primarie e miasmi  di Domenico D’Adamo
29 Agosto 2011 Share

primarie e miasmi di Domenico D’Adamo

 

Ci risiamo, il copione è lo stesso, gli attori anche, il regista pure, cambia solo il sistema elettorale. Alle elezioni provinciali, per via del doppio turno, il centrosinistra si è dovuto impegnare moltissimo per perdere al primo. Adesso che di turno ce n’è uno solo,  si sono inventate le primarie per averne due, naturalmente col trucco: quattro candidati di sinistra e uno di Forza Italia. Se almeno ce ne fossero stati due di destra, che so, la Sig.ra Petescia che pure si sarebbe voluta candidare alle primarie del centrosinistra, la partita si sarebbe potuta combattere, ma così proprio non c’è storia. In questa tornata di primarie, gli splendidi della sinistra hanno riprodotto lo schema vincente – per il centrodestra naturalmente – delle provinciali: quattro di centrosinistra e uno di destra, convinti che quattro sono più forti di uno. I quattro scolaretti della sinistra si sono fatti mettere nel sacco da uno che, a inizio di campagna per la scelta del candidato presidente, ha dichiarato di non essere né di destra e né di sinistra, ma solo più bravo degli altri; uno che sportivamente si compiace se un  suo  avversario,  pieno di passione politica, (di sinistra diciamo noi), non si ritira più dalla competizione, (ce ne fossero tanti di polli); uno che sarebbe potuto rimanere anche da quell’altra parte, se solo Iorio gli avesse ceduto il posto.

Intanto, mentre i capponi si beccano tra di loro a chi ha la cresta più rossa, gli amici del forzista gongolano al solo pensiero che il Molise diventerà la Regione più azzurra d’Italia. La controfigura di Roberto Ruta è riuscita là dove neanche Iorio ha osato: portare il centrodestra molisano a fare cappotto. La prossima assemblea regionale funzionerà come un consiglio di amministrazione dove maggioranza e minoranza si confonderanno nel caloroso abbraccio di Michele Iorio. Ma come si fa a spiegare al Presidente della camera di commercio che se dovesse vincere lui alle primarie, la sinistra non andrà a votare alle secondarie? È già accaduto al suo mentore cinque anni fa, quando gli elettori di destra hanno preferito votare per l’originale invece della copia e quelli di sinistra sono rimasti a casa. Gli elettori non li si dovrebbe imbrogliare mai ma, se proprio risultasse necessario farlo, sarebbe bene che lo si facesse dopo le elezioni, mai prima, come ci insegna la tradizione.

Considerato che parlare di politica è esercizio difficile in questi ambienti, vorremmo tuttavia, e solo per un attimo, rammentare al Segretario del PD, certo Danilo Leva da Isernia, che le elezioni non sono un campionato di calcio e le primarie non rappresentano la campagna acquisti di politici più o meno in vendita per eliminare la zavorra sulla  propria barca. Il giovane Leva dovrebbe ancora sapere che se la sua è una scuderia di brocchi, incandidabili alla presidenza della regione, come pare egli ritenga, non ce ne voglia per la nostra abituale sincerità, lui non sarebbe altro che capo di una mandria di brocchi. In questo clima è facile immaginare cosa accadrà dopo la vittoria del candidato forzista alle primarie del quasi centrosinistra. Mentre per Di Pietro, che da sempre non fa differenza tra destra e sinistra ma solo tra traditori e servi, sarà normale riversare i suoi voti su uno Scilipoti qualsiasi, per Romano, Petraroia, D’Ascanio e D’Ambrosio diventerà quasi impossibile convincere i loro sostenitori che chi fino a ieri era uomo di Berlusconi oggi come per incanto è diventato il Pisapia del Molise. Così come sarà difficile per Danilo Leva invitare gli elettori a votare la lista del PD, perché se i suoi non sono buoni per il Re, non lo sono neanche per la Regina.

Ancora una volta i grandi strateghi della filiera delle sconfitte (Politiche, Regionali, Provinciali e Comunali) hanno realizzato tutte le condizioni per l’ennesima figuraccia. Ora, visto che nessuno, nonostante questa grave situazione, intende dimettersi, sarebbe il caso che Bersani, invece di smacchiare i leopardi, commissariasse il partito, prima che il capo dei brocchi, consapevole ormai della qualità del personale politico di cui dispone, si trovasse nella incresciosa situazione di dover invitare gli elettori a votare direttamente per i più titolati esponenti del centrodestra. Considerato lo stato di marasma nel quale vive la sinistra, oltre all’assenza di qualsiasi variante per il risultato elettorale, sarebbe stato del tutto normale che il Presidente uscente avesse aperto la campagna elettorale all’insegna della verità. Ci saremmo aspettati che il governatore si fosse rivolto ai Molisani chiedendo  loro il consenso necessario per avviare le attese riforme strutturali, dalla riduzione per la spesa dell’apparato istituzionale al contenimento dei costi della sanità, per giungere a una stagione dedicata ai temi del lavoro, per far nascere nei giovani l’idea che è possibile un futuro anche in Molise. Invece che cosa troviamo sui quotidiani regionali? Cari amici, si riaprono le danze. È in arrivo il finanziamento di un miliardo e 350 mila euro di fondi per le aree sottoutilizzate, sgranchitevi le ganasce che ce n’è per tutti, firmato Iorio Presidente. Peccato che i soldi della delibera CIPE, in viaggio sulla Termoli/San Vittore già dal mese di Luglio, non arriveranno a destinazione prima del 16 Ottobre, vale a dire a tumulazione avvenuta, così, se i soldi non arrivano, il morto non potrà reclamare. Se “quelli che amano il doppio turno ma perdono al primo” avessero letto il decreto legge sulla stabilizzazione finanziaria saprebbero che i fondi FAS, quelli del manifesto elettorale di Iorio, andranno nuovamente rimodulati anche se qualche sedicente consigliere delegato giornalmente ci informa che i soldi del terremoto sono cosa fatta. L’aria ammorbante di Agosto esalta i miasmi della spazzatura, e non siamo neanche a Napoli.☺

domenicodadamo@alice.it

 

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