Tornano i predicatori
31 Marzo 2016
laFonteTV (3191 articles)
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Tornano i predicatori

Cosa accadrà della sanità molisana nei prossimi anni non è chiaro neanche agli addetti ai lavori; idee tante ma tutte confuse.  Al senatore Ruta e al deputato  Leva, ai quali non manca il fiuto, gli si è invece schiarita la vista ed anche la mente. Quale altra grossa occasione per poter ritornare in gioco se non la partita che si sta giocando sulla sanità molisana? Il momento è propizio: gli ospedali molisani stanno collassando, i medici sono sconfortati, i pazienti vivono momenti che vanno dalla rabbia alla paura, Frattura sta nel pallone, si aspetta solo l’arrivo del profeta ed ecco trovata la soluzione. Infatti, da qualche giorno, si aggirano per gli studi televisivi della regione, non uno ma addirittura due profeti, entrambi pronti a barattare la loro illibatezza in cambio del bene supremo dei loro corregionali: quel poco che resta della sanità. I due “predicatori”, che ai tempi del colera non vivevano in America, il primo presidente e il secondo segretario del maggior partito di opposizione, si sono accorti, solo ora, con anni di ritardo, alla faccia delle profezie, che il “il priore” del monastero concorrente puntava dritto sugli scogli. Adesso che il natante imbarca acqua se la prendono col mozzo che non è riuscito ad evitare l’impatto. Immagine5

È quanto mai indispensabile, prima di analizzare le cause del naufragio, ricordare ai nostri lettori che i fraticelli di cui sopra, alle ultime elezioni regionali, imposero, con atto d’imperio, la candidatura di Frattura alla guida del centrosinistra e a chi chiedeva con saggezza che si svolgessero le primarie, rispondevano con gentilezza melliflua che sarebbe mancato il tempo necessario per organizzarle. Furono smentiti dai fatti. Le elezioni regionali coincisero con le politiche per le quali invece si trovò il tempo  di indire le parlamentarie, in verità avrebbero fatto volentieri a meno anche di quelle ma l’ordine perentorio venne da Roma: “chi è causa del suo mal….”. Naturalmente, il presidente Frattura le vinse le elezioni e, al centrosinistra, oltre ai voti della destra portò in dote anche il Know-how acquisito negli ambienti frequentati da giovane, aspetto questo che evidentemente non produce sintonia con le idee, se così le vogliamo chiamare quelle di Ruta e Leva, dei nostri due parlamentari targati PD. Il popolo della sinistra, stupito da quanto avviene oggi, si chiede: ma come, eravate in tre a decidere chi doveva fare cosa e non vi siete capiti? Avete stappato numerose bottiglie di spumante, insieme, per festeggiare la vittoria e non glielo avevate detto a Frattura che il 75% andava al pubblico e il 25% al privato? Sempre parlando di Sanità, s’intende.

Certo, alla stragrande maggioranza dei Molisani incazzati, non gliene frega nulla delle loro percentuali e, considerato che sono loro a pagare le tasse più salate d’Italia, è normale che pretendano servizi di qualità almeno uguali a quelli erogati agli altri cittadini italiani. Intanto, alcuni giorni fa, dagli  Studi di Teleregione,  il senatore Ruta, irritato per il fatto che siano i tavoli romani e non lui a tracciare il percorso della futura sanità molisana, ci ha spiegato, per sommi capi, la sua ricetta sul piano di riordino del sistema sanitario del Molise, naturalmente a costi invariati. La proposta contiene elementi di saggezza, non fosse altro perché fonda la sua credibilità nello studio svolto da un tecnico di grande esperienza, dice sempre il senatore, nominato direttore generale della sanità molisana, guarda caso sempre da proconsoli romani, diciamo noi, e aggiungiamo che per il detto studio, lo stesso, non ha ricevuto il Nobel e neanche lo stetoscopio d’oro. Al soliloquio senza contraddittorio, a parte le numerose contraddizioni quali:  i medici degli ospedali molisani sono tutti bravi ma, per creare reparti di eccellenza bisogna assumere primari di chiara fama” (così come ha fatto Iorio, con pessimi risultati ndr); o ancora “la duplicazione dei reparti è una  follia allo stato puro”; e, per spiegare l’assunto: “quello che fa il pubblico non può essere fatto dal privato e quello che fa il privato può essere fatto anche dal pubblico”; per concludere con: “la soluzione del problema sta nella integrazione dei reparti”; come dire – qui il livello, avrebbe detto Pazzaglia, si alza anche sopra il ginocchio – da questa parte si fanno i capelli e da quella, la barba e le unghie, ovvero, per restare in tema, qui si svolgono interventi di angioplastica coronarica e lì di bypass coronarico, il Ruta pensiero non ha offerto particolari spunti profetici, utili alla soluzione del problema.

Dopo tante amenità la domanda ci viene spontanea: ma al senatore, qualcuno del suo partito glielo ha detto che oltre al pregevole lavoro svolto da Carmine Ruta ce ne sono altri, di riconosciuto valore scientifico, recepiti e contenuti in una legge dello Stato? Glielo hanno spiegato che per avere ospedali in grado di offrire servizi di qualità o addirittura di eccellenza non è necessario pagare lautamente luminari o pseudo tali, e che è indispensabile invece che gli stessi abbiano dimensioni tali che, anche il più complesso degli interventi diventi un’operazione di routine? Ora, e lo diciamo noi, se i due predicatori hanno intenzione di sfrattare la Cattolica e il Neuromed se ne assumano la responsabilità e lo chiedano con chiarezza al governatore senza ricorrere alla recita dell’integrazione tra pubblico forte e privato forte perché, lo sanno anche i bambini che le finalità, i valori e gli interessi che muovono le istituzioni in questione sono distinti e distanti. Se il governatore accettasse oggi di portare in consiglio regionale la proposta Ruta/Leva si coprirebbe di ridicolo, non avrebbe scampo: un vero suicidio. L’iniziativa politica messa in campo dal senatore altro non è che la rappresentazione plastica della disperazione. Le modalità, il tempo e il luogo in cui è stata esercitata sono la prova che l’obiettivo a cui mira non è il futuro della sanità molisana ma la sua carriera politica. Volare alto è la sua ambizione, “il mondo ha bisogno di medioevo” il suo motto. Noi ce ne siamo accorti e non siamo i soli.☺

 

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