Promesse mancate
3 Ottobre 2015 Share

Promesse mancate

E’ trascorso ormai un anno da quando mi sono recata presso il Comune di Termoli insieme al presidente dell’Associazione Mo.Vi. (movimento per la vita indipendente- Molise) e ad alcuni rappresentanti di Sfida (Sindacato famiglie italiane diverse abilità), per avere un confronto con il Sindaco sulle tematiche riguardanti le persone con disabilità nel nostro territorio. In quella sede ci era stata promessa la riattivazione della Consulta comunale sulle disabilità istituita con delibera n.35 del 16.05.2008, “organo tecnico-consultivo di partecipazione, dialogo e proposizione sulle attività e sui programmi riguardanti le persone con disabilità fisica, psichica e relazionale con la funzione di fornire gli indirizzi di intervento diretto alle persone disabili”, e, in particolare, con la funzione di coadiuvare l’Amministrazione per realizzare politiche di inclusione a 360°. Ancora. Ci era stata promessa attenzione per quanto concerne l’ eliminazione delle barriere architettoniche, fino a farci sperare addirittura nell’adozione del PEBA (Piano per Eliminazione delle Barriere Architettoniche), così come ci aveva detto il consigliere Giuditta nel dicembre 2014. Infine, ci era stato promesso l’avvio di un monitoraggio sul numero delle persone con disabilità nel territorio del comune di Termoli, elemento essenziale per la pianificazione di una politica a sostegno per i cittadini portatori di handicap.

È trascorso un anno, e questo è il bilancio. Nessuna consulta sulle disabilità. Nessun piano per l’eliminazione delle barriere architettoniche. Nessun monitoraggio. C’è stata l’adesione alla giornata mondiale per la consapevolezza sull’autismo, ma intanto quali concrete politiche sono state attuate nei confronti di questi cittadini?

Il comune si è anche impegnato per la questione degli ex Centri di Riabilitazione Padre Pio, organizzando un incontro ed ascoltando la voce dei lavoratori e degli utenti, ma in concreto quale intervento è stato attuato per preservare quel patrimonio di cultura e di inclusione sociale che i Centri rappresentavano e che speriamo rappresentino ancora? Ci è stato detto più volte che la vendita dei centri ambulatoriali è un fatto tra privati, ma è davvero solo questo quando investe una funzione di rilevante importanza sociale? Forse, se qualche volta qualcuno della pubblica amministrazione termolese si fosse degnato di farsi vedere nei centri di riabilitazione, si sarebbe accorto che un’efficace riabilitazione non si esaurisce nel trattamento dell’utente, ma nell’interfacciarsi di tutti gli operatori con la famiglia, con la scuola e/o con la realtà di riferimento. Questo accadrà ancora? Oppure dovremo vedere i nostri concittadini trattati come numeri da presentare alla Azienda sanitaria per i rimborsi?

A me pare che la visione politica locale in tema di politiche sociali sia quella di lasciare che ognuno si arrabatti come può, in attesa di quello che sembra non arrivare mai. Per fortuna, ci sono operatori che lavorano con grande professionalità e dedizione, ma manca una visione d’insieme. La nostra Costituzione, che ogni amministratore votato dal popolo dovrebbe rileggere ogni mattina mentre fa colazione, parla di “inderogabili doveri di solidarietà politica, economica e sociale”. Inderogabili significa che non ammettono eccezioni o sconti, ma i più sembrano averlo dimenticato.

Perciò a me viene da ridere quando leggo le dichiarazioni compatte e unanimi dei consiglieri comunali di maggioranza di Termoli, che esprimono la loro solidarietà nei confronti di un super dirigente attaccato da una certa stampa locale (caso Petrosino), e per lo più tacciono – tacciono!- di fronte alle ingiustizie sociali perpetrate ogni giorno. Sarebbe bello che alzassero la testa compatti anche per dire che non si può sempre e solo sacrificare il settore delle politiche sociali, che ai cittadini fa male vedere sprechi di risorse pubbliche e nessun miglioramento della qualità della vita.

Non sarà un tunnel, né nuovi parcheggi a renderci uomini migliori. Non è questo il progresso che ci serve. Abbiamo bisogno di essere guidati a realizzare la nostra felicità, e non c’è felicità senza rispetto della dignità di ogni uomo.☺

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