Una nostra lettrice si rivolge al Governatore  del Molise
23 Marzo 2020
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Una nostra lettrice si rivolge al Governatore del Molise

Al Presidente della Regione Molise, Donato Toma

Dopo aver visto in una trasmissione televisiva su Rai 3, il volto sconvolto del sindaco di Bergamo, Giorgio Gori, che veniva intervistato, ho deciso di scriverle. Era infatti evidente sul suo viso, segnato dalla sconfitta, l’espressione direi tragica, di chi si sente in colpa e ormai impotente, di fronte ad una situazione drammatica, non più controllabile e sfuggita di mano. Il peso schiacciante della sua responsabilità, nell’aver forse preso in ritardo decisioni e provvedimenti drastici, adottati invece con successo da altri comuni del nord, è umanamente difficile da sopportare. Allora ho pensato al modo di prevenire simili tragici scenari perché qui è in gioco la vita dei nostri cari, della nostra gente e di noi tutti.
Il futuro di ogni singola regione, con le sue città, i suoi paesi, e soprattutto con le sue famiglie, i suoi nonni, i suoi figli, i suoi bambini, è oggi, sì nelle mani di tutti i cittadini che impauriti rispettano alla lettera le regole di distanziamento sociale imposte e condivise, ma è soprattutto nelle mani dei nostri governatori che, ora più che mai, hanno il dovere morale e civile di tutelare la comunità, adottando immediatamente regole dure, misure efficaci e disposizioni eccezionali che il momento richiede e consente.
Mi rendo conto, Presidente, che si tratta di un evento straordinario e inaspettato, di un’impresa ardua, quasi impossibile da affrontare, ma i morti di ogni età, che oggi si contano a Bergamo e in tutto il Nord, ci implorano di fare presto e di blindare la nostra piccola e indifesa regione.
Se sono al collasso le regioni più ricche e virtuose come possiamo noi pensare di farcela? Qui non si tratta di rimboccarsi le maniche e di prepararsi all’emergenza, poiché conosciamo benissimo le scarse risorse umane e materiali a nostra disposizione, soprattutto nel settore sanitario, si tratta di intercettare e arginare il pericolo con intelligenza per impedire alla morte di varcare i confini del “povero e disarmato Molise”.
Si tratta di evitare lutti alle poche famiglie molisane rimaste, ed è ancora possibile farlo, ora che i casi sono ancora pochi, se solo si segue l’unico esempio valido, quello della Cina, quello di Vo’. È ciò che continuamente affermano anche gli esperti virologi quando parlano del nostro sud. Ci avvisano in tutti i modi: chiudere, vigilare, evitare, controllare perché ci si può ancora salvare. Non c’è più tempo, non possiamo fronteggiare con le nostre poche forze una simile emergenza, bisogna agire d’astuzia e sprangare, con provvedimenti severi e decisioni mirate, le porte di ingresso della nostra regione.
“Prevenire è meglio che curare”, tutti lo sanno, ma ora è un obbligo per chi governa sapendo che, in questo caso, la cura non esiste. Ed è per questo che i molisani esigono rapide soluzioni, serie ed efficaci per tutti.
L’esperienza insegna, sia pure con un cauto ottimismo: il sindaco di Vò con le sue drastiche decisioni, oggi raccoglie plausi e approvazione per aver salvato la vita dei suoi concittadini (zona rossa: da 96 casi a 6) quello di Bergamo, debole, confuso e inefficiente, raccoglie pagine e pagine di necrologi.
Nessun governatore vorrebbe essere nei suoi panni.
È necessario riflettere in solitudine, prima tra le mura della propria casa e della propria famiglia, per maturare decisioni sagge e univoche, per adottare misure chiare e severe.
È necessario intensificare tutte quelle azioni, in apparenza anche dure, che possano evitare il peggio.
È necessario avvalersi della collaborazione delle forze dell’ordine e dell’esercito, inasprire i controlli ed impedire, in tutti i modi possibili, l’ingresso in regione a persone provenienti da fuori, ordinare ai sindaci di chiudere i piccoli Comuni nei quali non ancora si registrano contagi.
È necessario esercitare il potere.
Del resto anche i confini tra gli Stati europei ora riemergono ancora più marcati.
Questo il grido dei “molisani consapevoli” del disastro che incombe.
Quando tutto ciò finirà, se finirà, ogni regione farà il suo bilancio ma saranno il rigore e la determinazione a fare la differenza perché, solo evitando una battaglia persa in partenza, si salveranno vite umane.
Il Molise le sarà grato e il suo modo di governare la regione sarà d’esempio per gli altri.
Coraggio Presidente, faccia come il sindaco di Vò non come quello di Bergamo, non ci trascini nel baratro perché ormai qualcuno è già rientrato dal nord, non si prepari ad affrontare stupidamente “il teatrino” dell’ emergenza ma solo ad evitarla.
È ancora in tempo.
Giuseppina Colabella

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