strani giochi
9 Giugno 2010 Share

strani giochi

 

 

Silvio Berlusconi è sempre più irritato nei confronti del Presidente del Molise. I debiti nella sanità, i ritardi nella ricostruzione post-sisma, i dubbi sui rapporti con Antonio Di Pietro, il proliferare di liste civiche sponsorizzate da Michele Iorio ai danni del PDL e un’immagine nazionale grigia, non in linea con il rampantismo brianzolo, inducono il Cavaliere a ritenere concluso il ventennio del Morronese iserniota. Sempre più segnali lasciano intravedere l’apertura di un nuovo ciclo nel PDL locale con un asse emergente che unisce Venafro, Termoli e Campobasso, per un ribaltone sensazionale che lascerà di stucco le truppe del Governatore. La recente caduta di Scajola e le difficoltà di Bertolaso, unite ai distinguo di Fini, consolidano l’asse degli efficientisti della nuova destra regionale che mal sopportano i riti dorotei e i tentennamenti di Michele Iorio.

È partito l’arrembaggio al potere con una serie di riposizionamenti che non si limitano alla sola destra, ma che fagocitano i senza patria di una sinistra smarrita e rannicchiata, che da tempo hanno ammainato la propria bandiera. Lo scontro sarà cruento e non si escludono clamorosi risvolti nei prossimi mesi. Potrà succedere di tutto e ci sarà un rimescolamento di alleanze tali da lasciar rabbrividire anche i tetragoni del tatticismo immarcescibile.

Ormai le vicende politiche nazionali si sono messe a correre per via della crisi greca, della manovra da 25 miliardi di tagli e tasse, degli scandali della “cricca” che ha lucrato su calamità, eolico e grandi eventi. Berlusconi si sente incalzato da un calo di popolarità e reagisce cavalcando il malcontento. Prende le distanze dai suoi uomini e li condanna pubblicamente, pur di salvare se stesso. E spinto dalla Lega Nord punisce i perdenti del Mezzogiorno che arrancano con conti dissestati e perenni richieste di ripiano dei bilanci. Non intende mettere la sua faccia al fianco di questa classe politica che non ha mai considerato sua e là dove può investe su figure giovani emergenti come Caldoro e Scopelliti. Meglio chi non ha scheletri nell’armadio che vecchi arnesi in caduta libera. Gli è bastata la lezione di Palese in Puglia e non intende ripeterla.

La Prossima regione che andrà alle urne sarà il Molise ed il PDL, sotto la spinta nazionale, punterà su una faccia più giovane, atletica, imprenditoriale, dinamica ed efficiente, magari di Campobasso, che sarà sostenuta da un braccio destro a Venafro e da un braccio sinistro a Termoli. Le stesse vicende dell’Università fanno registrare perplessità in quel di Roma e il lavoro sporco a cui dovrà dedicarsi Iorio innalzando le tasse e chiudendo ospedali e scuole non potrà che rappresentare la sua immolazione politica alla causa. I freschi si stanno allenando girando il Mondo e tenendosi in contatto con vari cavalli di Troia che hanno insediato sotto la sedia del Governatore che, con un pizzico di ingenuità, pensa che siano al suo servizio. Gli affari sono affari e quando i giochi si fanno a un certo livello non c’è trippa per gatti.

Il Presidente Iorio è costretto in un angolo, ha capito che non gode più del sostegno romano e oscilla tra le rassicurazioni alla truppa per evitare smottamenti e il ruolo di capo-popolo che riarma il Sannio contro Roma. Continua a tenere il piede in due staffe giocando su due tavoli. Su quello del PDL prova a capire se tiene in pugno la partita e allora osanna e salamelecchi al Cavaliere di Arcore. Sull’altro, più nascosto ma visibile, si colora di meridionalismo rivendicazionista e batte i pugni contro scippi, tagli e tasse. Qualora perdesse la prima mano ha già pronta la subordinata con una grande ammucchiata neo-centrista con tutte le sigle che ha partorito e fatto crescere in questi anni con una scientifica gestione del potere e degli enti sub-regionali.

L’uomo è rotto a tutte le esperienze e per lui le appartenenze non sono un problema. Fu l’inventore del ribaltone nel 1998 e nel dibattito parlamentare sulle modifiche elettorali, alle norme elettorali regionali, il suo nome risuonò più volte nelle Aule Parlamentari. È stato in Giunta nella stessa legislatura indifferentemente con Italo Di Sabato di Rifondazione Comunista e poi con Massimo Torraco del MSI-DN. Ha mantenuto legami a tutto campo e seguito direttamente le vicende politiche degli alleati e degli avversari senza trascurare le liste civiche anche dell’ultimo paesello molisano. Ha amici ovunque e non mi sorprenderebbe una soluzione alla siciliana col  PDL spaccato e l’occhiolino al centrosinistra.

 Ciò che mi rammarica è l’agonia del Molise, con la sanità tagliata, la scuola che arretra, i trasporti in affanno, l’Ittierre smembrata, i soldi europei persi allo Zuccherificio e la prospettiva nera della Solagrital di Boiano. E mentre il popolo brucia le schede elettorali nell’abbinamento ideale che la politica o la fa Iorio o è meglio disertare le urne, il Centro-Sinistra è alle prese col dilemma amletico del che fare nell’ultimo Ente in cui amministra, la Provincia di Campobasso. Ma l’alleanza è alle prese con un cupio dissolvi che imperversa in ogni contrada, e vari figuranti stanno già lavorando per i padroni in arrivo della nuova destra efficientista.

Auguri a tutti: non mi interessa barcollare tra Scilla e Cariddi di vecchie e nuove destre; preferisco il Sommo Poeta che descriveva mirabilmente il procedere rischioso dell’uomo che avanza  nel buio recando sulla spalla una lanterna che illumina la strada a coloro che seguono.☺

petraroia.michele@virgilio.it

 

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