sicurezza scuola e sanità
1 Marzo 2010 Share

sicurezza scuola e sanità

 

  L’Asse Berlusconi – Bossi governa l’Italia da 15 mesi grazie alla generosità dei meridionali che con raro sadismo hanno affidato le loro sorti ai propri aguzzini.

Non era mai accaduto in 150 anni di Italia Unita che la “Questione Mezzogiorno” venisse derubricata con sprezzo dall’Agenda di Governo. Tutti storicamente si sono cimentati per ricomporre la frattura italiana riducendo il divario economico e sociale tra Nord e Sud, migliorando le condizioni di vita dei meridionali con infrastrutture più moderne e servizi degni di un paese progredito. L’obiettivo perseguito in un secolo e mezzo da Cavour, De Pretis, Crispi, Giolitti, De Gasperi, Fanfani, Moro e Ciampi è sempre stato quello di fare gli italiani dopo aver fatto l’Italia.

Sennonché con l’avvento dell’ultimo Governo Bossi – Tremonti si è capovolto l’anelito unitario in favore di una rozza idea di separazione sostanziale tra Centro-Nord e Meridione.

Il tema della parità di diritti e di doveri di cittadini verso lo Stato e dello Stato verso i cittadini è stato stravolto in un più prosaico slogan dove ognuno si vede i fatti suoi a casa propria.

La debole reazione culturale contro questi istinti egoisti si è sommata all’inadeguatezza delle classi dirigenti meridionali che alimentano con le loro inefficienze gli odi e i rancori del Nord.

È da un simile contesto politico e sociale che nasce la vittoria della Lega Nord in questi primi 15 mesi di governo in tre settori fondamentali quali la Sicurezza, la Sanità e la Scuola. Infatti, al di là del Lodo Alfano che ha garantito l’impunità a Berlusconi, gli atti più significativi di politica economica portano il segno leghista.

20 miliardi di Fondi FAS spostati dal Sud al Nord.

Tagli al Fondo Sanitario Nazionale con connesse diminuzioni di trasferimenti dallo Stato alle Regioni e conseguenti eliminazioni di prestazioni e servizi in territori marginali che per assurdo si sono visti aumentare le imposte a livelli insostenibili.

La Riforma Gelmini ha decimato la scuola in un’ottica di arretramento qualitativo e quantitativo del servizio pubblico con soppressioni di classi, cattedre e docenze che sono state particolarmente odiose nelle realtà più svantaggiate quali il Molise. 400 posti di lavoro scomparsi lo scorso anno e 486 quest’anno con conseguente chiusura di scuole, classi e istituti in diversi centri della regione. Sulla Sicurezza ci si affida alle Ronde anziché rafforzare organici e mezzi delle Forze di Polizia, dopo aver introdotto con norme razziste il reato di clandestinità per gli immigrati. Improvvisamente centinaia di migliaia di persone che vivono, studiano e lavorano in Italia, né più e né meno di ciò che facevano i nostri nonni all’estero, sono diventati dei fantasmi senza diritti. Una vergogna simile alle leggi fasciste sulla razza del 1938.

Ma come reagire a una simile deriva politica e culturale? Sicuramente non con un partito del Sud speculare alla Lega Nord. Occorre con pazienza ritessere una tela di solidarietà nazionale con grandi formazioni popolari radicate su tutto il territorio italiano che sappiano responsabilizzare le classi dirigenti locali ma in una strategia di coesione e sviluppo, europea e mediterranea oltre che nazionale.

Se ognuno di noi aiuta un proprio conoscente a destarsi dall’incantesimo berlusconiano e agevola la costruzione di una rete di solidarietà alternativa ai messaggi edonistici e effimeri del Cavaliere, possiamo intraprendere con rinnovata fiducia un nuovo cammino. ☺

petraroia.michele@virgilio.it

 

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