Eppure abbiamo un paesaggio magnifico ed una cucina buonissima, un grande patrimonio culturale e storico, e tanti stranieri che passano di qui sono spesso incantati e sorpresi. Per portarli qui basterebbe una promozione all’estero e avere un elemento in più degli altri: l’ospitalità e il “disinteresse”. Tante case vuote, che rievocano anche un vuoto di vita, potrebbero essere “donate” agli stranieri per un periodo di villeggiatura, al solo costo delle spese, organizzando poi solo un pullman per il mare che parte al mattino e rientra la sera, e un opuscolo informativo in tre lingue. Si potrebbe costituire una associazione culturale basata sul “dono”. I vantaggi verrebbero dopo in termini di visibilità, di conoscenza dei luoghi e dei prodotti, e non ultimo di valore umano. Chiunque abbia una casa chiusa e vuota da anni potrebbe aderire all’iniziativa. La selezione degli ospiti si baserebbe su criteri culturali, le persone potrebbero accedere tramite un curriculum ed una selezione. Le case andrebbero spogliate delle cose di valore e riempite con cose che non si possono rompere, e assicurate. Quando si offre una cosa gratuitamente sicuramente si avranno dei riscontri positivi, le persone verrebbero e spenderebbero, con una certa probabilità un certo numero di stranieri saranno invogliati ad acquistare un immobile e questo renderà l’iniziativa di successo. Solo bisognerà avere la forza di non vedere l’interesse subito e di accettare la possibilità di impegnare un immobile per un periodo, che comunque sarebbe restato improduttivo. Infine si avrà la possibilità di far tornare un po’di economia, e soprattutto un po’ di vita nei nostri paesi.
Le piccole imprese locali, nonché i bar, gli alimentari, gli agriturismi e tutti quelli che potrebbero avere un ritorno immediato dall’iniziativa potrebbero fornire una piccola quota per la costituzione dell’associazione (in tutto sono 300 euro per la costituzione dell’associazione culturale, che diviso per 20 esercizi fa 15 euro a testa).
Chiunque sia interessato ad organizzare la cosa, a definirne gli aspetti tecnici e pratici, a dare consigli legali e non, a costituire l’associazione, mi contatti.
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