Spino di giuda
29 Marzo 2014 Share

Spino di giuda

Lo Spino di Giuda appartiene alla Famiglia delle Fabacee o Leguminose. La pianta è originaria dell’America Settentrionale ed è stata introdotta in Italia nel 1712 a scopo ornamentale e per il consolidamento dei terreni.

Il suo nome scientifico è Gleditsia triacanthos. Più precisamente, il nome del genere fu dedicato da Linneo al botanico tedesco Gottlieb Gleditsch (1714-1786); quello della specie, deriva dal greco treîs (= tre) ed ákantha (= spina), per indicare che le spine rosse tripartite, impressionantemente lunghe e acuminate, di cui sono ricoperti il fusto e i rami principali, si presentano con un aculeo centrale e due laterali più brevi. Queste spine sono molto robuste e possono raggiungere una lunghezza di 15 cm. Il nome volgare Spino di Giuda o Spinacristi è stato attribuito a questa pianta per una credenza popolare secondo la quale la corona messa in capo a Cristo sarebbe stata fatta proprio con i rami di questa pianta. Una leggenda narra di un gesuita francese missionario in Canada che, intorno al XVII-XVIII secolo, utilizzò le spine di quest’albero come chiodi per costruire un altare di legno per onorare la Santa Pasqua e una corona di spine per simboleggiare la Passione di Gesù. Esiste anche la Gleditsia triacanthos var. inermis, priva di spine o con pochissime spine di dimensioni ridotte.

I frutti, botanicamente dei baccelli, dapprima verdi e poi marroni, cadono in inverno. Sono grandi, lunghi 20-40 cm, contorti, coriacei, e contengono numerosi semi. Sia i baccelli che i semi sono commestibili. In particolare, allo stato fresco, i legumi sono dolciastri e graditi agli erbivori. Scoiattoli ed alcuni uccelli si cibano dei semi rompendo i baccelli che si trovano a terra durante l’inverno. I legumi teneri, da poco formati, possono essere usati come verdure bollite e condite, anche per l’alimentazione umana. Nel passato sono stati usati come alimento dagli Indiani d’America e per produrre birra attraverso la fermentazione.

Lo Spino di Giuda è una pianta che può raggiungere o superare anche i 30 metri di altezza; presenta una certa somiglianza con la Robinia pseudoacacia, l’acacia spinosa (vd. la fonte n. 30 del giugno 2007). Quest’ultima è riconoscibile per l’assenza delle spine ramificate lungo il fusto, per i fiori bianchi penduli, appariscenti e molto profumati (botanicamente racemi, cioè grappoli), e infine per i legumi o baccelli non più lunghi di 10 cm. I baccelli della Robinia, a differenza di quelli della Triacanto, sono tossici. C’è ancora un’altra pianta con la quale lo Spino di Giuda si potrebbe confondere per la somiglianza del nome ed è l’Albero di Giuda (Cercis siliquastrum) di cui ci siamo occupati nel n. 28 de la fonte dell’aprile 2007. Ma anche quest’ultimo differisce per l’abbondante fioritura dal bel colore fucsia che avviene prima dell’emissione delle foglie.

Lo Spino di Giuda va messo a dimora in pieno sole. Resiste bene al freddo (sino a -35° C) e alle gelate sia precoci che tardive. Non ha esigenze rispetto al terreno e si può coltivare fino a 1.000 metri di altitudine. Tollera bene anche la siccità; resiste all’ inquinamento atmosferico, al vento e alla salsedine; infatti viene spesso utilizzato per alberature stradali nei pressi del mare. Molto presente in quasi tutte le regioni del Centro Nord (esclusa la Valle d’Aosta) e al Sud, risulta assente in Basilicata e nel Molise, dove è possibile trovare solo qualche pianta. Ma due bellissimi esemplari sono presenti proprio a Bonefro, ai bordi della strada presso il parco giochi di fronte alla fontana del Ciciliano.

Il legno, molto duro e pesante, nel passato veniva usato per costruire carri e per le traversine ferroviarie. Risulta poco impiegato, invece, nella costruzione di mobili artigianali per la scarsa diffusione dell’albero.

Solo a scopo informativo, declinando ogni responsabilità sull’utilizzazione di semi e baccelli, si riportano due ricette: un’insalata di baccelli di Spino di Giuda lessi e un’insalata di riso con legumi e semi.

Per l’insalata occorrono 40 baccelli verdi e teneri (da raccogliere quando sono lunghi al massimo 20 cm e larghi 2 cm). Dopo averli lessati in abbondante acqua bollente, scolarli e condirli con olio, sale e limone. Consumarli caldi, o a temperatura ambiente, come contorno.

I baccelli lessati si possono anche friggere come le patate, o utilizzare al posto delle melanzane per realizzare una parmigiana.

Per l’insalata di riso: 4 bicchieri di riso, 4 bicchieri di legumi a piacere (piselli, fagioli, lenticchie, ceci), 4 cucchiai di semi non maturi (verdi) di Spino di Giuda, una cipolla, olio o burro, spezie (peperoncino, salvia, timo…). Cuocere riso e legumi separatamente in abbondante acqua salata e scolarli. Affettare finemente la cipolla e rosolarla nell’olio con l’aggiunta di un pizzico di spezie; unire i legumi e mescolare. Versare il riso; spegnere la fiamma e completare con due cucchiai di semi e un filo d’olio. Amalgamare il tutto e servire guarnendo i piatti con i semi rimasti.

Si raccomanda comunque, se si consumano questi ingredienti per la prima volta, di farne un uso moderato per accertare eventuali intolleranze.☺

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