sinodo dei metodisti e valdesi
17 Aprile 2010 Share

sinodo dei metodisti e valdesi

 

Cosa è il Sinodo? Si tratta di una assemblea generale dei deputati e deputate, dei pastori e pastore delle chiese metodiste e valdesi in Italia. Esso esprime l’unità di tutte le chiese locali e nello svolgimento delle sue attività, “agisce nell’obbedienza alla Parola di Dio come assemblea di credenti, che ricerca la guida dello Spirito Santo. Il Sinodo è la massima autorità umana della Chiesa in materia dottrinale, legislativa, giurisdizionale e di governo”. Così è scritto nella Disciplina generale.

Ebbene quest’anno il Sinodo, a conclusione del dibattito sul rapporto tra chiese e società, ha ritenuto di dover riaffermare che:

la politica non ha la funzione di realizzare il vero, ma di cercare soluzioni il più possibile eque;

la misura dell'equità sta nella capacità delle soluzioni adottate di garantire diritti e libertà e aiutare a compiere scelte responsabili nei confronti di problemi complessi, che nessuna ideologia può semplificare;

in Italia e nel mondo globale “cercare il bene della città (Geremia 29:7)” implica la difesa della laicità e della democrazia;

sapida e non insipida (Matteo 5:13) non è la chiesa che rivolge appelli moralistici, ma quella che sa annunciare la grazia: sarà la dimensione della grazia ricevuta dalla fede che indicherà anche il comandamento, la pretesa di Dio sulla nostra vita, che porterà l'obbedienza come dimensione della fede: “solo chi crede obbedisce, solo chi obbedisce crede” (Dietrich Bonhoeffer); l'obbedienza a Dio nasce dalla fede e non è, dunque, una legge.

Quali i punti significativi di queste affermazioni? Ne presento alcuni:

la politica e la garanzia dei diritti. La prima affermazione riguarda il peso che deve avere la politica nella vita del nostro paese. Per politica s’intende “il fare pubblico” mentre i partiti politici sono gli strumenti di tale fare pubblico. Ebbene si è voluto affermare che la politica non deve realizzare quanto è vero, ma soluzioni per garantire libertà e diritti a tutti i cittadini. Perché questa dichiarazione? Perché sempre più nel nostro paese prende forza da un lato lo sfascio di ogni seria strategia dei partiti politici ingabbiati nelle pastoie del potere e da un altro lato l’imposizione di una cultura cattolica che cerca di fare della politica lo spazio per realizzare i propri fini etico-morali, ritenuti universali. Il Sinodo ha voluto porsi in mezzo a questo sconquasso culturale-politico e ricondurre il dibattito alla ricerca dei diritti come libera convivenza tra cittadini;

la chiesa e il “bene della città”. La seconda affermazione riguarda la vita dei cristiani e la loro responsabilità perché “il fare pubblico”, la “città”, sia il luogo ove possa svolgersi la vocazione di ogni credente. Si ricorda il testo biblico del profeta Geremia che scrisse agli ebrei esuli a Babilonia; questi sognavano il ritorno a breve in Gerusalemme. Geremia insiste perché la vocazione di ogni credente non è quella di sognare, ma di costruire cose buone perché la città (Babilonia la pagana) riceva cioè giustizia e pace;

il rapporto tra credere e obbedire. Con insistenza i cittadini italiani ricevono appelli moralistici dalla Chiesa, appelli che invitano alla obbedienza perché solo la Chiesa conosce il bene di tutti. Ma quale è il compito della Chiesa? L’evangelo afferma che si è “sale della terra” (Matteo 5), e questo vuol dire da un lato essere poveri di potere sulla verità e da un altro lato annunciare la grazia di Dio, perché solo nell’ambito di una fede confessata vi è la gioia della obbedienza e non vi è obbedienza senza la fede.

Ritengo importante che anche in ambito del dialogo ecumenico tra cattolici e protestanti ci si interroghi sulla nostra volontà “politica” affinché non prevalga solo il conflitto tra obbedire alla Chiesa o disobbedire, ma vi sia l’impegno per una politica dei diritti e per l’annuncio che solo il Signore è… il Signore!  ☺

g.anziani@libero.it

 

eoc

eoc