povertà immateriali
26 Marzo 2010 Share

povertà immateriali

 

“Famiglie e nuove povertà”, con questo titolo, è stato presentato il 5 Marzo 2010 presso la sede Caritas di Termoli, il rapporto 2009 della Caritas Diocesana di Termoli – Larino, su povertà e disagio sociale.

L’impostazione che la Caritas dà alla sua lettura del disagio, più semplicemente definito come “povertà”, si basa su un approccio multidimensionale; ciò implica il considerare la povertà in un’ottica di carenza di benessere, comprendente una serie di circostanze precarie tipicamente caratterizzate dalla mancanza spesso permanente di risorse finanziarie. Inoltre, l’indigenza porta con sé ulteriori limitazioni e gravi restrizioni: i poveri soffrono frequentemente di cattiva salute, sono spesso e più a lungo disoccupati, vivono fondamentalmente in condizioni di disagio abitativo, sono caratterizzati frequentemente da un basso livello di istruzione e formazione professionale, occupano posizioni lavorative spesso precarie e non di rado hanno una rete sociale scarsamente affidabile, relazioni familiari travagliate e status di residenza e di cittadinanza incerto.

Questa impostazione di metodo impone una lettura del disagio, che va oltre la sola deprivazione materiale, per avere appunto un approccio multidimensionale. In tal senso, le singole dimensioni della povertà non sono indipendenti, ma interconnesse e interattive.

L’analisi svolta dalla Caritas, per lo spaccato di cittadini stranieri che si sono rivolti ai suoi servizi (54%), non si esime da questa impostazione di metodo, e questo per una serie di motivazioni oggettive.

Innanzitutto, un mito da sfatare è quello legato alla temporaneità dell’immi- grazione; in tal senso nel giro di un anno gli immigrati con almeno un figlio minore al seguito sono passati dal 20% del 2008 al 25% del 2009, inoltre si tratta di persone provenienti fondamentalmente da paesi della zona U.E. (63%).

Queste caratteristiche fanno sì che anche le istanze, i bisogni e quindi le problematicità di questi nuovi membri delle nostre comunità afferiscano sempre più oltre che a questioni di carattere materiale, ad aspetti di carattere psicologico e relazionale.

Alcuni dati in tal senso, particolarmente rilevanti, sono quelli inerenti l’allontanamento dal nucleo di membri della famiglia (23%), questione questa dovuta al fatto che molti degli immigrati soggiornanti nei nostri comuni affidano spesso i figli ai familiari rimasti in patria, e si trovano, nel momento in cui decidono di stabilirsi definitivamente nelle nostre comunità, di fronte a molteplici difficoltà sia economiche che burocratiche nell’avvio del processo di ricongiungimento familiare.

Un problema nuovo e macroscopico rispetto al passato è quello legato a problematiche familiari quali separazioni e divorzi, che passano da 0% a 12%. Aumentano le situazioni di residenza provvisoria (dall’8% al 14%), intendendo con questa dicitura, i problemi che sempre più spesso affliggono le famiglie di stranieri con minori al seguito, che a causa degli elevati costi di locazione degli immobili sono costretti a vivere in più nuclei familiari sotto lo stesso tetto. A queste problematiche se ne affiancano altre più specificatamente legate al mondo dell’immigrazione, quali l’irregolarità giuridica (3,5%) e i problemi linguistici (10%).

Oltre a queste problematiche “nuove” continuano a persistere e purtroppo spesso ad aumentare problematiche quali: l’assenza di casa (7%), la disoccupazione, aumentata del 23% rispetto allo scorso anno, i licenziamenti (+12%), l’indebitamento (14%) ed infine estremamente preoccupante appare il quasi raddoppiarsi di situazioni di lavoro nero/minorile passate dal 6% al 10%.

In conclusione, certo la situazione non appare rosea come del resto non lo è neanche per i nostri connazionali; il rischio è quello che in una situazione di disagio generalizzato, causato dall’attuale crisi economica, siano proprio coloro già deprivati di reti relazionali e familiari, poiché ospiti di un paese che non è il proprio, a pagare il prezzo più alto in termini di disagio ed emarginazione. ☺

jiopi@libero.it

 

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