Riaffermare la giustizia
4 Giugno 2020
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Riaffermare la giustizia

Mai avrei potuto anche solo immaginare di dover scrivere in memoria di Marianna Salemme. La terribile notizia della sua scomparsa mi ha spaccato il cuore. Perché sì, i giudici un cuore ce l’hanno e per quanto debbano essere professionalmente lontani dalle “parti”, ed apparire tali, quello che li unisce ai loro interlocutori – ne sono certo – è ben più grande e alto di quello che potrebbe dividerli. Non potrebbe essere diversamente, del resto, quando si condivide un’arena nella quale tutti, magistrati e avvocati, sono quotidianamente coinvolti, a vario titolo, per cercare di rendere Giustizia. L’applicazione del diritto è un atto di ragione e il processo ne costituisce la sublimazione ma dietro e prima del diritto c’è la vita e con la vita l’uomo. Il diritto nasce dall’uomo per l’uomo. L’uomo preesiste al diritto, senza di lui il diritto non esiste. E, dunque, il diritto può (e deve) essere vita, passione, amore; amore per le proprie idee, passione nel difenderle. Marianna Salemme era questo, era la vita, era soprattutto passione, forza, caparbietà, fede incrollabile nei valori in cui credeva, voleva (e ci riusciva) che il giudice capisse che dietro le sue difese c’era tutto questo, tutta se stessa, persino il suo sentire; questo accadeva sempre, in ogni singolo processo, in ogni singola causa, qualunque fosse l’oggetto della domanda. Il processo, qualunque processo, non era soltanto una questione risolvibile con l’intervento del giudice, né l’aula di udienza era per lei un luogo nel quale argomentare le proprie tesi e contrastare quelle avverse; no, era di più, molto di più. Le aule di udienza erano il luogo nel quale si doveva riaffermare la Giustizia violata, ristabilire gli equilibri violati, restituire la speranza; il sorriso sanciva la soddisfazione di esserci riuscita, il pianto, il dolore per non avercela fatta. Questa volta è toccato a lei subire l’ingiustizia più grande; nel grande processo che è la vita, le è toccato subire una condanna che non capiamo, che ci rende ciechi di dolore e ci pare ingiusta ma che solo lei avrà capito. Marianna Salemme mancherà a tutti, mancherà a me. Ci dia la forza per accettare questo suo destino.
Aldo Aceto
giudice del lavoro presso il Tribunale di Larino fino al 2013, oggi in Cassazione

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