rilancio
22 Aprile 2010 Share

rilancio

 

Il nuovo anno è partito all’insegna del massimo inasprimento della pressione fiscale deliberato con la prima legge regionale presentata ed approvata dalla maggioranza di Michele Iorio. A causa dello sforamento del deficit sanitario che viaggia al ritmo di 8 milioni di euro al mese e in attuazione dell’ultima finanziaria targata Tremonti-Berlusconi la Regione Molise, per accedere al fondo perequativo nazionale, ha dovuto elevare al limite massimo il prelievo sull’IRAP, sull’addizionale IRPEF, oltre che su benzina e gas metano.

Al termine di una campagna elettorale combattuta dalla destra contro i Dracula del centro-sinistra nazionale che frugavano nelle tasche degli italiani, è stravagante che la ditta Vitagliano-Iorio e c. hanno alleggerito il portafoglio dei molisani di 30 milioni di euro. Altro che lingua biforcuta, qui c’è un Governo Regionale che ha dissestato i conti pubblici nell’arco della precedente legislatura ed ha avuto pure la sfrontatezza di negarlo. Giovanni Di Stasi consegnò il testimone con 20 milioni di euro di debiti. Michele Iorio con un’abilità più unica che rara ha fatto lievitare questa cifra a 600 milioni di euro secondo una stima prudente. Gran parte del debito, si riferisce all’esplosione dei conti della sanità pubblica ormai fuori controllo stante la finta riforma del comparto. Altro che azienda sanitaria regionale unica, c’è stato un proliferare di dirigenti territoriali che si sovrappongono l’un l’altro, di primariati, consulenti e reparti, che nulla hanno aggiunto alla qualità del servizio e molto hanno inciso sull’innalzamento della spesa. Per fare un’ecografia in famiglia da inizio dicembre seguendo la lista d’attesa la data presumibile veniva stabilita a fine febbraio. Poiché il medico ci consigliava interventi rapidi sul bambino siamo stati costretti a recarci, come accade a tantissime persone, in una struttura privata pagando 150 euro. Evviva la riforma che ha aumentato a dismisura il debito, ci costringe a pagare di più la benzina al distributore e diminuisce le prestazioni pubbliche e la qualità del sistema di tutela.

Ma la faccia tosta dei nostri avversari politici, ben supportati da indefessi operatori dell’informazione, ha costruito la tesi che le tasse locali discendevano dalla manovra nazionale di Prodi e Padoa Schioppa. Ed è arduo far giungere un messaggio di verità ai cittadini quando gli stessi vengono quotidianamente bombardati da servizi televisivi che assegnano il demerito alla compagine ministeriale romana. Siamo ricorsi ai vecchi manifesti, tappezzando la regione, dal Trigno al Fortore, con la speranza che uno sprazzo di informazione libera arrivi un po’ ovunque nelle nostre contrade.

Purtroppo il gioco delle tre carte non si limita allo specifico episodio dell’aumento delle tasse. E’ arte quotidiana di governo. Basta pensare al tentativo, fallito ma riproposto, di commissariare tutti gli Enti Sub-Regionali col pretesto di contenere la spesa pubblica. L’obiettivo è quello di controllare ogni spazio di potere, gestire queste strutture senza contrappesi politici di minoranza e al di fuori delle norme ordinarie, sistemare su quegli scranni alcuni amici così che si placano le proteste dei trombati e degli esclusi. La sola preoccupazione che un grande ente come il Consorzio Industriale di Termoli, dopo la recente vittoria del centro-sinistra alle comunali, possa passare di mano fa inorridire tanti benpensanti a cui non dispiacerebbe un bel commissario di destra che in comunione e liberazione si muova in stretta sintonia col governo regionale. E immaginare che una nuova gestione del Nucleo Industriale consentirebbe di coordinare gli interventi per capire il livello di pericolosità delle aziende chimiche, del gessificio e della centrale turbogas. La tutela della salute dei cittadini prenderebbe il sopravvento sugli interessi legittimi ma di parte dei gruppi imprenditoriali presenti nel Consorzio della Valle del Biferno. Ma la vera insidia consiste in una pratica lottizzatoria antidemocratica che piega la gestione degli Enti Sub-Regionali a mera subordinata di potere della maggioranza di Centro-Destra.

L’Ente di Sviluppo Agricolo, i Nuclei Industriali, i Consorzi di Bonifica, l’Istituto per le Case Popolari, l’Ente per il Turismo, ecc. sono sorti a suo tempo perché sorreggevano la politica di sviluppo regionale, aiutavano i cittadini e le imprese, erano utili per la comunità molisana. Sicuramente oggi, dopo la riforma costituzionale che ha mutato il ruolo delle Regioni e con l’avvento del federalismo fiscale che scarica i costi della pubblica amministrazione in modo crescente sul territorio, bisogna disegnare un nuovo modello istituzionale locale. Urge un progetto che sopprima gli enti inutili, accorpi quelli che svolgono funzioni similari e consolidi quelli che sono più utili in una società che ha altri tratti rispetto ai tempi in cui sorsero tali strutture. In questa chiave le forze di minoranza sono disponibili a lavorare perché ci sia una modernizzazione della pubblica amministrazione in un ottica che razionalizzi l’esistente e miri a sostenere uno sviluppo di qualità. Altro è avere la pretesa di non cambiare nulla, insediare un uomo solo al comando e trascinarsi in attività sconnesse ad un qualsiasi piano per il futuro.

In sintesi ci opporremo con determinazione alla pratica dei commissariamenti indiscriminati e ingiustificati. Contestualmente proveremo ad elaborare una nostra proposta di riorganizzazione e di rilancio degli Enti-Subregionali coinvolgendo gli amministratori locali, le rappresentanze imprenditoriali, le associazioni sindacali e la società civile. ☺

 

eoc

eoc