un filo di vento di Giulia D'Ambrosio | La Fonte TV
Una soluzione alla crisi che non tiene conto del cuore, temo proprio che non possa arrivare. “Così come un insieme di foglie in una foresta non trasmettono movimento finché non arriva la brezza che le sfoglia. Cioè l’anima, lo stato del sentimento” – come dice Roberto Mussapi, poeta e scrittore – le foglie non sono percepibili se non mosse da un “filo di vento” così come le idee, senza una relazione col cuore, con la passione non riescono a farsi vive.
Quante parole di economisti, uomini di governo, rappresentanti dello Stato sono foglie ferme di una foresta inerme. Se davvero ci fosse un grande ideale da raggiungere, non un solo filo di vento ma un uragano muoverebbe le coscienze sradicando il primato dell’economia per restituire all’uomo i diritti umani ottenuti a fatica.
Il successo di tante imprese è nato su un sogno, perseguito con caparbietà e dedizione. Spesso con l’orgoglio di chi non chiede allo Stato, ma contribuisce al benessere del Paese con la forza delle idee, con la passione per il lavoro. L’Italia è il paese delle microimprese ed oggi questo viene visto come un tratto negativo. A mio avviso è vero solo in parte, perché caratteristico di una realtà economica estremamente variegata e ricca di spunti originali. Piuttosto, per ripartire avremmo bisogno di un sistema fiscale sopportabile dove tutti pagano le tasse e in cui le volpi delle grandi imprese non possano ogni volta organizzare i loro blitz attraverso furbi e quotati commercialisti senza scrupoli, o concordati con le banche. Alla fine a pagare siamo proprio noi “i piccoli”, i portatori d’acqua. Il dramma vero però arriva quando competere col mercato “libero” diventa frustrante, perché nessuno si sofferma sul vero problema di questa catastrofe.
IL LAVORO RUBATO, sì rubato a tutti noi, che è stato spostato dove un essere umano non ha nessun tipo di diritto se non quello di vivere come una bestia. Molti di noi si ritroveranno inghiottiti da questa assurda spirale inarrestabile. Chi potrà dovrà pensare ad una scialuppa di salvataggio dove rifugiarsi, perché la grande onda arriverà. Coloro che avranno la forza di resistere, quando tutto riprenderà, avranno grandissime opportunità, ma non sarà facile e lì dovremo puntare i nostri sforzi. Perché, non so tra quanto ma… il sole ritornerà anche se nulla sarà più come prima.
Intanto vorremmo gentilmente riprenderci il diritto di essere cittadini che scelgono il loro governo. Fissiamo noi le regole, una volta per tutte, mandando all’aria la mediocrità degli incapaci prestati alla politica. ☺
giuliadambrosio@hotmail.it
Una soluzione alla crisi che non tiene conto del cuore, temo proprio che non possa arrivare. “Così come un insieme di foglie in una foresta non trasmettono movimento finché non arriva la brezza che le sfoglia. Cioè l’anima, lo stato del sentimento” – come dice Roberto Mussapi, poeta e scrittore – le foglie non sono percepibili se non mosse da un “filo di vento” così come le idee, senza una relazione col cuore, con la passione non riescono a farsi vive.
Quante parole di economisti, uomini di governo, rappresentanti dello Stato sono foglie ferme di una foresta inerme. Se davvero ci fosse un grande ideale da raggiungere, non un solo filo di vento ma un uragano muoverebbe le coscienze sradicando il primato dell’economia per restituire all’uomo i diritti umani ottenuti a fatica.
Il successo di tante imprese è nato su un sogno, perseguito con caparbietà e dedizione. Spesso con l’orgoglio di chi non chiede allo Stato, ma contribuisce al benessere del Paese con la forza delle idee, con la passione per il lavoro. L’Italia è il paese delle microimprese ed oggi questo viene visto come un tratto negativo. A mio avviso è vero solo in parte, perché caratteristico di una realtà economica estremamente variegata e ricca di spunti originali. Piuttosto, per ripartire avremmo bisogno di un sistema fiscale sopportabile dove tutti pagano le tasse e in cui le volpi delle grandi imprese non possano ogni volta organizzare i loro blitz attraverso furbi e quotati commercialisti senza scrupoli, o concordati con le banche. Alla fine a pagare siamo proprio noi “i piccoli”, i portatori d’acqua. Il dramma vero però arriva quando competere col mercato “libero” diventa frustrante, perché nessuno si sofferma sul vero problema di questa catastrofe.
IL LAVORO RUBATO, sì rubato a tutti noi, che è stato spostato dove un essere umano non ha nessun tipo di diritto se non quello di vivere come una bestia. Molti di noi si ritroveranno inghiottiti da questa assurda spirale inarrestabile. Chi potrà dovrà pensare ad una scialuppa di salvataggio dove rifugiarsi, perché la grande onda arriverà. Coloro che avranno la forza di resistere, quando tutto riprenderà, avranno grandissime opportunità, ma non sarà facile e lì dovremo puntare i nostri sforzi. Perché, non so tra quanto ma… il sole ritornerà anche se nulla sarà più come prima.
Intanto vorremmo gentilmente riprenderci il diritto di essere cittadini che scelgono il loro governo. Fissiamo noi le regole, una volta per tutte, mandando all’aria la mediocrità degli incapaci prestati alla politica. ☺
Una soluzione alla crisi che non tiene conto del cuore, temo proprio che non possa arrivare. “Così come un insieme di foglie in una foresta non trasmettono movimento finché non arriva la brezza che le sfoglia. Cioè l’anima, lo stato del sentimento” – come dice Roberto Mussapi, poeta e scrittore – le foglie non sono percepibili se non mosse da un “filo di vento” così come le idee, senza una relazione col cuore, con la passione non riescono a farsi vive.
Quante parole di economisti, uomini di governo, rappresentanti dello Stato sono foglie ferme di una foresta inerme. Se davvero ci fosse un grande ideale da raggiungere, non un solo filo di vento ma un uragano muoverebbe le coscienze sradicando il primato dell’economia per restituire all’uomo i diritti umani ottenuti a fatica.
Il successo di tante imprese è nato su un sogno, perseguito con caparbietà e dedizione. Spesso con l’orgoglio di chi non chiede allo Stato, ma contribuisce al benessere del Paese con la forza delle idee, con la passione per il lavoro. L’Italia è il paese delle microimprese ed oggi questo viene visto come un tratto negativo. A mio avviso è vero solo in parte, perché caratteristico di una realtà economica estremamente variegata e ricca di spunti originali. Piuttosto, per ripartire avremmo bisogno di un sistema fiscale sopportabile dove tutti pagano le tasse e in cui le volpi delle grandi imprese non possano ogni volta organizzare i loro blitz attraverso furbi e quotati commercialisti senza scrupoli, o concordati con le banche. Alla fine a pagare siamo proprio noi “i piccoli”, i portatori d’acqua. Il dramma vero però arriva quando competere col mercato “libero” diventa frustrante, perché nessuno si sofferma sul vero problema di questa catastrofe.
IL LAVORO RUBATO, sì rubato a tutti noi, che è stato spostato dove un essere umano non ha nessun tipo di diritto se non quello di vivere come una bestia. Molti di noi si ritroveranno inghiottiti da questa assurda spirale inarrestabile. Chi potrà dovrà pensare ad una scialuppa di salvataggio dove rifugiarsi, perché la grande onda arriverà. Coloro che avranno la forza di resistere, quando tutto riprenderà, avranno grandissime opportunità, ma non sarà facile e lì dovremo puntare i nostri sforzi. Perché, non so tra quanto ma… il sole ritornerà anche se nulla sarà più come prima.
Intanto vorremmo gentilmente riprenderci il diritto di essere cittadini che scelgono il loro governo. Fissiamo noi le regole, una volta per tutte, mandando all’aria la mediocrità degli incapaci prestati alla politica. ☺
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