tre bufale    di Domenico D’Adamo
4 Luglio 2013 Share

tre bufale di Domenico D’Adamo

 

Tre buone notizie, per i molisani che non ci sono abituati, sono veramente tante: la prima è che il direttore generale dell’Agenzia per la Protezione Civile, licenziato dal presidente Frattura, non è stato reintegrato dal Tribunale; la seconda è che l’emendamento proposto dal senatore Ruta per svincolare i fondi del terremoto è stato approvato dal Senato e quindi passa alla camera dei deputati per l’approvazione definitiva; la terza è che dodicimila mucche gravide vengono in villeggiatura nel Bassomolise, giusto il tempo di partorire per poi ripartire per il nord. La  stampa moderata, è così che si chiama quella dipendente, ha dato fiato alle trombe per diffondere la buona novella con grandi titoli e piccole notizie; noi che siamo invece abituati a fare piccoli titoli pure quando le notizie sono grandi, anche questa volta, per non smentirci, vorremmo saperne di più per valutare la portata di questi provvedimenti e misurarne non solo il peso ma anche la qualità. 

Che il Direttore Giarrusso sia stato rimosso dal suo incarico dal presidente della regione è buona cosa solo se al suo posto non verrà nominato qualcun altro più amico di lui. Insieme a questa iniziativa, infatti, vorremmo leggere che il governatore ha deciso di rimodellare la gestione del post terremoto abrogando da subito la legge istitutiva dell’Agenzia per la Protezione Civile, una legge che la vecchia maggioranza di centrodestra ha tenacemente voluto per aggirare il patto di stabilità e per sistemare un po’ di amici. Ora tutti e due gli obiettivi si sono rivelati fallimentari, il secondo perché non si hanno i soldi per pagare l’esercito di dipendenti della struttura commissariale, il primo perché non basta una legge regionale per fregare i tedeschi. Sarebbe il caso invece di ripensare a un modello di gestione più vicino a cittadini e meno costoso del “Modello Molise”.

Per quanto riguarda la seconda buona notizia, i quindici milioni di euro disponibili, forse, dopo l’approvazione definitiva del provvedimento voluto da Ruta, è il caso di rammendare a lui e al governatore con il quale è in perfetta sintonia, che con quei soldi non si riavvia un bel niente e tantomeno la ricostruzione. Le imprese molisane che hanno lavorato per il terremoto avanzano una montagna di soldi, bastava chiederlo al direttore Giarrusso prima di licenzialo, così come gli andava chiesto che fine hanno fatto gli ottanta milioni di euro della delibera n.685 del 23 agosto 2011, con la quale il governatore Iorio e il suo staff hanno disposto un’anticipazione a favore del commissario delegato con fondi destinati alle aree sottoutilizzate. È noto che con il detto provvedimento è stata disposto, per la verità solo sulla carta, uno spostamento di soldi dalle casse regionali a quelle del commissario delegato, sempre Iorio, fondi mai pervenuti alla struttura commissariale nonostante i numerosi solleciti di Iorio, sempre lui: vedi Decreto Commissariale n. 2, punto 9, del 30/03/2012. Avrebbero scoperto, i due, se appena una volta si fossero occupati di terremoto nella vita, che quella delibera, elettorale come tante altre, non si sarebbe potuta assumere nonostante il parere favorevole di tutta la corte di Iorio. In definitiva dei 346 milioni di euro assegnati al Molise per la ricostruzione post sisma con delibera CIPE dell’Agosto 2011, ammesso che l’iniziativa del sen. Ruta abbia successo, se ne svincoleranno solo 15. Altro che grancassa, la stampa molisana dovrebbe suonare il de profundis. Se la Giunta regionale discutesse di queste cose e non del quinto assessore, almeno sapremmo di che morte morire. È utile ancora ricordare che dal 2008, fondi freschi per il sisma non ne sono stati mai stanziati e alla fine di marzo del 2012, nelle casse dell’Agenzia della Protezione civile appena istituita, c’erano solo tre milioni di euro. Da allora ad oggi neanche un centesimo di euro è stato erogato dallo Stato centrale a favore della Regione, motivo per cui, la buona novella di Ruta è utile a fare rumore, non a risolvere il drammatico problema delle imprese che hanno anticipato milioni di euro sulla base delle buone novelle raccontate da altri prima di lui.

E veniamo alla terza buona notizia. Ospitare nel Bassomolise dodicimila vacche per di più anche gravide è cosa buona e giusta. Le mucche producono latte, carne e anche letame buono per concimare i campi, mangiano scarti di barbabietola prodotti dal vicino zuccherificio, e secondo il capogruppo PD alla Commissione agricoltura del Senato, anche senza grandi investimenti sarà un gioco da ragazzi realizzare questa importante operazione. Ma se è un gioco da ragazzi, perché non giocano i ragazzi di Granarolo? avrebbe detto Sergio Leone. Perché la Granarolo spa, pur consumando una parte importante dell’ambiente molisano, restituisce al Molise solo le briciole, nella migliore delle ipotesi forse un cinquantina di posti di lavoro, e porta via da queste terre quello che le stesse hanno prodotto? E poi, trattandosi di sviluppo per il quale l’Ente Regione ha competenza esclusiva, per quale motivo, di questa partita, si occupa direttamente il sen. Ruta e non il governatore col suo assessore all’agricoltura prima e il consiglio regionale poi?  Paradossalmente il Molise soffre meno del Nord la drammatica situazione economica: nulla c’era prima, nulla c’è adesso. Non esiste un modello industriale da trasformare, non un modello agricolo da riconvertire, in buona sostanza niente da abbattere. Tutto ciò potrebbe favorire l’avvio di nuovi modelli sviluppo se solo ci fosse una classe dirigente capace di pensarlo prima ancora  di realizzarlo, senza ricorrere a progetti d’occasione, dismessi da altri.☺

domenicodadamo@alice.it

 

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